Federality: la casa delle societÃ
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LA FINTA CASA DELLE SOCIETA’, LA CASA DEGLI ELETTI
La casa delle società .
Uno degli slogan con cui il Comitato Regionale Marche ha sempre definito il suo palazzo. Fisicamente identificabile con la struttura di Via Schiavoni, ultimata nel 1996, costruita e mantenuta con i soldi delle società sportive.
Uno slogan che mi è sempre piaciuto. Calzante. Efficace. E che ho sempre per questo fatto mio.
Perché la federazione è l’insieme delle società confederate in un ente. Come dal suo etimo.
Recita il vocabolario: la federazione (dal latino foedus, 'patto, alleanza, unione') è un ente costituito dall'associazione di più enti che, in tal modo, pur mantenendo la propria organizzazione, danno vita ad organi unitari per perseguire scopi comuni.
Ogni 4 anni le società si ritrovano così a votare per eleggere il proprio governo. Secondo le regole statutarie della FIGC.
Presidente, consiglio direttivo, delegati assembleari, revisori dei conti sono l’espressione della governance politica regionale. Assieme ai dipendenti fissi e ai vari collaboratori nominati gestiscono l’attività sportiva del Comitato.
Per poi rimettersi al giudizio degli elettori il quadriennio successivo.
Gli elettori, alias le società calcistiche e di calcio a 5, i veri padroni della federazione.
Perché le società ci mettono i soldi. E chi governa, e vedremo a breve quanti, li prende.
Così dovrebbe funzionare un comitato regionale.
Questo non avviene nelle Marche.
Soprattutto per ignoranza e menefreghismo delle proprie società sportive. Diciamolo a carattere cubitali, sia chiaro.
Ma anche grazie al sistema gattopardesco creato dagli attuali detentori del potere federale, gli stessi che rimarranno in carica fino al 2020, non essendoci rivali nelle candidature. Gli stessi che ci sono a vari livelli da oltre 25 anni. Gli Eletti.
Un sistema basato sul vassallaggio dei comitati provinciali, motore fisico del mantenimento del potere. Senza che i capi ci mettano faccia, programmi, idee.
Un sistema che si è mosso, si sta muovendo e forse si muoverà senza rispettare le regole. Con la furbizia, l’arroganza e la superbia di chi si sente onnipotente.
Ma veniamo ai fatti, chiudendo questo amplio preambolo filosofico. E usando un linguaggio schietto e semplice.
Il 12 novembre il Comitato Regionale Marche stabilisce la data della sua assemblea elettiva.
Da regolamento ha 10 giorni per farlo. E la stabilisce per martedì 29 novembre.
Mossa furba, ma nelle norme. Meno tempo c’è, meno alternative ci sono per eventuali avversari. Che non possono contare sull’oliata macchina del mantenimento del potere: la macchina provinciale.
Quel giorno esporrà anche il bilancio 2014-15 e 2015-16. Un’ora prima del voto ovviamente. Visto mai qualcuno avesse più tempo per leggerlo bene…
Il Comitato Regionale Marche ha fatto anche delle dimenticanze. Si è scordato di dichiarare aperta la campagna elettorale.
Si è scordato di mettere pubblici i moduli per la designazione dei candidati. Altra mossa furbissima. Tanto per gli Eletti ci pensano i provincialones…
Veniamo a noi.
Futsalmarche.it aveva organizzato per giovedì 17 novembre un incontro tra società di calcio a 5 per discutere di queste elezioni, per far presentare alle società un programma comune ed eventualmente scegliere i propri candidati.
Perché? Da tempo gran parte dei club di calcio a 5 marchigiani sono profondamente scontenti di come siano gestiti. Le nefandezze commesse ai loro danni non si contano più. Il sistema continua a perdere pezzi, ma non a calare prezzi. E non c’è mai stato modo di far ascoltare la propria voce.
Negli ultimi 4 anni non si è mai organizzata una riunione ufficiale per il futsal.
Negli incontri ufficiali, le assemblee regionali e provinciali, organizzati sempre e solo di pomeriggio, si parla sempre e solo di calcio. E i palloni omaggio sono sempre e solo di calcio.
Quando si sono mosse delle critiche nelle sedi opportune, le risposte sono state secche e pregne di disdegno.
Ma poi questo incontro salta. Si decide di cancellarlo.
Perché? Si è mossa la macchina del potere provinciale. I comitati provinciali, su ordine degli Eletti, chiamano le società e le diffidano dal partecipare a questa riunione. Pena gli eventuali strali della procura federale in quanto riunione non autorizzata.
Sarebbe la casa delle società , in realtà si comporta come la Santa Inquisizione.
Sarebbe un occasione di confronto. Perché averne paura?
Si scomoda anche un Eletto. Blocca un mio amico e lo tiene a consiglio. Mi manda a dire che sto rischiando molto e lui sarebbe stato inflessibile. Ma altri l'hanno bloccato.
Chi vi scrive ha paura. Ha paura vera. Ed inizia a tremare.
Le società hanno paura e non vogliono rischiare. Le capisco e si cancella.
Nel frattempo i pronvicialones raccolgono i moduli per le designazioni per i candidati proposti dagli Eletti. Li chiedono insistentemente alle società . Per inerzia, per sfinimento, per quieto vivere, per reale disinteresse o interesse, li ottengono.
Ovviamente sia mai che ci pensassero i candidati a farseli consegnare. Troppa fatica, troppo stress.
Ovviamente sia mai che qualcuno esponesse un suo programma, una sua idea, una sua faccia. Tutto deve scorrere senza che nessuno si accorga. E gli Eletti devono mantenere il potere.
Tutto regolare? Non proprio.
In campagna elettorale ci sta che si perorino le cause di un candidato. A livello singolo.
Ma non che i comitati provinciali come istituzione facciano telefonate dagli uffici o mandino mail con moduli precompilati.
E soprattutto adesso, in vista di una probabile votazione non palese, non potrebbero raccogliere, come stanno facendo a Pesaro e ad Ascoli Piceno, deleghe di voto extra societarie.
Per poi redistribuirle a random al momento del voto. Pratica vista con i miei occhi nel 2008, unica volta che i federalones ebbero un avversario.
Perché sono le società le deputate a raccogliere le deleghe di voto delle proprie colleghe. Le società e nessun altro. Non i comitati.
Ma questa non è la casa della società .
E’ la casa degli Eletti.
Amen.
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Marco Bramucci
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Commenti
Non era quando tu sei stato eletto delegato in assemblea??
Esattamente! Quell'esperienza mi servì molto per capire da dentro come funziona il sistema.
Poi nel 2012 mi fecero dire che mi ero bruciato perché andavo contro il Palazzo.
Siamo invece noi a dover scegliere il nostro destino. Da soli.
In realtà il ruolo di delegato assembleare, così come l'ho fatto noi per il C.R. Marche nel quadriennio 2008-2012, è un ruolo del tutto inutile. Uno spreco di tempo.
E se l'avvessi voluto rifare mi sarei candidato da solo. Con l'appoggio della mia, della nostra gente.
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