Fabrizio Giorgi e Brecce Bianche Juniores: "Ampliare il settore giovanile e costruire una prima squadra con tutti ragazzi del posto."
Possiamo definirti il padre della Juniores?
“Si.”
Il padre della Juniores in questione è Fabrizio Giorgi e la società è il Brecce Bianche.
Fabrizio è più un tipo da dietro le quinte, ma accetta l'intervista solo perché parleremo del nuovo progetto giovanile, progetto partito un anno fa con la creazione della Juniores e con tanta voglia di svilupparlo per farlo diventare uno dei punti di forza della società.
Fabrizio, come la maggior parte degli allenatori è un ex giocatore “ho iniziato giovane, era il '94, avevo vent'anni. Nel calcio a 5 ho debuttato nella Scudo San Carlo di mister Perugini, una parentesi di un anno poi sono tornato al calcio, quella volta il futsal era diverso”.
Poi arrivò il Team Sport di Gigi Bontempi “facevamo un torneo amatoriale. Finita anche questa esperienza andai al Pietralacroce in serie C2 con Bobo Marcelletti, avevo 30 anni. Ci fu la parentesi Ankon Nova Marmi di Sergio Massi serie D, vincemmo il campionato. Poi la Giampaoli serie D con Ricciotti, Munaretto e lì arrivammo a pari merito con il Campocavallo di Ristè, c'era ancora Gabbanelli, vinsero loro lo spareggio”.
Infine la Chevrolet Montesicuro C2 con Marco Ferrante. Nella stagione 2009/10 finalmente al Brecce Bianche “avevo 35 anni, conoscevo Simone Gigante con il quale ho giocato a calcio. Prima di smettere, due anni fa, ho fatto il corso allenatori, perché ho sempre sognato di poter allenare in quella società”.
Hai sempre avuto il pallino di allenare i ragazzi?
“Si. Sono più malleabili, ascoltano di più, mi sono sempre più piaciuti rispetto a una prima squadra.”
Chi ha convinto il presidente Simone Cherubini al grande passo delle giovanili?
“Io. L' ho spinto tanto, ma per poter ampliare e far crescere il progetto c'è bisogno di gente.”
E in Ancona siete tanti...
“Già. Nell'aprile del 2014 ho iniziato a contattare i ragazzi, perché il problema primario era trovarli. A fine stagione eravamo in 19. Quest'anno siamo partiti in 17, alcuni ne ho dovuti mandare via, anche se all'inizio rischiavamo di non iscriverci.”
Come mai?
“A maggio il Pietralacroce ci ha cercato, noi eravamo disponibili a unire le forze (il Brecce Bianche è nato dal Pietralacroce): perché buttare via energie quando possiamo lavorare insieme? Poteva venire fuori un bel progetto. A fine maggio, però sono cambiati gli scenari e ci siamo ritrovati a ricostruirli.”
Quanti ragazzi avevi?
“Quttro, cinque Juniores dell'anno prima. Ho passato l'estate a rifondare.”
Come sta andando?
“Bene. Ho un gruppo del '98 sul quale potrò lavorare per due anni. É un gruppo ricettivo, sono già molto cresciuti sul piano tecnico e tattico.”
La scorsa stagione arrivaste ultimi.
“Si con tre vittorie, un pareggio e undici sconfitte.”
Quest'anno l'avvio com'è stato?
“Siamo sempre in partita. In questa stagione, a parte col Cus Ancona, squadra già pronta e l'Audax, forte, ce la giochiamo con tutti. Le altre stanno ricreando.”
Che campionato è?
“E' un campionato con un bel cambio generazionale. La scorsa annata c'erano dei '96 fenomenali in ogni squadra. Quest'anno ci sono ragazzi giovani, alcuni al primo anno nella Juniores.”
Dove siete ancora carenti?
“Sono un bel gruppo affiatato, non devo stimolarli. Sto lavorando soprattutto da un punto di vista tecnico, alla tattica dedico il 30% dell'allenamento, anche se sono un tatticista convinto. Per molti di loro è uno sport nuovo, diverso. Mi danno una soddisfazione enorme, mi seguono.”
Il vostro obiettivo?
“Creare una prima squadra con tutti i ragazzi del posto seguendo l'esempio del Pietralacroce. In questi anni abbiamo continuato a pescare in giro, senza nessun progetto valido. Nell'ultima gara di Coppa di serie D in campo c'erano quattro '96 e due '98.”
Visti i tempi, meglio coltivarseli in casa i giocatori.
“Gli anni d'oro degli sponsor che tirano fuori i soldi non ci sono più. La prima squadra del Brecce Bianche ha un'età media molto alta e questo forse ha favorito la nascita della Juniores.”
Che rapporto hai con Simone Gigante allenatore della prima squadra?
“Ho un gran feeling con lui, se avesse bisogno di giocatori, anche se i miei ragazzi dovessero giocare con la prima in classifica, glieli darei. Qui, ma come credo debba esserlo ovunque, tutto deve essere in funzione della prima squadra.”
Chi devi ringraziare per la possibilità di questo start.
“Ringrazio Pierpaolo Vinci, Luca Serrani e ovviamente Simone Cherubini. E Fabrizio Balercia, portiere della D che ogni mercoledì mi allena i portieri.”
Questo, da come parli, è solo l'inizio: dove arriverete?
“Dobbiamo ancora esplodere. Occorre allargare il settore giovanile, un altro step sono gli Allievi e sarei disposto a lasciare la Juniores per loro.”
Qual è l'ostacolo più difficile da superare per poter da avvio in toto a un progetto giovanile?
“Dobbiamo trovare dirigenti.”
Come ti spieghi il fatto che, nonostante le tante società presenti in Ancona, molti abbiano scelto voi?
“Se lavori bene, se crei un ambiente giusto, se hai comportamenti giusti... Per alcuni, in alcune società, c'è più il fascino di arrivare primi, noi lavoriamo su altri aspetti. Spero tutti abbiano pazienza. La vittoria è l'obiettivo dei giocatori, formarli e portarli in prima squadra è il mio, il nostro.”
Fabrizio ha la stoffa del maratoneta, pazienza e tenacia. E' un duro lavoro, ma qualcuno doveva pur iniziare. Scommettere sui giovani non potrà mai creare rimpianti.
In bocca al lupo Fabrizio. E grazie.
Alice Mazzarini
Lady Futsal
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