Futsal Marche

SERIE C: IL RACCONTO DELLE FINALS 2017

Se n'è andata. In fretta, forse troppo, perché per una settimana ci siamo divertiti facendo festa intorno a un rettangolo accarezzato da un pallone che rotola. L'edizione 2017 delle Finals Cup è stata graffiante al punto giusto.

Ha centrato il bersaglio. Ha dribblato l'indifferenza catturando l'attenzione della gente. Ha appassionato i discepoli del rimbalzo controllato coinvolgendoli sul posto e a distanza grazie a curatissime dirette streaming. A dispetto delle temperature polari ha scaldato i cuori dei protagonisti. E gli animi di qualche addetto ai lavori travolto dalle comprensibili tensioni del momento.

Parentesi più o meno fugaci. Nella galleria dei ricordi resterà una verità assoluta, uno scatto copertina a tinte bianco-azzurre: il Futsal Cobà sale sul podio del PalaSavelli, solleva al cielo il trofeo e urla ai quattro venti la soddisfazione per aver raggiunto un prestigioso traguardo. La scalata all'olimpo non è stata semplice per gli Sharks, affatto. Merito di un Città Futura Montecchio indomito e guerriero, merito di un Futsal Askl che dopo l'exploit di campionato nascondeva all'interno del suo nome paure e preoccupazioni. Merito sopratutto di una Ankon Nova Marmi orgogliosa, testarda, grintosa e stupefacente fino a venti minuti dal triplice fischio. Fino a quando, cioè, la reazione dei padroni di casa si è palesata in maniera dirompente.

Passeggiando nel corridoio della kermesse, l'occhio si posa su una serie di istantanee: il cinismo stretto nel pugno chiuso durante l'esultanza di Guido Campofredano, leone dorico decisivo in semifinale e implacabile nell'atto conclusivo con una tripletta illusoria ma dolcissima; la linguaccia di Giacomo Cassaro dopo il missile del 2-2, un mix di lucido delirio e di sana consapevolezza da parte di chi, fedele al soprannome di Profeta, sa di possedere uno smisurato talento; il petto in fuori di un monumentale Alessandro Gabaldi, Professore con i muscoli scolpiti nella roccia e il mirino delle grandi occasioni rispolverato con impeccabile puntualità.

Attimi. Flash che sintetizzano un'ora sopra la quale la percezione scorre a fiumi. Il desiderio sarebbe quello di scrivere un libro approfondendo ogni minimo dettaglio. Non si può, non è il caso. Ed è meglio. L'ultima citazione doverosa, prima di divagare e fare qualche passo a ritroso, è dedicata a Nicolino Rocchi. Autentico guru di questa manifestazione. Ieri Adverso, oggi Cobà, stessa identica abilità nel condurre il gruppo fino al capolinea. Ha vinto lui, fino a prova contraria hanno vinto le sue scelte e la sua gestione. “Certo, allena il Dream Team della C1...”, rimbomba il coro unanime dei detrattori. Ok, ma tienilo a bada e valorizzalo il Dream Team. Fai sentire tutti importanti, alterna le pedine appena il contesto lo permette, alza la voce quando necessario e armati di comprensività se ciò ti aiuta a risolvere i problemi. Non è un gioco da ragazzi. E' un gioco da uomini. Con gli attributi.

Ma le Finals sono state molto, molto di più. Un teatro fiero di applaudire l'impegno e il sudore versato dal Città Futura Montecchio, osso duro per i futuri campioni nonostante il delicato periodo di transizione a cavallo tra la vecchia gestione Pianosi e la nuova era Aiudi. Degna di lode anche la sportività della Bocastrum, signora nell'accettare il drastico verdetto del campo in attesa di pronti riscatti e risultati più confortanti. Dall'obiettivo della cinepresa affiorano anche le gocce di veleno provenienti dall'ambiente orange del Cagli, beffato sul più bello dall'annullamento di una rete che avrebbe coronato in extremis una rimonta epica.

E poi? La curva del Pieve d'Ico, composta da una nutrita schiera di tifosi colorati e fedelissimi. Sesto uomo che ha trasformato la presunta “Cenerentola” di questo torneo in una meravigliosa sirena, che per poco non ipnotizza ai quarti di finale Bilò e soci. Chapeau al Futsal Askl di Felicetti, Paolini e Sestili. Senza dimenticare i valorosi gemelli Benigni, costretti ad ingoiare un boccone amaro sia in prima squadra che in Under 18. Il futuro è dalla loro: la biro è piena di inchiostro, da usare per riempire pagine preziose ed esaltanti del calcio a cinque marchigiano. In un angolo fa capolino la macchia celeste del Futsal Sambucheto, sporcata dal “giallo” riguardante una punizione indiretta rea di aver castigato in semifinale la banda Germani. A questo episodio si riferiscono le proteste, vibranti, dei maceratesi. Inutile improvvisarsi moviolisti da quattro soldi. Per una volta (benedetto streaming) ci sono YouTube e le immagini. Ciascuno sarà libero di costruirsi la propria opinione.

Finals 2017, l'album si chiude. Lo appoggiamo sullo scaffale e lo lasciamo riposare fino a quando, nostalgici, lo acchiapperemo soffiando sulla copertina per scansare un velo di polvere. Nessuna delle foto elencate sopra merita di essere strappata o bruciata. In fondo, pensateci bene: la “figata” dei ricordi è che quelli belli rimangono e nessuno ha il potere di cancellarli. Quelli tristi, invece, si possono rinnovare, aggiornare. Il destino concede sempre una seconda opportunità. Magari è il caso di cerchiare, già da ora, la prima settimana di Gennaio 2018: se n'è andata in fretta questa Coppa, ma tornerà. E noi non vediamo l'ora di riabbracciarla.

Marco Cognigni

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