Serie C1: Analisi 4° giornata
C'E' POSTO PER ME?
Sorprendere. E' ciò che vorremmo riuscire a fare nella vita di tutti i giorni, per movimentare le giornate nostre e di chi ci sta intorno.
Sorprendere. E' un modo per sfogare la fantasia, per uscire dagli schemi, per indossare i panni di un personaggio che non ci appartiene.
Sorprendere. E' l'inno che esalta l'eccezione, una museruola alla noia, la colonna sonora del “chi se ne frega”. La canti a squarciagola e ti dimentichi di tutto il resto.
Sorprendere non è semplice. E' un verbo con sfumature positive e negative. Il vetro dello specchio può riflettere un'immagine migliore o peggiore di quella preventivata, tutto sta nella capacità di metabolizzare il verdetto e dare alle cose il giusto peso.
La Serie C1 del nostro amato calcio a cinque regionale è piena di sorprese. Rivelazioni che dal nulla hanno bussato alla porta del Paradiso avvicinandosi all'uscio in punta di piedi e con estrema educazione, ma anche allievi al secondo anno che hanno già provato l'ebrezza dell'inedito e si divertono a marciare in scia agli straordinari voti dell'ultima pagella.
Futsal Potenza Picena e Cagli, oggi, sono ritratti della salute. Faccine dove il sorriso imperversa senza timori. La stagione 2016-17 le ha accolte con i palloncini, i festoni e il cartello “welcome” stampato a caratteri cubitali sulle pareti di palazzetti calorosi e piccoli.
Come le aspettative che alla vigilia circondavano realtà intenzionate a costruire qualcosa di un pochino più grande.
Vincere in trasferta e spezzare l'incantesimo. Con questo diktat il Cagli allenato da Giacomo Giommi ha parcheggiato davanti alla tana del Futsal Sambucheto. Riscaldamento e sguardo fisso sull'obiettivo, poco importa se dall'altra parte le defezioni di Delcuratolo e Pizzicotti hanno contribuito a rendere la nuvola meno minacciosa e carica di pioggia. Sul parquet il fulmine, quello vero, è stato Michele Orlandi. Una saetta che per ben tre volte ha tagliato a metà la difesa avversaria, aprendo spazi e sfruttando a meraviglia un paio di ripartenze veloci. Vane le fiammate di Ignacio Giaconi, salito in cattedra per riaccendere un lumicino di speranza subito represso dagli ospiti. A loro il merito di aver limitato i danni dopo l'espulsione del pivot Samuele Buroni. Menzione d'onore per l'estremo difensore Leonardo Celli, sempre sul pezzo sopratutto nella fase topica del match.
Semaforo verde per il Futsal Potenza Picena, nonostante un rosso e un piccolo giallo si fossero illuminati per agevolare la rincorsa dell'Eagles Pagliare. Già, perché nemmeno il provvedimento disciplinare ai danni di Raffaele Cimmino (doppia ammonizione) e un rigore fallito hanno frenato l'andatura di Bonfigli e compagni. Il pedale dell'acceleratore è rimasto pigiato a tavoletta per quasi sessanta minuti, intervallati da una sciagurata fase di sbandamento che stava per costare carissima. Poi la bussola è tornata a indicare nord, premiando la testardaggine del bomber classe '93 Filippo Gattafoni che si è ripresentato sul dischetto (stavolta del tiro libero) per sgombrare la mente dai cattivi pensieri. Gol. Freddezza ai massimi storici, battito lento. Un successo dettato dal celebre “Fattore C”: cuore, coraggio e... clessidra. Il 7-6 maturato nel recupero è l'ennesima severa punizione che condanna la banda Bachetti e la inchioda ai bassifondi. La meritocrazia, stavolta, si è piegata alla crudeltà del tabellino e oltre al danno è arrivata la beffa: sospetta distorsione al ginocchio per Alessandro Luciani. L'impressione è che Venerdì contro Riviera delle Palme ci si giocherà una bella fetta di credibilità.
L'altra squadra a zero punti si chiama Csi Stella. Poche sorprese e molte conferme a Monsampolo, in primis l'obbligo di lavorare a testa bassa se si vuole risollevare una situazione apparentemente catastrofica. La mentalità giusta è quella del navigato Andrea Fusco, che si arma di umiltà e fa autocritica accusandosi di essere stato protagonista di un errore a inizio ripresa. Svarioni che non puoi permetterti se di fronte hai l'Ankon Nova Marmi dell'highlander Davide Bilò. La squadra di mister Croci non può regalare reti e non può regalare uomini in trasferta. Le assenze di Angelini e Clerici pesano come macigni in un quintetto che ha bisogno di essere al completo per esprimere il suo intero potenziale. Magari sbottonandosi un minimo e non limitandosi ad un atteggiamento “parassitario” votato a difesa e contropiede. I dorici questi problemi non li hanno. Si godono le invenzioni di un roster pieno di fantasia, catapultato sul piedistallo dai vellutati piedi di due signori del Futsal. Oltre all'eterno di cui sopra, non si può prescindere dalla sagacia tattica di Juninho, uomo assist e calamita acchiappa falli di quelle comode. Comodissime. Il 6-4 non ammette repliche: la vetta è lì, lontana un passo.
Da proporzioni tennistiche ci spostiamo verso altre ancora più drastiche. Ad esempio il 9-0 con cui la Dinamis ha strozzato in gola l'urlo pieno di sofferenza del Riviera delle Palme. Senza pietà i vari Viola, Pergolini, Lopez e Qorri. L'unica fretta è stata quella di mettere il risultato in cassaforte per poi consentire a mister Cecchini di ampliare le rotazioni e valutare qualche soluzione alternativa. A tal proposito ecco uscire dalla borsa di Mary Poppins il ventiduenne Maurizio Pellecchia, ex Città di Falconara al primo acuto in C1. Statistica dolcissima, esatto contrario di quella mostruosa che ha fatto addensare quintali di preoccupazioni nei pressi di San Benedetto del Tronto. Ventisei reti subite in tre partite somigliano all'uomo nero che trasforma le favole in incubi. Cassa di risonanza di questo allarme è la distinta corta: pochi elementi a disposizione, poche vie d'uscita. Equazione inesorabile. Venerdì a Pagliare la possibilità di giocare un jolly di discreta importanza, per usare un eufemismo.
I tre punti del Città Futura Montecchio rimbombano nello stereo di Fabrizio Pianosi. Musica a palla e pressione alta per soffocare sul nascere le velleità del Fano C5. Ricetta valida, ingolosita dal guizzo di Baldelli e dall'ottimo ingresso in partita del trentunenne albanese Besmir Hysa. Mimmo ha fatto irruzione dalla panchina servendo assist e realizzando una doppietta che è coincisa con una rigenerante boccata d'ossigeno. Sette gol sono un fatturato di tutto rispetto, mica bruscolini. Anzi sì, Bruscolini con la maiuscola. Vale a dire il cognome di Luca, capace di completare l'elenco dei bomber di giornata insieme a Brancorsini e Bacciaglia. Fano? E' l'emblema dell'impegno, della lotta. E' il soldato che va in guerra senza tuta mimetica, perché il petto gonfio d'orgoglio è meglio lasciarlo libero da costrizioni. Peccato però che le assenze di alcuni interpreti di spicco alimentino un gap che non sempre si colma allo schioccar delle dita.
Parlavamo di sorprese nell'attacco del pezzo. Capita spesso, nei derby, di assistere a colpi di scena più o meno inattesi. Il trionfo del Futsal Askl ai danni del Bocastrum fa scalpore, se non altro per la velocità con cui l'ex Adverso è riuscita a lasciarsi alle spalle l'assenza di Schiavi e la squalifica per tre giornate del capitano Gianmarco Paolini. Tre sono stati anche i gol di Simone Felicetti, principe della serata e bandiera di un cinismo fondamentale per ridurre il margine di fallimento. Stranamente sciupona la compagine guidata da Bernardino Giordani, ordinata per un tempo ma ipnotizzata dai tentacoli del polipo Luca Ionni nella fase cruciale del match. Il cantiere resta aperto. Su due ottimi operai, giovani e forti, può contare l'altro mister Sergio Bartolomei: Lorenzo Di Fabio e Davide Falconi hanno il futuro dalla parte del manico.
I lavori procedono a gonfie vele in casa Futsal Cobà. La capolista ha spazzato via come un ciclone anche il Città di Falconara, senza esagerare nell'impeto (8-4) ma limitandosi ad un pomeriggio di ordinaria amministrazione. Un dolore alla spalla ha tenuto fuori Roberto Vallucci, ma molto più male avrebbe fatto un pezzo di cuore ferito da un eventuale gol segnato alla sua amata ex. Il compito è stato svolto in maniera egregia da Giampiero Mindoli, Giacomo Di Gioacchino, Jacopo Serantoni, Alessandro Gabaldi e Matteo Bottolini, ben contenti di “sporcarsi le mani” per tenere a bada la comitiva di Angeletti. Il baby power degli ospiti non si smentisce mai: Michele Martedì, a dispetto del cognome, ha risposto presente anche nel fine settimana; Maicol Di Rocco ha confermato i progressi sbalorditivi registrati in questo avvio di campionato; Michele Grassi, infine, ha dimostrato di aver imparato moltissimo nei suoi trascorsi nelle giovanili del Cus Ancona.
“Not in my house”. Nel basket americano è la frase che identifica Dikembe Mutombo, eccellente stoppatore che a cavallo tra anni novanta e inizio duemila ribadiva il concetto agli avversari rispediti al mittente dondolando l'indice della mano destra. Gesto intimidatorio, metaforicamente ripetuto dal Grottaccia ogni volta che un quintetto si presenta a Cingoli. Lì no, non si passa. Al PalaQuaresima non bastano neanche i salti mortali. Se n'è accorto il Real Fabriano, tenuto a galla quasi per un tempo dalle prodezze del portiere Lorenzo Calussi prima di crollare sotto le staffilate di Joele Banchetti. A referto lui, Pasqui e Leonardo Fufi, mentre per Mamadou Diop la via del gol continua a essere stregata. I Pagliacci non disperano e ammortizzano il passaggio a vuoto sbirciando la classifica. Il loro nome è ancora inserito nel gruppone che viaggia a distanza di sicurezza dalle sabbie mobili.
The winner is...
Gli oscar, buoni e cattivi, giornata dopo giornata...
Il Tuttologo
Davide Bilò (Ankon Nova Marmi)
Allenatore e giocatore. Non si fa mancare nulla questo ragazzino di 41 anni. Ogni giorno che passa corrisponde a una nuova sfida, atteggiamento classico di chi non si accontenta e punta a tagliare ambiziosi traguardi. Leader carismatico dalla personalità straripante, orchestra la manovra e finalizza, gestisce e coordina, crea e raramente distrugge. Valore aggiunto dal peso immane. Grazie a lui nel capoluogo sognano un campionato di vertice. Tutto incluso.
La Scoperta
Michele Grassi (Città di Falconara)
Bella questa squadra. Con la pelle liscia e al massimo qualche brufoletto, ma ci piace così. No, niente tifo. Niente faziosità. L'elogio si riferisce alla politica di una società giovane, che sta ricostruendo dalle fondamenta senza preoccuparsi troppo del presente. Questa settimana tocca a lui, elemento del vivaio della Tre Colli cresciuto successivamente nella trafila del Cus Ancona. La doppietta al Pala Savelli se la ricorderà a lungo. Da urlo la seconda rete segnata al Cobà con un visionario scavetto da quasi trenta metri. Ispirato.
Il Freddo
Simone Felicetti (Futsal ASKL)
A Fabriano è mancato, ed è arrivata la sconfitta. Nel derby c'era e si è fatto sentire, graffiando tre volte il Bocastrum e mandando in delirio la Palestra Monticelli. Terminale spietato, quando c'è da pungere è peggio di un ago. In alcuni frangenti della partita sparisce, lo vedi meno, ma è un compromesso al quale scendi volentieri perché sai che all'improvviso colpirà. Talismano.
Il Bronzo
Besmir Hysa (Città Futura Montecchio)
Scolpito nel marmo, ha una massa muscolare che nemmeno Drogba ai tempi del Chelsea. Non lo sposti. Ci provi per onor di firma, ma sai già che è una battaglia persa. Ha messo in ginocchio Fano entrando dalla panchina e cambiando faccia alla partita, servendo assist e scrivendo due volte il suo nome del tabellino dei marcatori. Lavora per la squadra, si sacrifica, fa legna ed è lucido. La velocità non è indispensabile. Statua.
L'intermittente
Giacomo Di Gioacchino (Futsal Cobà)
Il suo è un oscar particolare. Metaforicamente parlando è il cattivo che diventa buono, il ribelle parzialmente inespresso che forse (alleluia) ha trovato l'habitat ideale per fare il salto di qualità. Nella rosa eccellente degli “Sharks” non può recitare un ruolo da attore protagonista, ma l'impressione è che questa modifica al copione possa aiutarlo a crescere. A consacrarsi. A ritagliarsi un ruolo che con pazienza e buona volontà lo spingerà a togliersi enormi soddisfazioni. E' ciò che gli auguriamo, perché oltre a qualche limite ha qualità da vendere. Riscatto.
Marco Cognigni
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