Paolo Del Grosso sul ruolo dell'estremo difensore: "Serve un portiere tatticamente sempre più intelligente"
Domenica 28 maggio Pesaro si è garantita la permanenza in Serie A. Questo traguardo sembra cosa da poco dopo la sfilza di trofei messi in bacheca dalla compagine biancorossa negli ultimi anni, ma spesso l’apparenza inganna.
La stagione appena trascorsa è stata diversa da quelle precedenti, sotto quasi tutti gli aspetti. Ma qualcosa non è cambiato: l’estrema solidità del reparto difensivo.
Parte del merito di questo risultato lo si deve a un lavoro costante, mirato e ben organizzato a firma Paolo Del Grosso, il preparatore dei portieri fanese che da ormai 5 anni allena e fa crescere gli estremi difensori della più titolata squadra delle Marche.
Ciao Paolo, dopo le tante finali giocate negli ultimi anni, quest’anno avete raggiunto la salvezza ai playout. Com’è stata questa esperienza?
“Playout e playoff sono sempre partite difficili da affrontare, nonostante le pressioni per certi versi contrapposte. Anche se abbiamo conquistato la salvezza all’ultimo respiro, dal mio punto di vista anche quest’anno è stato un successo. Infatti, siamo stati la miglior difesa della regular season e dei playout.”
Che aria si respirava nello spogliatoio prima della gara di ritorno con il Monastir 360?
“Soltanto in pochi avevano già disputato gare di playout in carriera, tra cui Tonidandel, Kytola e Murilo. L’aspetto più importante è stato quello di riuscire ad affrontare e gestire le paure e le emozioni in campo e fuori, visto che in passato gli spareggi playout per qualcuno avevano portato alla retrocessione.”
Tutto questo a pochi giorni di distanza dall’esonero di Colini. Tu e Daffo Bargnesi, vi siete così trovati al timone della squadra nel momento più difficile della stagione. Quanto ha inciso questo aspetto sul lavoro svolto?
“Con Colini eravamo al quinto anno, le dinamiche di campo erano ormai chiare e ben definite. Dopo l’esonero, Daffo e io non ci abbiamo pensato due volte e abbiamo subito accettato l’incarico. Lui in veste di allenatore e io come vice. Lo abbiamo fatto con serietà, dedizione, ma soprattutto serenità. Per quanto riguarda me e Daffo, ci conosciamo da 20 anni.
Inizialmente io giocavo e lui era il mio allenatore, poi ci siamo ritrovati con lui sempre ad allenare e io che nel frattempo sono diventato preparatore dei portieri. Questo rapporto è servito da base per una collaborazione e una sinergia proficue, che hanno aiutato a trasmettere serenità all’ambiente e a raggiungere l’obiettivo salvezza.”
In questi anni a Pesaro hai allenato portieri di caratura internazionale, come Miarelli ed Espindola. Com’è stato il lavoro quest’anno, con Putano arrivato a stagione in corso?
“Ogni anno è una stagione a sé, a suo modo ricca e stimolante. Quest’anno non ha fatto eccezione. Abbiamo iniziato l’anno con due scommesse, Lopez e Cianni. Lopez proveniva da una categoria inferiore e richiedeva un complesso lavoro di preparazione per essere messo in condizione di affrontare la massima categoria nazionale. Per Cianni invece, al secondo anno a Pesaro, si prospettava una stagione piena di occasioni da cogliere. A loro si aggiungeva poi Vesprini, con cui abbiamo continuato il lavoro ormai iniziato parecchio tempo fa.
Con l’arrivo di Putano a stagione in corso, i piani sono cambiati. Putano è un portiere di grandissima esperienza, anche se negli ultimi anni aveva militato in Serie B. Con lui ci siamo concentrati sul metterlo in condizione di disputare il maggior numero di gare possibili, lavorando in modo particolare sulla resistenza.
Nel complesso il lavoro è stato soddisfacente. Putano ha garantito un ottimo rendimento, con in particolare una final four di grandissimo livello e solidità. Senza per altro saltare neanche una partita.”
Oltre al lavoro con la prima squadra, a Pesaro ti occupi anche dei giovani portieri biancorossi. Qual è il bilancio dell’anno appena trascorso?
“Sì anche quest’anno sono stato incaricato come responsabile del reparto portieri del settore giovanile, ma in più, rispetto agli scorsi anni, mi sono occupato anche di fare formazione. La società ha infatti deciso di puntare sulla formazione dei vari collaboratori del settore giovanile.
Di comune accordo abbiamo programmato e gestito gli obiettivi dei portieri di tutte le categorie. I dati sono molto incoraggianti: in ogni categoria è aumentato significativamente il numero dei ragazzi che vogliono fare il portiere. Ma i miglioramenti sono stati anche di tipo qualitativo, basti vedere i risultati che le squadre hanno ottenuto sul campo, nei rispettivi campionati. Tra l’altro un portiere che quest’anno era a Pesaro - Petrucci (Futsal Potenza Picena) - è anche stato convocato per la rappresentativa Marche under 17 del Torneo Delle Regioni.”
Con la fine della stagione i futsaliani vanno in vacanza. Per te l’estate significa l’inizio della stagione dei camp. A cosa stai lavorando?
“Sarà un’estate ricca di eventi. Mai come quest’anno il panorama nazionale propone così tanti eventi. Anche io mi sono adoperato per uscire dai confini provinciali e regionali e organizzare eventi in giro per l’Italia. Infatti, oltre al Goalkeeper Camp Intensivo che si terrà a Pesaro dal 6 al 9 luglio, e che ormai da anni riscuote un grande successo, ho portato il mio Goalkeeper Camp On Tour anche a Venezia (22 e 23 luglio) e Prato (29 e 30 luglio).
Ad agosto sono stato invitato negli Stati Uniti dalla società Rose City Futsal, con sede a Portland. Si tratta di una realtà che fa della formazione il proprio principio fondante. L’evento si dividerà in due fasi, una settimana dedicata al lavoro con i portieri, e due giorni a formare i preparatori.”
Di recente il tuo lavoro con i portieri si è anche digitalizzato. Che cos’è la Casa del Portiere?
“ lacasadelportiere.com è una piattaforma di coaching online pensata e studiata per i portieri di ogni genere, età e capacità, che hanno bisogno di supporto, sia durante il periodo agonistico sia successivamente. Il principale obiettivo è quello di supportare tutti i principali aspetti che concorrono a formare un portiere: tecnico, tattico, psicologico e di gestione all’interno della squadra. Un sostegno a 360 gradi, con anche la possibilità di analizzare assieme situazioni tecnico-tattiche specifiche.
La Casa del Portiere vuol diventare un punto di riferimento per i portieri. Con i miei collaboratori siamo partiti dal calcio a 5 per ovvi motivi, ma intendiamo includere altre discipline in futuro. L’idea di base è che, attraverso la contaminazione vogliamo dare spunti di crescita ai portieri, incentivando le loro capacità e invogliandoli ad alzare continuamente l’asticella del rendimento.”
Tu che conosci da vicino sia il maschile sia il femminile, qual è, secondo te, il livello dei nostri portieri? Abbiamo una buona scuola portieri in Italia?
“A mio modo di vedere, la scuola portieri italiana è sufficiente se rapportata al sistema di gioco italiano, quindi ai nostri campionati. Ma in ottica internazionale siamo in ritardo rispetto a quello che viene oggi richiesto ai portieri di calcio a 5.
La nostra disciplina richiede un portiere sempre più tatticamente intelligente, con una buona tecnica podalica e un’ottima lettura delle situazioni di gioco. Purtroppo non siamo ancora in grado di formare questo genere di portieri. Per riuscirci è necessario fare un lavoro importante sin dalle basi, così da formare atleti in grado di padroneggiare il campo, forti della propria proattività, sia in fase offensiva sia in quella difensiva.
Per quanto riguarda il futsal femminile italiano è in ritardo su tutti gli aspetti, specialmente su quello atletico, ma anche tecnico e tattico. Anche per le donne vale lo stesso discorso del gioco con i piedi. Dando un occhio alla Serie A femminile, si può notare come gli unici portieri capaci di farlo, salvo qualche eccezione, sono stranieri. Tuttavia, il sistema di gioco che va per la maggiore in Italia, prevalentemente difensivo e con difesa a zona, ancora non lo richiede.”
Stagione 2023/2024, vedremo ancora Paolo Del Grosso in Serie A a Pesaro?
“Lo spero. Io vorrei dare continuità a quanto di buono fatto fino a ora nei miei anni passati in biancorosso. La società lo sa. Così come il resto dei membri dello staff e dei giocatori, sono in attesa di conoscere il nome del prossimo allenatore. Se così non dovesse essere, nel mentre ho già ricevuto l’interesse di diverse squadre. Staremo a vedere cosa il futuro ha in serbo per me.”
Redazione Futsalmarche.it