Martina Mencaccini e quel no alla Lazio campione d'Italia: "Ne sono davvero lusingata. Ma la mia vita è qui al Città di Falconara."
Negli sport di squadra il mercato, inteso come trasferimento di atleti da una società ad un’altra, ha da sempre condizionato l’andamento dei campionati.
Con i club più blasonati e potenti sempre pronti ad accaparrarsi i campioni altrui.
Così va la sport… e così la vita. Non way.
Il calcio, lo sport italico ahi noi più popolare, ci tramanda però illustri eccezioni.
Si pensi a Gigi Riva, il celebre Rombo di Tuono nazionale in forza al Cagliari, rimasto fedele tutta la carriera alla Sardegna. A Francesco Totti, il Pupone ottavo re di Roma, sempre riottoso alle chiamate di club facoltosi, fosse anche il Real Madrid. Al più recente Toto’ Di Natale, rimasto sposo eterno di Udine, nonostante la corte delle migliori squadre della penisola.
Qui ovviamente parliamo di altre storie.
Siamo su un altro pianeta. Quello del futsal. E quello del femminile.
Non siamo nel professionismo, anche se questa serie A ci si avvicina. E di parecchio.
E’ la storia di Martina Mencaccini, 27 anni da Pergola.
Sin dalla sua fondazione, nel 2012 dopo la strana fusione tra Leopardi Falconara (maschile) e Dolphins Ancona (femminile), è l’atleta simbolo del Città di Falconara.
62 partite e 107 reti tra serie A e serie C, una promozione in A, due supercoppe regionali e un 6° posto al debutto nella massima serie, recita il suo formidabile ranking in maglia falconarese.
Quello che le cifre non dicono è una devozione totale alla causa. Assist, recuperi prodigiosi, difesa a tutto campo, per quella che è universalmente considerata la giocatrice più forte delle Marche.
Titolo virtuale e non solo… vista la conquista dello scudetto al 52° Torneo delle Regioni, giocato da MVP e capocannoniere.
Succede così che ogni estate qualche club bussi alla porta della Pulce di Pergola. Invano.
E succede che pochi giorni fa arrivi la chiamata di sua maestà la Lazio.
La Lazio campione d’Italia. La Lazio vincitrice della Coppa Italia. La Lazio vincitrice della Supercoppa. La Lazio del dream team. La Lazio del pallone d’oro Lucileia.
Una chiamata a cui non si può dire di no.
Ma non è questa la storia che vi stiamo per raccontare…
Allora Martina, bentornata su Futsalmarche.it. Raccontaci come ti ha contattato la Lazio?
“Grazie del bentornato. Non mi hanno contattato direttamente. Hanno avanzato una richiesta ufficiale diretta alla mia società che poi me l’ha subito riferito, lasciandomi libera di scegliere, in base ai principi fondanti del club. E cioè che ogni giocatore e giocatrice è libero di andarsene quando vuole.”
Dicci cosa è successo quando te l’hanno detto?
“Erano tutti dentro lo stanzone degli spogliatoi. C’era un silenzio irreale. Me l’ha detto Mirco Massa con una voce molto contrita. All’inizio ho pensato subito che fosse uno scherzo. E non sarebbe stat la prima volta (sorrisone, ndr)…"
E cosa hai deciso?
“Ho deciso di non prendere in considerazione la proposta. Non ci ho pensato due volte. La mia vita è qui. Sarebbe stato un cambiamento troppo grande ed in più ci sono motivazioni insormontabili.
Non mi va di lasciare incompiuto un percorso fatto con le mie compagne, i miei allenatori, i miei dirigenti e i nostri tifosi. Inoltre, qualora dovessi fare un’esperienza del genere, la farei dall’inizio della stagione.“
… ma certi treni potrebbe non passare più?
“Pazienza. Non me ne pento per nulla.
Mi ha fatto enormemente piacere che questo tipo di squadra abbia pensato a me per provare a rinforzarsi.”
Andiamo sull’attualità. La sconfitta col Napoli ha frenato la vostra corsa e ora arriva il Città di Sora…
“La sconfitta a Marigliano è stata brutta e meritata. Ora abbiamo di nuovo una partita in casa. E dobbiamo mettere in campo quella grinta che non abbiamo messo in Campania. Compagna per compagna. Solo così potremo sperare di poter vincere domenica.”
Come giudichi sinora il percorso del Città di Falconara?
“Altalenante. L’inizio è stato difficile. Il calendario ci ha messo subito di fronte degli squadroni. Però ci è servito per farci le ossa. A parte l’ultima partita, siamo riuscite a veder chi siamo e qual è il nostro valore.”
Dal 1° gennaio partirà la Nazionale femminile. Inutile dirti che tutte le Marche fanno il tifo perché la sua figlia prediletta vesta un giorno la maglia azzurra. Tu ci pensi?
“Ovviamente ci penso e altrettanto banalmente ti dico che ci spero.
Sarebbe un premio eccezionale che ripagherebbe i tanti sacrifici che ho fatto in carriera. E per quanti ne ho fatti onestamente penso di meritarmelo.
Detto questo c’è un selezionatore che farà le convocazioni e il mio rispetto, qualsiasi scelta si compia, sarà totale. Di certo se accadesse sarei travolta da un’emozione fortissima, il cui solo pensiero mi riempie d’orgoglio.”
Marco Bramucci
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