Carlo Ulivi e Michele Pennacchioni: "Benvenuti nel mondo C.U.S. Ancona, la nostra catena di montaggio per il settore giovanile."
Il futuro sono i giovani. I giovani… Un mantra udito un milione di volte.
Ce lo dicono i politici. Ce lo ripetono le autorità federali. Ce lo diciamo noi tra società sportive.
Ma spesso, troppo spesso, rimane solo un blablaticcio. Progetti buoni per riempirsi la bocca. E ripulire, talvolta, le coscienze.
C’è una società invece che sui giovani ci ha puntato per davvero. Mutando anche la sua filosofia.
Il Cus Ancona, la storica società (vent’anni l’estate prossima) del calcio a 5 del capoluogo di regione.
Inizialmente il sodalizio biancoverde aveva l’under 21, in appoggio alla prima squadra stabilmente in serie B dopo aver salutato gloriosamente il regionale (grande slam, campionato e coppa, nel 2005-2006).
Dal 2008 si è aggiunta la formazione juniores. Ma qualcosa è cambiato nel 2011. Con investimenti sostanziali. Di uomini e risorse.
Oggi il club universitario è uno degli unici cinque nelle Marche ad avere un settore giovanile completo. Strizzando l’occhiolino alla scuola calcio a 5. In cantiere.
I risultati non contano a livello giovanile. Certamente. Ma se sono lusinghieri come quelli cussini anche meglio…. Leggere per credere.
L’Under 21 staziona in orbita play off in campionato e domani sfiderà i campioni in carica del Kaos nei sedicesimi di Coppa Italia. Per una serata da leggenda da vivere al Pala Cus (mercoledì 17 dicembre, ore 20,00 il fischio d’inizio).
La Juniores è prima in classifica nel temutissimo girone A. Gli Allievi sono secondi in graduatoria nel girone nordista marchigiano. Con una Coppa Marche da difendere tra venti giorni al Palascherma.
La neonata formazione Giovanissimi è partita subito secondo i canoni cussini. Vincendo.
Noi siamo andati dentro il mondo Cus Ancona. A raccogliere la testimonianza diretta degli autori di questo felice percorso.
Ad aprirci le porte dell’accogliente sala riunioni della sezione sportiva degli impianti di via Grotte è Fabio Carletti, deus ex machina biancoverde. Ma il mister presto si defila lasciandoci in ottima compagnia.
I nostri conversatori sono Carlo Ulivi, responsabile del settore giovanile, e Michele Pennacchioni, allenatore dell’under 21 e della formazione juniores, sono di assoluto valore.
Carlo è di una simpatia sconfinata. Intelligenza sopraffina, battute che scaldano testa e cuore.
Michele è un computer vivente. Serietà e rigore condite da inguaribile passione.
Le parole scorrono via veloci e un’ora passa in fretta. E’ addirittura difficile prendere appunti.
Primo perché i concetti espressi paiono uscire dalla stessa testa. E si fa fatica a suddividere gli interventi.
Secondo perché ci verrebbe voglia di registrarli. Non solamente di trascriverli, temendo di inquinare.
Qual è stata la ricetta per creare un settore giovanile così completo e con così buoni risultati dal punto di vista sportivo in pochi anni?
Carlo: “La svolta è stata nel 2011 quando si è deciso di puntare sul settore giovanile. Puntandoci decisamente. Il precursore è stato Alessandro Vinci che ha chiamato Michele Pennacchioni. E poi sono arrivato anch’io a dare una mano.
C’era la voglia comune di accendere l’elettricità. Di far scattare il sacro fuoco. Prioritario è stato il guardare all’aspetto educativo. Una società sportiva spesso si sostituisce e si affianca alla famiglia e alla scuola. E per questo era ed è necessario creare un ambiente in cui si stia bene. Dal numero maggiore di consensi, senza guardare minimamente ai risultati, credo che questa sia stata la chiave di volta.”
Michele: “Si, tutto è partito da quel 2011. Il segreto è stato lavorare anno dopo anno con calma, senza pensare di fare tutto subito, con un progetto a medio lungo termine.
L’elemento essenziale era che i ragazzi venissero da noi e che credessero a quello che proponevamo loro. Dando continuità a questo percorso. Così è stato.
I miglioramenti dei risultati sono conseguenti all’aumento degli iscritti. La quantità comporta la qualità.”
In pratica come funziona la macchina organizzativa del settore giovanile del Cus Ancona?
Carlo: “Ogni estate apriamo le iscrizioni. E sono sempre di più i ragazzi che si presentano per provare. Tanto che quest’anno abbiamo addirittura dovuto fare delle selezioni, non potendo accontentare tutti. Le scelte sono incentrate non solo su elementi tecnici, ma soprattutto motivazionali perché ai ragazzi mettiamo subito tutto in chiaro sugli impegni che poi li aspettano.
Ovviamente questo percorso col tempo si è spostato più verso il basso, poiché quest’anno la nostra formazione juniores era già pronta. Senza per questo privarci a priori di eventuali innesti.
Peppe (Giuseppe Gallozzi, allenatore giovanissimi e allievi, ndr) è il nostro capo tribù. Svolge un ruolo fondamentale di ricerca e scouting. E ha fatto davvero un lavoro incredibile.
Michele invece è quello che li raddrizza, li inizia a inquadrare in un mondo potenziale di adulti e in ottica di prima squadra. Ed è eccezionale in questo, vivendo con e per il Cus.
Così funziona il nostro sistema, una catena di montaggio che oserei di dire perfetta.”
E i risultati si vedono anche in prima squadra. Eravamo abituati a vedere in via Grotte tanti giocatori già affermati. Ora in campo scendono sempre più spesso giovani. Si pensi a Yuri Fioretti, talento classe ’97 in campo spesso da titolare e con ampio minutaggio.
Carlo: “Iiuri era già un talento quando è arrivato lo scorso anno qui da noi negli allievi. Per cui i nostri meriti sono relativi. Il nostro lavoro s’incentra sulla crescita dei così detti normali, cui cerchiamo di migliorare le doti. Iuri è stata la ciliegina sulla torta. Certo che vederlo giocare in serie B, e giocarci bene, è una soddisfazione grossa…”
Michele: “Fioretti è ovviamente un’eccezione. Ma è quell’eccezione che non avremmo mai potuto avere senza aver creato prima un ambiente piacevole. Ora è più facile trovare ragazzi. E in questo Peppe Gallozzi è stato davvero bravo.”
Passiamo ora all’analizzare le squadre dell’universo Cus. Partiamo dai più grandi, l’under 21. Come tutte le squadre del nazionale, gruppo e allenamenti uniti con la prima squadra?
Michele: “Si e no. E mi spiego. Il progetto inziale era quello di lasciarli solo con la prima squadra. Per poi giocare le gare. Ma poi in estate i ragazzi mi hanno chiesto di prenotare un allenamento riservato a loro per preparare le prime partite. Da quel momento non ho più tolto quell’orario. Perché lo volevano fare tutte le settimane! Col venerdì diventato un appuntamento fisso riservato agli under 21. Così l’unico giorno libero per questi ragazzi rimane il lunedì…”
In campionato andamento più rallentato rispetto allo scorso anno quando avete chiuso al secondo posto in regular season. Perché?
Michele: “La colpa è nostra. All’inizio pensavamo di essere forti come lo scorso anno. E le tre sconfitte consecutive iniziali ci hanno fatto suonare la sveglia. Non abbiamo praticamente mai utilizzato per scelta gli elementi fissi in prima squadra, Fioretti e Vittori, perché volevano che crescesse il gruppo sotto. Che pian piano sta crescendo, secondo i nostri piani.”
Carlo: “Ogni stagione fa storia a sé e ogni campionato è diverso dai precedenti. Quest’anno il legame con la prima squadra è fortissimo. E inevitabilmente il momento difficile si trasmette anche all’under.”
Ora questa affascinante sfida di Coppa Italia contro i campioni in carica del Kaos. Utilizzerete anche i big della prima squadra compreso l’ultimo innesto Jacopo Cassisi?
Michele “Ti dico onestamente che non abbiamo deciso. E lo faremo all’ultimo momento. Come sempre in totale serenità ed armonia, per cercare di fare il bene ed il meglio per questi ragazzi.”
La Juniores. In cima al girone di ferro della categoria, il girone A, c’è il Cus Ancona..
Carlo: “Il nostro primato è una super sorpresa. Ero inizialmente affascinato da questi pazzi, perché in questa squadra ci sono dei fuori di testa. Ma non mi aspettavo minimamente questo andamento. In squadra ci sono tanti leader e tante personalità forti ma diverse. Temevo si rischiasse il tilt. Invece Michele è stato superlativo nella loro gestione.”
Michele: “Il girone è difficile e molto selettivo. Ci sono ottime squadre come il P’73, il PesaroFano, il Real Fabriano e l’Audax Sant’Angelo. E quindi il livello è molto alto. Pensare che sinora siamo stati i più continui mi sorprende. E ovviamente mi rallegra.”
Gli Allievi. Secondo posto in campionato e qualificazione alle imminenti Final Four di Coppa Marche.
Carlo: “Non pensavo che in una squadra potessero esserci più matti di quelli dello scorso anno. Invece pare proprio sia possibile (sorrisone, ndr)…
Peppe si è dimostrato ancora una volta un grande catalizzatore. Ma l’allenatore Gallozzi non è solo questo: sta crescendo tantissimo sia come tecnico in sé che come educatore.
Agli Allievi è legata la nostra prima grande vittoria. Quella Coppa Marche 2013-2014. Vinta in una finale dai toni troppo esasperati e arrivata forse troppo presto. Ebbene non ci siamo accontentati di quel trofeo. Maturando a livello comportamentale, dopo un confronto molto franco tra tutte le componenti.”
Infine l’ultima new entry del pianeta cussino, la formazione Giovanissimi che ha bagnato il suo esordio vincendo contro i pari età del Villa Musone.
Michele: “E’ la piacevolissima novità di questa stagione. Non era preventivata ad inizio annata. In corsa siamo riusciti a trovare i ragazzi grazie alla fattiva collaborazione del Doposcuola Icaro. E ci siamo tuffati anche in questa avventura in cui Peppe è il timoniere.”
Guardiamo indietro e guardiamo avanti: cosa vedete per il Cus Ancona settore giovanile?
Carlo: “In futuro vogliamo diventare tradizione. Una realtà consolidata nel tempo. Un ragazzino anconetano che vuole fare calcio a 5 deve venire qui da noi. Volgendomi indietro nel tempo riassaporo le mille e mila sensazioni provate in queste stagioni. La stanchezza per un compito comunque impegnativo, ma anche la gioia per certi risultati soprattutto a livello umano.”
Michele: “Siamo partiti da quasi zero nel 2011. E sono strafelice di aver contribuito al miglioramento di questi ragazzi. Ma non parlo di risultati. Ma di crescita sportiva e personale. Sono strafelice di farlo e questo vorrei continuare a fare in futuro.”
Sono un ragazzino che vuole fare sport. Perché scegliere il calcio a 5 al Cus Ancona?
Michele: “Perché il futsal è divertente. E qui si può crescere. I risultati di questi progressi si possono toccare con mano. Giorno dopo giorno. Allenamento dopo allenamento.”
Carlo: “Se avessi un figlio maschio lo porterei qui. Non ho altro da aggiungere.
Avendo una figlia femmina che vuole calciare un pallone, mi toccherà rivolgermi a Francesco Battistini.”
L’ampia chiacchierata ufficiale si chiude qui. Ma la voglia di parlare di futsal è un contagio da cui non guariremo mai. Scendendo le scale e avviandoci al cortile, a taccuini chiusi e telefonini spenti senza il trillo delle famiglie recalcitranti, l’intervista si amplia. A ruota libera…
Carlo: “La crisi economica, sembra un paradosso, ha aiutato uno sport come il calcio a 5. Ci si è convinti dell’importanza del settore giovanile e di puntare su realtà autoctone. Benvenuta crisi, allora!”
E stavolta ci saluta per davvero. Aggiunge Michele, aspettando la lontananza del collega: “Carlo è l’anima del nostro settore giovanile. Senza di lui sarei, saremmo persi. Ci sentiamo anche più volte al giorno. Ed è sempre un assoluto piacere. E’ una guida, con la battuta mai banale e il sorriso sempre per tutti. Un grande!”
Il nostro compito da scriba l’avremmo esaurito. Ma le luci del pallone sono accese. E non resistiamo ad entrare. Dentro ad allenarsi c’è proprio il Cus Ancona.
I portieri volano sui cinesini a fianco di una porta secondo le direttive di Ale Vinci.
Al centro del campo Carlos Alberto Umile Junior, in arte Juninho il fenomeno brasiliano e bandiera del club, è il primo a sgobbare, nonostante le ginocchia usurate dal tempo e dalle mille battaglie.
Lungo la linea laterale Davide Bilò, lo Strabilio da Ancona con oltre 500 gol in carriera tutti nel nazionale, prova la gamba martoriata da uno stiramento.
In mezzo a loro c’è un nugolo di giovani. Giovani e giovani.
E la chiosa spetta al padrone di casa Fabio Carletti: “Prima di tutto pensiamo a mettere questa squadra in salvo. E lo faremo quanto prima, ne sono sicuro. E poi continueremo ad ampliare il nostro progetto. Organizzando in estate una scuola di calcio a 5 su cui stiamo già gettando le basi. Sono davvero molto fiducioso per il futuro.”
E come dargli torto…
Marco Bramucci
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