Luca Catalani, responsabile settore giovanile Jesi c5: "Siamo ripartiti da zero. L'importante è sapere come e dove andare, noi lo sappiamo."
Ricominciare tutto da capo dopo i sogni acciuffati e l'orgoglio provato.. Dal tutto al niente. Ripartire da zero.
C'era una volta l'Acli San Giuseppe Jesi. Società punto di riferimento per tutto il movimento marchigiano. Società blasonata e rispettata. Poi accadde qualcosa. Due anni fa la nascita di una nuova realtà, l'ASD Jesi Calcio a 5. Una scommessa. Un nuovo inizio.
E ricominciare da zero vuol dire ricominciare dalle basi ovvero i giovani. Nessuna certezza, ma tanto coraggio e forza di volontà.
Luca Catalani, da dieci anni responsabile settore giovanile della realtà jesina, prima al San Giuseppe ora allo Jesi C5, ci accompagna in questo nuovo mondo.
“Seguo il calcio a 5 dal 1997, vengo dalla scuola dell'Acli San Giuseppe Jesi, il mio percorso inizia lì. Ho iniziato come giocatore poi, per problemi fisici, mi sono trovato a ricoprire altri ruoli tra i quali allenatore dell' Under 18 e Under 21 poi vice allenatore e dirigente. Due anni fa la nascita dello Jesi C5.”
Nuovo inizio, nuovi obiettivi?
“Abbiamo deciso di ricominciare dalle categorie più basse. A livello giovanile, sia con il San Giuseppe sia con l'attuale società abbiamo sempre avuto l'obiettivo di formare i ragazzi per la prima squadra, una sorta di serbatoio dal quale attingere.”
In effetti la vostra prima squadra è colma di jesini doc.
“Se guardi il roster puoi leggere Luca Catalani, Mario Shkoza protagonista anche nelle Rappresentative e cresciuto nel San Giuseppe, Diego Bartolucci protagonista anche in serie B, Vincenzo Signorelli lo scorso anno a Castelbellino, anche lui con esperienza nella serie nazionale, Matteo Bravi, Andrea Tittarelli...”
I giocatori che mi hai elencato hanno sposato il vostro nuovo progetto, ma altri, vedi Kola, Mazzarini, Golemi, Cassano, Cantiani sono emigrati a Castelbellino.
“Metà della prima squadra del Castelbellino, aggiungo anche Jacopo Petrucci, è formata da ex giocatori del San Giuseppe. Quando si è deciso di chiudere la vecchia società, i ragazzi son stati liberi di scegliere. Avevo proposto di continuare lo stesso percorso con la nuova realtà, ma alcuni di loro hanno deciso di farlo altrove. Jacopo Petrucci, ora giocatore della C1 e allenatore delle giovanili del Castelbellino aveva deciso di non seguire il nostro progetto e, molti ragazzi hanno scelto di seguirlo hanno scelto lui piuttosto che la società.”
E' un distacco che ha lasciato strascichi?
“All'inizio, sono sincero, il rammarico c'è stato, alcuni giocatori sarebbero stati la base dalla quale saremmo ripartiti, ma sono contento per loro, siamo in buoni rapporti.”
Anche con Jacopo Petrucci i rapporti sono buoni?
“Jacopo ha lavorato bene, molti meriti sono suoi, ma, se permetti voglio darli anche a Roberto Massaccesi e alla società. Quando arrivano i risultati, vuol dire che tutti hanno lavorato bene.”
Non avendo una base sulla quale contare, siete ripartiti dai Giovanissimi.
“Esatto. Lo scorso anno eravamo una delle poche squadre della Vallesina in un solo girone da dieci, quest'anno siamo tre gironi. Stiamo puntando agli Esordienti.”
Oltre alla categoria Giovanissimi avete anche gli Allievi.
“In tutto sono 27 tesserati, con due persone per squadra e due allenatori patentati.”
Parliamo di Allievi. La classifica li vede all'ultimo posto con zero vittorie: come si fa a tenere alta la soglia del divertimento nonostante le sconfitte?
“Sembrerebbe che non c'è qualità. Lo scorso anno successe così con i Giovanissimi, dopo tutte quelle sconfitte la nostra paura era quella di perdere i ragazzi, ma, per fortuna non è successo. Nonostante i risultati, nessuno si è tirato indietro e questo è motivo d'orgoglio per noi. Il nostro ambiente è buono e sano e i ragazzi si divertono.”
Ricominciando da capo, è normale che i ragazzi siano, dal punto di vista tecnico e tattico, al punto zero, a meno che non si ha la fortuna di trovarsi ragazzi con basi calcistiche.
“Esatto. Chi viene dal calcio a 11 le basi ce le ha già, ma chi proviene dal basket piuttosto che dal nuoto no. Sul discorso tecnico e tattico ci stiamo lavorando. L'importante è sapere ciò che dobbiamo fare e noi lo sappiamo.”
Jesi, una delle realtà che ha fatto la storia del calcio a 5: quanta presa fa questo sport sui suoi abitanti?
“La nostra difficoltà è reperire i ragazzi, perché da noi esistono Jesina e Junior Jesi di calcio a 11 con circa 300 ragazzi nel settore giovanile.”
Come reclutate i ragazzi?
“Tramite volantinaggio, passa parola, progetti. La difficoltà sta anche nel farsi spazio negli impianti.”
Problematica che hanno in molti e che spesso non permette alle società di crescere ulteriormente.
“Lavorare con gli impianti comunali è un problema. Al momento chi ha la gestione del campo è chi ha una scuola calcio, gli altri devono accontentarsi dello spazio che c'è. Per ora abbiamo messo in piedi una società e ridato vita al settore giovanile e alla prima squadra poi vedremo. Intanto noi continuiamo a lavorare.”
Credi che il problema degli impianti si risolverà a breve?
“Ora vediamo se attivare una collaborazione o quale altra soluzione è possibile vagliare, altrimenti non potremo dare vita alla scuola calcio né alla Juniores.”
Lo “sport” per te.
“Lo sport è prima di tutto un veicolo sociale. Il genitore è soddisfatto se il ragazzo sta bene e noi siamo contenti se il ragazzo passa delle belle ore a giocare piuttosto che andare in giro o stare davanti al computer. Sport come stimolo: gli Allievi non fanno risultati? Occorre motivarli e avere molta pazienza.”
I ragazzi come vedono il calcio a 5?
“I ragazzi, all'inizio sono sempre diffidenti, ancora lo vedono come sport “minore” poi, una volta dentro, stanno benissimo. Sta alla società fare il suo e non si può avviare un settore giovanile senza organizzazione.”
Complimenti Luca per il lavoro che state facendo, quando si ricomincia da zero è sempre più difficile.
“Devo ringraziare la mia famiglia, mia moglie e il mio bimbo di 8 mesi che mi danno la possibilità di coltivare la mia passione, lo sport fatto in un certo modo richiede tempo. Grazie ai soci fondatori, allo staff tecnico, ai dirigenti, ai tifosi e agli appassionati. Un ringraziamento di cuore lo faccio anche a voi, perché la crescita del movimento è merito anche vostro, grazie al vostro lavoro e la vostra organizzazione. State facendo grandi cose, non mollate così come non molliamo noi!”
Grazie Luca. In bocca al lupo per il proseguo.
“Grazie a te, crepi!”
Lady Futsal
Alice Mazzarini
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