Serie C1: Analisi 19^ giornata
PRESTO CHE E' TARDI
Quante ne mancano? Ancora tante. Per alcune dodici, per altre addirittura tredici. Se corriamo in scia ai capricci di un calendario contorto e sfigurato dai rinvii rischiamo di impazzire. Allora facciamoci furbi e semplifichiamo adottando il metro convenzionale. Quella appena conclusa è stata la diciannovesima giornata di un campionato per nulla banale, perciò contiamone undici.
L'omogeneità non cancella le eccezioni, sia chiaro, ma aspettando i recuperi e spulciando le tabelle una domanda sorge spontanea: oggi (23 Gennaio) abbiamo in pugno la verità assoluta? Numeri e statistiche nascondono certezze, oppure è presto per tirare le somme?
Eh già. La mente va a quella foto copertina che sovrasta ogni benedetto articolo di preview. La sfera di cristallo, lo sguardo di un presunto mago posseduto dal demonio e prigioniero di chissà quale visione. Ricordate? Non siamo veggenti, ma partendo dall'alto è inevitabile sottolineare come la prima della classe esibisca una solidità mostruosa e difficile da mettere in discussione. La griglia playoff, invece, è zona meno sorvegliata. I cancelli sono aperti e bisogna ancora sgomitare per ritagliarsi uno spazio. Non si accettano prenotazioni. C'è posto per quattro e le regole sono regole.
Idem con patate per il purgatorio arancione dei playout, con la differenza che lì la gente sgomita non per entrare ma per uscire e ripararsi dal trappolone degli spareggi. L'elasticità non è scomparsa neanche in fondo, dove domina il rosso (colore dell'allarme). Tra chi ha accumulato il gruzzoletto al via e ora attende un'urgente resurrezione e chi procede a singhiozzo, la forbice resta esigua.
Scarti robusti, massicci, abnormi. Nell'ultima settimana il grande assente è stato l'equilibrio, non pervenuto al PalaBadiali dove l'operazione miracolo è pesantemente naufragata. Con otto squilli il Futsal Cobà perfora i timpani del Città di Falconara e a far partire le prime due chiamate è l'implacabile Giampiero Mindoli: punizione e rigore in fondo al sacco. Cesaroni, nei panni del centralinista, avrebbe voglia di sbattere la cornetta contro il palo, almeno fino a quando il guizzo di Michele Martedì non getta fumo negli occhi accorciando le distanze. Abbaglio. Gli Sharks ritrovano in fretta la bussola e si appoggiano alla saggezza del loro playmaker per scavare il solco: Mindoli orchestra la manovra del 3-1 finalizzata da Di Gioacchino, poi Bottolini incastona due perle nella collana di serata rifinita da Bacaloni e Lignite. Nel garbage-time spazio alla valanga di giovani Falchetti, gettati nella mischia da mister Angeletti con l'obiettivo di accumulare esperienza.
A Porto San Giorgio non soffrono di nostalgia. Lontano da casa la banda Rocchi ha collezionato dieci trionfi in dieci uscite, percorso netto condito da sessanta gol fatti che rappresentano un bottino di assoluto rispetto. L'andamento in trasferta sta invece soffocando le ambizioni dell'Ankon Nova Marmi, capace di reagire immediatamente al pomeriggio da incubo vissuto a Cagli. Ad Acquaviva Picena il primo tempo oscilla animato da una sequenza di botta e risposta: Guido Campofredano, Nava, Mancini, Castelli è lo scioglilingua che scandisce il 2-2 con cui le squadre vanno a riposo all'intervallo. Nel derby delle distinte corte (otto contro sette) la maturità e la capacità di dosare le energie fanno la differenza. Il Csi Stella si sgretola sotto i colpi di Ciavattini (arrivato a quota 23 centri stagionali) e degli scatenati gemelli, vanificando così il sussulto d'orgoglio che i beniamini di Monsampolo avevano avuto con Cancrini. Mister Croci guarda oltre e punta a recuperare Fusco e Di Girolamo per la durissima sfida di Venerdì in casa della terza in classifica.
Dove abita bomber Pergolini, fresco di gita e di selfie allo Juventus Stadium al fianco del Pipita Higuain. Stessa arte la loro. Stessa conoscenza di un mestiere esercitato a latitudini e livelli diversi. Bucare il portiere del Riviera delle Palme, però, non è stato semplicissimo e non è un caso che il vantaggio Dinamis sia nato da una palla inattiva e da uno schema che prevedeva l'utilizzo del quinto di movimento. Letale la conclusione di Andrea Del Cinque, profetico con il suo cognome nell'annunciare le proporzioni della goleada. Da lì, infatti, gli ospiti hanno avuto il merito di pedalare forte, arrotondando lo score con la doppietta di Lopez, l'acuto di Qorri e il puntuale sigillo del numero 8 citato in apertura di paragrafo. Morale alto, missione compiuta, condizione in crescita. Il mosaico tranquillizza Cecchini, alle prese con una ventata di fiducia da ammortizzare per evitare il rischio che si tramuti in eccessiva euforia. Sponda opposta Grossi inquadra nella mancanza di cinismo la principale causa della débacle, ma non demorde e prepara un'accoglienza infernale alla lanciatissima cenerentola della categoria.
La mezzanotte (metaforica) è scoccata per l'Eagles Pagliare. Stefano Bachetti, spalle al muro, non ha perso nessuna scarpina di cristallo, ma in compenso ha ritrovato quella ferocia indispensabile per appiccicarsi addosso l'etichetta di “ammazza-big”. Dopo lo scherzetto all'Askl fa clamore il pari strappato al Futsal Potenza Picena, figlio di un atteggiamento prudente e votato alla cultura della difesa e contropiede. Redditizia nonostante la solita tassa da pagare alla malasorte, che ha costretto Alfonsi e Fazzini ad uscire per infortunio con largo anticipo lasciando alla premiata ditta Fraschetti-Neroni il compito di salvare la baracca. Ordine e progresso: slogan semplice ed efficace per tentare la scalata dell'Everest. Retrogusto amaro per coach Sbacco. Frenare e farsi rimontare due volte dall'ultima in classifica irrita il sistema nervoso e scioglie le catene a qualche rimpianto. Lanari e De Luca avevano illuso, poi l'amnesia di Gattafoni (un po' ingenuo in marcatura) ha dirottato il volo pindarico. Bassa quota, piedi per terra e testa alla ventesima. Il calendario non fa sconti e l'avversario sarà di quelli ostici.
Nome e cognome: Real Fabriano. Segni particolari: formazione affamata di punti necessari per allontanarsi dalla zona calda e sognare in grande. Identikit che rispecchia fedelmente quanto ammirato dai Pagliacci nel rotondo 5-2 rifilato, senza pietà alcuna, ad un grintoso e sfortunato Grottaccia. Sliding door dell'incontro la diversa ispirazione dei due gioielli Gabriele Carnevali e Joele Banchetti, uno iena e l'altro agnellino negli ultimi dieci metri. Strano lo smarrimento del cannoniere di Cingoli nel suo territorio di competenza: un rigore stampato sulla traversa e due tiri liberi gettati alle ortiche gridano vendetta. Errori simili ad un bigliettino minaccioso con su scritto “serata no”. In soccorso del fratello appannato ha provato a catapultarsi Johannes Banchetti, ma la sua doppietta messa sul piatto della bilancia non ha avuto lo stesso peso di quelle di Angelelli e del già menzionato Gabrigol. A referto anche il Barone Rosso Luca Bartolini, giusto per alimentare la sagra dei nomignoli da dieci e lode che infiammano la tifoseria rossoblu. In chiusura, medaglie al valore da distribuire ad alcune pedine dello scacchiere di Kristian Giordani: una al collo di William Stroppa, l'altra a Lorenzo Calussi che si sta distinguendo nella duplice veste di saracinesca e di chioccia della promessa classe '97 Andrea Fabbri.
Navigando verso Nord sbarchiamo a Fano. Sede del derby con vago accento emiliano tra i granata allenati da Marco Anselmi e il Città Futura Montecchio telecomandato, a distanza, da un Filippo Aiudi ancora fuori sede. Ha vinto l'assente. Colpo di scena. Pizzico di imprevedibilità da interpretare come logica se si fa riferimento al divario di classifica e alle ambizioni diametralmente opposte coltivate dalle due formazioni. Brancorsini e soci hanno nel mirino i playoff, non mollano l'osso e non perdono occasione per ribadire che a cavallo di questa mentalità tenace tutto è davvero possibile. Il resto lo fanno la concretezza di Dridi, gli exploits del portiere-goleador Bacciaglia e la dedizione di un insieme di soldati pronti a sacrificarsi per la causa. Dall'altra parte continua a farsi sentire, inesorabile, la lontananza di Pedinelli. Figura cardine senza cui il bottino è magro: quattro punti con il pivot fuori dal parquet non basterebbero, oggi, a scongiurare il tracollo. Lavoro e acciacchi permettendo, magari il talismano riapparirà al PalaCus quando al cospetto dell'Ankon andrà rispolverato l'antico coraggio per tornare dalla gita con qualcosa in tasca.
Rinviato l'altro derby del Sud, quello tra Bocastrum e Futsal Askl, il tramonto del diciannovesimo turno è coinciso con la sfumatura Orange del sole di Cagli. I ragazzi terribili di Giommi hanno letteralmente asfaltato un Futsal Sambucheto con la batteria scarica, autonomo e funzionante per venti minuti fino a quando Maggioli (poker), Orlandi e Buroni sono saliti perentoriamente in cattedra personificando i tre tenori. Il centrale difensivo ha fatto tremare i vetri della “Bombonera” manco fosse Pavarotti in tournée ai tempi d'oro: corsa, chiusure, inserimenti, conclusioni. Repertorio completo. Più estro e fantasia per il laterale, funambolico come le variazioni di tonalità del leggendario Placido Domingo. Profondo è invece l'aggettivo ideale per accomunare la colonna del reparto avanzato a José Carreras: centravanti potente, dominante, bravo nel lavoro sporco e pulito nei momenti clou. Così si è consumata la rivincita di Coppa. Così, con una prestazione maiuscola, passano in secondo piano battibecchi e schermaglie dialettiche sui social che poco c'entrano con il vero spirito di questo meraviglioso sport. Parentesi aperte e chiuse. Speriamo. Perché come già scritto in chiusura di un articolo di qualche giornata fa, siamo uomini. Il sangue ribolle, ma poi per fortuna ci passa.
THE WINNER IS...
Gli Oscar della 19^ giornata
LEONE DORICO – GUIDO CAMPOFREDANO (Ankon Nova Marmi)
Di lui elogiano il carattere, la determinazione, la voglia di combattere a denti stretti per centrare l'obiettivo. Tutto vero. Spesso, però, si cade nel tranello di dimenticare una qualità fondamentale di questo calciatore: la capacità realizzativa. Segna gol importanti, preziosi. Viaggia su medie allucinanti e dopo diverse stagioni trascorse a farsi le ossa in C2 sta dimostrando di valere ampiamente la massima categoria regionale. Da protagonista. Rivelazione.
GATTO "PAGLIACCIO" – LORENZO CALUSSI (Real Fabriano)
Lo chiamano Nelson, come Dida, ma è juventino. Incongruenze di un'affinità, quella con il portiere brasiliano, un filino forzata ma che sotto sotto può starci. Perché il riflesso funziona e viene tirato a lucido nelle notti di gala per far cadere in depressione gli attaccanti più spietati. E' successo con Joele Banchetti, bomber del Grottaccia che Venerdì sera ha sbattuto per due volte sui guantoni del "Barba". Due tiri liberi disinnescati. E per essere generosi aggiungiamo al menù anche il calcio di rigore neutralizzato con la complicità della traversa. A 28 anni è utile in partita e in allenamento, dove fa da chioccia al giovane emergente Fabbri. Factotum.
UN BRINDISI AI PLAYOFF – DAVIDE LOPEZ (Dinamis 1990)
In alto i calici. Lui che a Brindisi ci è nato, pugliese doc e marchigiano di adozione, un brindisi metaforico se lo concede insieme al gruppo Dinamis per festeggiare la doppietta al Riviera delle Palme e l'avvicinarsi del traguardo playoff. Ora che il tempo stringe e il campionato entra nel vivo il margine di errore si riduce, ma il laterale 28enne risponde alla pressione con una disinvoltura da veterano. In scioltezza sta pilotando la squadra verso la meta. La stessa meta sfumata lo scorso anno per colpa della differenza punti. Sorseggiando l'euforia, il grido è uno soltanto: alla salute! Roccia.
AQUILA REALE - MATTEO BOTTOLINI (Futsal Cobà)
Campionato: 17 presenze, 18 gol. Coppa: 6 presenze, 10 gol. Con lui in campo gli Sharks partono sempre da 1-0 e quando il colpo di mercato venne annunciato la scorsa estate tutti si sarebbero aspettati un epilogo simile. Astuzia e qualità, il "Botto". Concedetegli un centimetro lungolinea e ve ne pentirete amaramente. In diagonale, sul primo palo, a porta vuota oppure con una serie di dribbling ubriacanti: ricorre a mille soluzioni il talento ascolano. Da applausi il capolavoro confezionato a Falconara. Slalom e saetta all'incrocio celebrata con una corsa sulle gradinate. Per spalancare le ali e decollare verso l'ennesimo trionfo. Rapace.
Marco Cognigni
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Commenti
Purtroppo quelli del Fano C5 non impareranno mai è nel loro DNA....con Solazzi in primis che è un gran coniglio in quanto dopo lo schiaffo al portiere ospite nel momento del saluto a fine partita è scappato negli spogliatoi più veloce di Bolt!!!!!!
Complimenti così vi salvate sicuro, menando la gente!
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