Coppa Marche 2014-15: l'appendice degli 8°
ADVERSO-COBA' SI RIGIOCHERA'!
Ci scrive un lettore qualche settimana fa.
Omissis sul nome (santa privacy salvaci tu) ma riassuntino breve del testo.
“Trasformista, sei bravino. Sono un tuo lettore storico da tempo e ti leggo sempre. Solo che sei lento nello scrivere i pezzi. Per esempio ancora non c’è quello sull’esito degli ottavi di Coppa.”
In estrema sintesi.
Tralasciando la spiegazione sulla congenita personale lumacaggine, al lettore spiegavo come in realtà gli ottavi di Coppa Marche maschile di serie C non fossero ancora conclusi.
GIà. Perché la parola spettava a tutti agli organi di giustizia. Non nuovi a clamorosi ribaltamenti nelle varie fasi di giudizio.
Ovviamente ci si riferiva al caso Adverso Ascoli – Futsal Coba. Gara sospesa al 45' sul punteggio di 2-5 per invasione di campo e intemperanze tra le due contendenti.
Caro lettore, così è stato.
Anzi, ti dirò di più. C’è pure una nuova clamorosa novità.
Adverso Ascoli – Futsal Cobà si rigiocherà.
Qui sotto riportiamo in toto la sentenza della Corte d’Appello Federale, pubblicata sul comunicato numero 72 edito il 18 novembre.
Oltre alla ripetizione della gara (andata 5-3 per gli sharks), è stata ridotta a 3 giornate la squalifica del brasiliano Leandro Pereira.
RECLAMO A.S.D. ADVERSO ASCOLI PICENO AVVERSO SANZIONI MERITO GARA ADVERSO ASCOLI PICENO/FUTSAL COBA’ DEL 21.10.2014 COPPA ITALIA CALCIO A 5
(Delibera del Giudice sportivo del Comitato Regionale Marche - Com. Uff. n. 60 del 30.10.2014)
Il Giudice sportivo del Comitato Regionale Marche, con decisione pubblicata sul Com. Uff. indicato in epigrafe, applicava, tra le altre, le seguenti sanzioni:
a) perdita della gara per 0 a 6 e l’ammenda di € 200,00 all’A.S.D. Adverso Ascoli Piceno per il comportamento violento di un proprio calciatore e per avere permesso che alcuni propri sostenitori entrassero sul terreno di gioco, così da costringere l’arbitro a sospendere definitivamente l’incontro;
b) squalifica fino al 31 gennaio 2015 al calciatore PEREIRA Leandro Cesar, asseritamente tesserato per la reclamante, per il comportamento da questi osservato, nel corso della gara, nei confronti di un avversario e dell’arbitro;
c) inibizione fino al 26 novembre 2014 al dirigente BELLINI Antonio, per il comportamento da questi tenuto, nel corso della gara, nei confronti di un calciatore della squadra avversaria.
Avverso tali decisioni, con unico atto, ha proposto reclamo l’A.S.D. Adverso Ascoli Piceno chiedendo: in via istruttoria, l’acquisizione delle fotografie e del filmato della gara, nonché del verbale degli Agenti della Polizia di Stato della Questura di Ascoli Piceno - sezione Volanti - intervenuti; nel merito, l’aggiudicazione della gara a proprio favore o, quantomeno, la ripetizione della stessa; l’annullamento o la riduzione dell’inibizione applicata al proprio dirigente; la riduzione della squalifica inflitta al proprio calciatore.
Deduceva la reclamante che:
- l’arbitro, nel prendere la decisione di interrompere definitivamente l’incontro, non avrebbe messo in atto tutte le procedure previste dal punto 14 della Regola 5 della Guida dell’A.I.A.;
- il calciatore Pereira Leandro Cesar tenne effettivamente il comportamento descritto dall’ufficiale di gara, ma perché ripetutamente provocato, colpito ed offeso, anche con espressioni di stampo razzista, dal calciatore della squadra avversaria che poi lo stesso Pereira inseguì fino all’ingresso degli spogliatoi e colpì sia pure solo “di striscio”;
- i sostenitori che fecero ingresso sul terreno di gioco - per il quale l’arbitro decise di interrompere definitivamente l’incontro - in realtà erano in numero di tre, tutti appartenenti alla Futsal Cobà: uno infatti ne indossava la maglia con lo stemma, mentre gli altri due erano “professionisti della sicurezza” che entrarono ed uscirono insieme ai tesserati della stessa squadra ospite;
- i propri dirigenti, vedendo l’ingresso in campo dei tre sostenitori ospiti, chiamarono immediatamente le Forze dell’Ordine poiché, in particolare, i due addetti alla sicurezza - poi identificati dagli Agenti della Polizia intervenuti in soggetti abitanti in Porto San Giorgio, città di provenienza della Futsal Cobà - stazionavano all’interno del campo, rifiutandosi di uscire ed impedendo così la prosecuzione della gara;
- i propri dirigenti si comportarono correttamente, con la massima diligenza a tutela dell’arbitro e degli avversari, facendo tutto il possibile per far riprendere la gara, l’interruzione definitiva della quale, quindi, non potrebbe essere addebitale.
Con missiva in data 5 novembre 20014, l’A.S.D. Futsal Cobà, controinteressata, ha fatto pervenire proprie controdeduzioni.
Sentito a chiarimenti, l’arbitro ha precisato che a seguito della segnatura di una rete da parte della squadra ospite, il dirigente Bellini Antonio, scritto nell’elenco di gara dell’Adverso Ascoli Piceno, entrò sul terreno di gioco e prese a spinte il capitano della Futsal Cobà che, nel frattempo, dalla panchina aveva raggiunto i suoi compagni di squadra per festeggiare; entrarono allora sul terreno di gioco due sostenitori della squadra ospitata, i quali si misero davanti al loro capitano con le braccia larghe impedendo così a chiunque di raggiungerlo, in particolare impedendolo al calciatore Pereira Leandro Cesar; questi, allora, si rivolse al direttore di gara, offendendolo e poi colpì al volto con una manata o con un pugno il capitano della Futsal Cobà, prima di essere definitivamente portato via da un dirigente e da un suo compagno di squadra.
L’arbitro ha quindi dichiarato che “Dopo ciò la situazione è tornata alla normalità”; di avere chiesto ai capitani delle due squadre se fossero stati in grado di proseguire la gara e di avere avuto risposta positiva dal capitano della Futsal Cobà e negativa da quello dell’Adverso Ascoli Piceno, ma di non avere comunicato loro di voler riprendere l’incontro e di avere, quindi, deciso di sospenderlo definitivamente.
Lo stesso direttore di gara ha precisato di non essere stato per nulla coinvolto nei fatti che precedettero la sospensione definitiva dell’incontro.
LA CORTE SPORTIVA D’APPELLO TERRITORIALE
- letto il reclamo ed esaminati gli atti ufficiali di gara;
- ascoltato l’arbitro e la reclamante;
- udito in camera di consiglio il Giudice relatore;
- preliminarmente osserva la Corte che, essendosi in presenza di tre distinti gravami, concernenti fatti tra loro distinti, va disposto il versamento, da parte della società reclamante, di due ulteriori tasse reclamo;
- rilevata l’inammissibilità delle controdeduzioni della società resistente per tardività, essendo qui pervenute alle ore 14,21 del 5 novembre 2014, a fronte della notifica di copia del reclamo alla stessa effettuato dalla reclamante il 31 ottobre 2014 e, quindi, oltre il termine delle “ore 12.00 del giorno successivo alla data di ricezione del reclamo” come statuito dalla FIGC nel Com. Uff. n. 154/A, pubblicato dal Comitato Regionale Marche in allegato al Com. Uff. n. 12 del 14 agosto 2014;
- rilevata l’inammissibilità del gravame sub c), avverso l’inibizione fino al 26 novembre 2014 applicata al dirigente Bellini Antonio, ai sensi e per gli effetti di cui all’art. 45, comma 3, lett. b) del Codice di giustizia sportiva, siccome sanzione inferiore al minimo ivi previsto;
- ribadito che la precisione, l’univocità e la non contraddittorietà degli atti ufficiali attribuiscono loro valenza probatoria privilegiata che non può essere disattesa per la diversa versione fornita dalle parti, il che esclude il ricorso agli accertamenti istruttori sollecitati dalle due società;
- ritenuto di dover accogliere il gravame sub a), con conseguente annullamento della delibera impugnata, in quanto, in ordine alla sanzione sportiva della perdita della gara, appare ingiustificata l’interruzione dell’incontro sancita dall’arbitro, non ricorrendo nel caso di specie - né invero dallo stesso invocate - alcuna delle condizioni richieste dalle norme regolamentari (art. 64 n. 2 NOIF e 17 n. 4 Cgs); al riguardo, va affermato il principio secondo il quale la sussistenza delle ragioni che conducono alla decisione di interrompere definitivamente la gara deve essere verificata con riferimento ad un criterio oggettivo e su tale determinazione può, dunque, esercitarsi il sindacato ad opera degli organi di giustizia sportiva; con riferimento al caso che ci occupa, va rilevato come gli episodi accaduti sul campo, riassunti nel referto arbitrale e qui dall’arbitro ulteriormente chiariti, non integrino situazione rispetto alla quale potesse considerarsi ineluttabilmente turbato l’andamento della gara e il normale svolgimento della condotta arbitrale; gli episodi descritti dal direttore di gara non possono considerarsi di per sé prodromici né di uno stato di pericolo per la sua persona né di una degenerazione nel comportamento degli atleti in campo, il cui contegno, se del caso, poteva essere sostenuto da una condotta arbitrale improntata – più che alla rinuncia – alla ricerca di ogni ulteriore strumento per il governo della disciplina; secondo quanto qui dallo stesso asserito infatti, la situazione era tornata alla normalità; quanto alla sanzione pecuniaria applicata alla reclamante, nell’espletata istruttoria è emerso che nessuno dei propri sostenitori fece ingresso in campo e che i due estranei che entrarono sul terreno di gioco appartenevano in realtà alla società ospite, mentre il calciatore Pereira, per il comportamento violento ascrittogli, è stato sanzionato con specifico provvedimento;
- quanto al gravame sub b), preliminarmente deve rilevarsi come, in casi come quello in esame, le sanzioni applicabili ai calciatori in relazione a gare di Coppa Regione, “si scontano nelle rispettive competizioni” (art. 19, n. 11.1 Cgs); nel merito, il calciatore Pereira si è reso colpevole di condotta violenta nei confronti di un avversario e di condotta offensiva nei confronti dell’arbitro, con le modalità da questi descritte - con esclusione della continuazione tra gli episodi contestati - per una pena complessiva quindi come da dispositivo, tenuto conto che il calciatore in questione ha già scontato, in Campionato, parte della sanzione applicatagli in prime cure;
P.Q.M.
ritiene di dover separare il reclamo come innanzi presentato dalla l’A.S.D. Adverso Ascoli Piceno in tre distinti appelli in quanto relativi a fattispecie diverse, ancorché accadute nel contesto della stessa gara e, rispettivamente:
- dichiara inammissibile, ex art. 45, comma 3, lett. b) del Codice di giustizia sportiva, il gravame avverso l’inibizione applicata al dirigente BELLINI Antonio, disponendo incamerarsi la relativa tassa;
- annulla la delibera relativa all’applicazione della sanzione sportiva della perdita della gara e dell’ammenda applicata alla società, disponendo altresì il recupero dell’incontro suindicato, dandone mandato al competente Comitato Regionale Marche, ed ordina la restituzione della tassa reclamo;
- accoglie il gravame avverso la squalifica inflitta al calciatore PEREIRA Leandro Cesar e, per l’effetto, la riduce, tenuto conto del sofferto, a tre giornate di gara, disponendo la restituzione della tassa reclamo.
Trasformista
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Commenti
non sarebbe stato più giusto rigiocare i minuti di gara mancanti?
e finchè nn vinco lo rifaccio!!!
bella cosa...!!!
le final eight sono state già assegnate al real lions mi pare
Citazione RE:appassionato :
Allora non capisco come mai dei signori tanto a modo e garbati abbiano portato con loro 2 ENERGUMENI A BORDO CAMPO (persone non in distinta NON POSSONO ENTRARE IN CAMPO)che alla prima occasione sono entrati in campo per farsi giustizia con le mani!!!
Diciamo che la Adverso stava perdendo una partita con un arbitro in chiara malafede.
Io sono invece indignato di come non sia pesantemente multata una società rea di portare dei buttafuori nemmeno in tribuna ma in campo.
comunque ti ripeto, le mie considerazioni si basano solo su quello che ho letto ma se vuoi darmi delucidazioni tu potresti spiegarmi come mai l'adverso non si è sentito di continuare la partita (credo che con un risultato opposto avrebbero stretto i denti per qualche minuto).
detto ciò sono molto d'accordo con te per quanto riguarda una sanzione nei confronti del cobà.
non l'ho mica inventato io che il capitano si è rifiutato di riprendere, è riportato nel comunicato.
quindi se non ho capito male l'arbitro in malafede invece di espellere il capitano dell'adverso e proseguire l'incontro che avrebbe portato alla vittoria della "sua squadra preferita" ha commesso un errore tecnico che ha favorito le povere vittime delle angherie di avversari e arbitro stesso... oh finalmente una bella notizia: la giustizia vince sempre!!!
1. A casa Adverso e Cobà. Le due squadre dovevano essere eliminate. Era l'unica cosa da fare. 0-6 a tavolino ad entrambe. Non hanno rappresentato lo spirito del calcio a 5 e delle Finals.
2. A casa devono andarci il Giudice Sportivo e il Presidente della Corte Sportiva Federale. Sono anni che si smentiscono tra loro, senza un minimo di senso logico, in antitesi con i precedenti, anche recenti. Pensiamo a Portos-Ripatransone.
3. a casa deve andarci chi ha scelto di cambiare designatore arbitrale e di favorire un'inspiegabile e non richiesto ricambio generazionale. Gli arbitri migliori ora stanno in D.
4. a casa deve andarci l'attuale designatore che manda ad arbitrare una gara del genere un arbitro totalmente inadeguato.
5. a casa l'arbitro di questa partita che alla fine, viste le sentenze, è passato per colpevole, ma ha continuato e continua ad arbitrare.
Citazione un pò di pubblicità:
CLAUDIO BAGLIONI:ADESSO LA PUBB LICITA
Questo è il regolamento (ovvero la teoria!) nel c.u. 72 c'è la pratica...
Se l'arbitro si trova estranei in campo potrà chiedere alla società ospitante di invitarli ad andarsene e riprendere il gioco.
Ma se gli estraeni sono ospiti e con cattive intenzioni non vogliono andarsene, non spetta ai giocatori di casa garantire il proseguo della partita.
Il caso che si prenda provvedimenti disciplinari a partire dal capitano riguarda occasioni in cui ci si rifiuti di continuare la gara pur essendoci le condizioni.....non è ovviamente questo il caso.
se fosse come dici tu, la commissione disciplinare non avrebbe disposto la ripetizione della gara....... ma avrebbe confermato in toto la sentenza di 1° grado.
cmq fatto sta che l'arbitro ha sbagliato è solo lui deputato a decidere e se anke lui ha detto ke si poteva riprendere, non doveva farsi influenzare dai giocatori nel decidere la sospensione definitiva della gara!!
visto che eri testimone, dovrebbe essere semplice comprendere quanto da me scritto sopra.......
l'arbitro ha dichiarato che era presente la forza pubblica, che secondo lui tutto era tornato alla calma, e che non ha ripreso la gara solo perchè il capitano locale si è rifiutato di riprendere il gioco, E' QUESTO L'ERRORE TECNICO, tutto il resto è filosofia!!!!
ma quello che volevo dire che se il cobà non avesse portato due buttafuori a mio parere non sarebbe successo niente di grave
mio nonno aveva tre palle era un filpper!!
non si può fare un processo alle intenzioni, ma si deve ragionare sull'accaduto, poichè i regolamenti si basano su quanto accaduto e non su quello che sarebbe successo se.....
del resto essesndo un evento aperto al pubblico, ognuno porta chi vuole e chiunque può assistere, diverso è il discorso sulla condotta da tenere, per me bisogna focalizzare l'attenzione su questo aspetto, il resto ripeto è pura filosofia!!!!
hai ragione! !
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