La gioia incontenibile di The One Mirco Massa: "Finalmente sono in serie A. E ci vado con una grande famiglia, il Città di Falconara."
Il nuovo re della serie C femminile si chiama Mirco Massa. Il "The One" scrive la storia di una società costituitasi nemmeno un anno fa. “Città di Falconara”, realtà nata dall'incontro tra i Dolphins di Ancona, futsal al femminile e la Leopardi di Falconara, fino a quel momento società prettamente maschile, è la nuova regina.
Una formidabile scalata alla vetta: 19 vittorie su 19 gare giocate. 146 gol segnati, 29 subiti. Martina Mencaccini capocannoniere assoluto del torneo con 52 gol. A più 15 dalla seconda (Real Macerata) e a tre giornate al termine, ecco che l'impresa questa volta gli è riuscita. In più, sabato scorso, sugli spalti di un Pala Badiali nostalgico da tempo di un folto pubblico, altro dato: 400 tifosi a festeggiare il trionfo. Una cosa mai vista.
Dicevamo. Un tempo furono i Dolphins. Ora Città di Falconara. Un tempo furono delfini, dolci e mansueti. Ora leopardi, affamati, dediti al gruppo sopra ogni cosa. Un tempo fu Mirco Massa. E lo è ancora. Lui non è cambiato. O forse si. Un “Io” trasformatosi in “Noi”. La scoperta di una realtà che senza di lui avrebbe un qualcosa in meno e viceversa.
Nella sua nuova dimora ha vinto il suo primo campionato femminile di serie C. Fiero e commosso come non mai. Il personaggio che si è costruito, spocchioso fino alla fine, non gli permette di perdersi nei meandri dei ringraziamenti. O meglio, accenna a qualcosa, ma il suo grande cuore non è per tutti. Non serve un'intervista per far sapere alla società e alla squadra quanta vita gli hanno restituito.
Partiamo dalla fine. Cosa è successo sabato scorso?
“E' stato il delirio. A un certo punto non riuscivo più neanche a sentire i fischi dell'arbitro! Sul finale ho chiamato un time out solo per ringraziare il pubblico: io e la squadra ci siamo messi ad applaudirlo. Ero super emozionato. Ho pianto di gioia.”
Il tuo primo pensiero al fischio finale.
“Era ora! Quando l'arbitro ha fischiato, è stata una liberazione. Yeni Benitez si è rivolta a me, ringraziandomi per averla portata qui, un'emozione che, probabilmente, non avrebbe mai provato. Questi sono i momenti che mi commuovono.”
La prima cosa che hai fatto?
“Ho abbracciato tutte le ragazze. Comunque era dal giorno prima che piangevo... quelle stronze hanno iniziato a mandarmi tutti quei messaggini... ”
Si vocifera che nel dopo partita tu abbia alzato un po' troppo il gomito e fatto uno striptease..,
“Leggenda dice che alle 4 abbia fatto uno spogliarello... mica ti capita tutti i giorni di vincere un campionato e andare in serie A? Quella serata rimarrà negli annali.”
(Non è Mirco Massa se almeno una volta, durante l'arco dell'intervista, non snocciola tutto ciò che ha vinto).
“Sai quante vittorie ho ottenuto in carriera? 250, una media inglese impressionante, neanche Mourinho (e dice sul serio, of course!). È dodici anni che vinco, da quando sono nati i Dolphins, dal 2002: quattro campionati, tre Coppe Marche, tre Super Coppe, tre Coppe Primavera e la finisco qui, altrimenti ce ne sarebbero...”.
Oltre che per le vittorie, per che cosa ti piacerebbe essere ricordato?
“Per quello che ho fatto per il calcio a 5 femminile. Sono io che ho fatto pressione su Moretti (Giorgio) perché puntasse sul futsal rosa. Sono stato io che ho inventato la Rappresentativa femminile. Siamo partiti con otto squadre, siamo arrivati ad averne trentatrè.”
Facciamo finta che il tempo si sia fermato. Che sia rimasta all'ultima intervista fatta. Raccontami cosa è successo ai Dolphins e a Mirco Massa.
“Dopo la debacle nella finale regionale dello scorso anno (contro il Real Lions di Paolino Giampaoli,ndr) ho avuto un momento di sbandamento. Ho seriamente pensato se continuare o lasciare. Quest'estate Claudia (Catena, ndr) m'ha iniziato a parlare di Bramucci (Marco, ndr), conosciuto nella trasferta della Rappresentativa in Basilicata, dicendomi che avrebbe avuto piacere a fare una chiacchierata con me.”
La scorsa estate si parlava di fusione con il Real Lions di Paolino Giampaoli...
“Avrei tribolato. Lui poi non mi voleva come allenatore, ma io quello faccio! Se avessi accettato, sarei andato lì a fare il dirigente. E sarei andato via dopo dieci giorni. Per una serie A, comunque, avrei costruito un'altra squadra: se la devo fare tanto per, non la faccio.”
Amore e odio. Siamo alle solite. Il The One non si smentisce mai.
Scusami, però, ma, sabato scorso il Città di Falconara ha vinto la sua diciannovesima gara su diciannove incontri: campionato fin troppo facile o bravi voi?
“E' dall'inizio della stagione che dicevano avremmo vinto il campionato, ma devi capire che i nomi non vogliono dire nulla, devi dimostrare quanto vali sul campo.”
Cos'è cambiato dall'essere Dolphins all'essere Città di Falconara?
“Per quanto riguarda il gioco e il mio rapporto con le ragazze, non è cambiato nulla. Ho sempre basato tutto sulla sincerità. Non ho mai garantito il posto a nessuna, le mie giocatrici sono sempre partite alla pari. Per quanto riguarda la fusione, quest'anno non avevo una squadra, ma una famiglia. Sono innamorato di questo gruppo.”
Quanto è stata importante avere alle spalle una società pronta a condividere scelte, lacrime e sorrisi.
“Molto. Mirco Massa non è mai stato solo. Tutti hanno agito per il bene della squadra. E non stiamo parlando solo di vittorie. Faccio un esempio: lo scorso dicembre Lorenza Romagnoli s'è fatta male. La società non l'ha mai lasciata sola, seguendola nel cammino verso la guarigione.”
Come mai ti sei appassionato così tanto alla causa rosa?
“La cosa più bella è l'affetto che le ragazze ti danno. Un altro esempio: Simona Borgogelli l'ho presa nel 2002, non aveva mai giocato. Lei e le sue compagne giocavano a calcio in cinque. Ora è una delle più forti del panorama marchigiano. Ha poi avuto problemi al ginocchio, rischiava di non giocare più, l'ho seguita, dopo un anno ha ricominciato. Se l'è goduto tutto il cammino, gioia e dolori.”
Ti va di dare un aggettivo a ognuna delle tue giocatrici?
“Si.”
Con la solita sincerità che lo contraddistingue, è lui a elencarmi a una a una le protagoniste, ricordandosi tutti i numeri a memoria.
“Numero 1 Giulia Chiaraluce, bravissima; numero 3 Simona Borgogelli, intelligente; numero 5 Mara Capradossi, testarda; numero 6 Valentina Vescovo, meravigliosa; numero 7 Eleonora Lametti, “dura di comprendonio”; numero 8 Martina Mencaccini, esemplare; numero 10 Claudia Catena, affettuosa, come fai a non volerle bene?; numero 11 Diletta Cremonesi, dolce; numero 12 Sonia De Stefani, brava ragazza; numero 13 Lorenza Romagnoli, caparbia; numero 17 Pamela Gambelli, tenace; numero 20 Michela Amedano, prorompente; numero 24 Jeny Benitez, genio e sregolatezza; Ilaria Minnetti, che però ha dovuto smettere per problemi di lavoro, grande giocatrice, eccezionale.”
Passiamo allo staff.
“Lorenzo Morini, tenerone paraculo; Marco Bramucci, il presidente, eccezionale; Andrea Scaccia, dirigente, utile; Mirco Massa “The One”.”
Quanto è stato importante il presidente?
“Molto importante. È sempre stato vicinissimo alla squadra, non ci ha fatto mai mancare nulla.”
Sbaglio o dall'ultima volta che t'ho intervistato sembri molto più tranquillo?
“Si, sono circondato da una tale serenità... Avere una società che ti aiuta, che condivide con te ogni cosa... Se fossi stato solo, avrei vinto lo stesso il campionato, ma non avremmo avuto il palazzetto pieno (non si smentisce mai! ndr).”
Unico neo stagionale: la Coppa Marche. Fuori contro il Real Macerata. Cos'è successo?
“Finora non ho mai vinto entrambe le cose, Coppa e campionato e, se devo scegliere, preferisco aver vinto quello che ho vinto. Al destino credo. La squadra poteva vincere entrambi. Capita una serata storta. In campionato, contro le maceratesi, le abbiamo vinte tutte e due, l'andata anche con un risultato pesante 7-1.Va bene così. Ha vinto il Filottrano, un'ottima squadra, le auguro il meglio per l'imminente Coppa Italia Nazionale."
Il futuro?
“Il futuro è rosa. Spero d'allestire una squadra competitiva.”
Come pensi di muoverti sul mercato?
“Mi sto già muovendo, ma non posso dirti nulla. Vorrei inserire quattro, cinque elementi. Ne ho già sei che possono competere ad alti livelli. A fine aprile, massimo metà maggio, voglio la squadra già fatta.”
I maligni dicono che questo gruppo non è all'altezza di una serie A.
“Lo scorso anno Catena era stata contattata da Paolino e dal Portos; la Romagnoli la volevano tutti, la Minetti la voleva la Lazio, così come erano richieste Cremonesi, Chiaraluce, Borgogelli...”
Quella famosa fusione con il Real Lions della quale si parlava lo scorso anno, la faresti?
“No.”
Con la Jesina?
“Men che meno. Non farò nessuna fusione, ne ho già fatta una lo scorso anno, può bastare.”
Non fare che adesso mi dici così, poi a maggio scopro che l'hai fatta...
“Per ora ti dico no, nella vita poi, mai dire mai.”
Siamo arrivati alla fine. Vuoi aggiungere qualcosa?
“Sai che frase vorrei che mettessi?”
Dimmi.
“ScusAte il ritardo, con la A maiscuola.”
E' stata tua l'idea della scritta?
“Non posso fare sempre tutto io!”
Lady Futsal
Alice Mazzarini
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