Jacopo Petrucci e il Castelbellino Juniores sul tetto delle Marche: “Grazie a chi ci ha creduto fino alla fine. Ora pensiamo alle fasi nazionali”
Domenica 27 Marzo 2014. Sono le 21.00 e il Castelbellino Juniores sta alzando al cielo il trofeo di Regina delle Marche nella categoria Juniores.
Qualificata nella regular season come prima nel girone A, con un solo punto di vantaggio proprio sulla diretta rivale della finale, la Buldog Lucrezia di mister Anselmi.
La vittoria è di quelle da brividi ed avviene grazie ad una rimonta avvenuta nel secondo tempo da uno 0-1 a un 1-3.
Tanta la gioia in casa orange, tanta l'emozione, accompagnata anche da qualche lacrima.
Il giorno dopo, l'euforia si fa sentire ancora di più ed è per questo che abbiamo raggiunto telefonicamente il giovane allenatore Jacopo Petrucci, per farci raccontare quanta gioia può nascondersi dietro un traguardo tanto importante.
Ciao Jacopo, benvenuto e complimenti.
“Ciao Claudia e grazie”.
Cosa provi oggi, a distanza di poche ore dalla vittoria?
“Sicuramente svegliarsi da campione delle Marche fa un bellissimo effetto. Ieri non ero ancora consapevole di tutto quello che era successo, mentre stamattina ho ben chiaro quanto è stata splendida questa stagione”.
Avete vinto il girone A con un solo punto di vantaggio rispetto proprio al Buldog Lucrezia, e addirittura con 10 punti in più rispetto alla terza. Credi abbiate vinto meritatamente? Pensavate di arrivare fino a questo punto?
“Innanzitutto il livello del girone A secondo me è superiore rispetto a quello del girone B. Per me c'erano molte squadre che avrebbero potuto vincere. Il Lucrezia ne è un esempio, è stato degno rivale fino alla fine. Nello scontro diretto in campionato, dove abbiamo vinto noi, si è visto un livello di calcio a 5 molto alto, per tattica, tecnica e intensità. E' stato un gran bel campionato.
Penso meritato per noi, che forse a differenza di altri, siamo stati bravi a essere continui per tutto il campionato. Tutti ci credevamo e ci siamo riusciti. Il nostro primo obiettivo era arrivare alle finali, un grandissimo evento. Ho chiesto ai ragazzi di onorare fino alla fine questa stagione, anche perché a molti sarebbe piaciuto vivere un'esperienza simile e magari non ci sono riusciti”.
Parliamo di queste Finali. Vittoria abbastanza netta ai quarti con il Real San Giorgio per 4-0, poi un'ostica semifinale contro il Pianaccio, battuto per 1-0. Ottimo gioco da parte vostra, ma qualche difficoltà nel fare gol. I vostri avversari hanno sprecato diverse occasioni e quel gol di Kola a inizio partita vi ha portati dritti in finale. E' lì che avete creduto di poter vincere veramente?
“No, sinceramente non ero sicuro, perché ogni partita è un capitolo a sé. Abbiamo un po' sofferto anche se giocato meglio, però c'è mancata un po' di cattiveria davanti alla porta. Il Pianaccio ha preso coraggio da alcuni nostri errori e ha dimostrato di meritare in pieno il 3° posto conquistato in campionato. Non pensavo di aver già vinto, anche perché la finale è sempre una finale, può succedere di tutto, anche se effettivamente i segnali erano molto importanti”.
In finale invece, la musica è stata diversa. Dallo svantaggio di 1-0 nel primo tempo, avete recuperato fino all'1-3. Siamo curiosi di sapere se come hai caricato i tuoi negli spogliatoi al rientro in campo...
“(Ride, ndr). Tutti me lo chiedono, tutti sono curiosi. Ai ragazzi ho detto che non volevo perdere così. Se loro erano contenti di buttare tutto all'aria andava bene anche a me, però alla fine della partita non volevo lamentele e recriminazioni. Ho urlato un po', forse le urla si sono sentite anche da fuori. Penso sia servito per caricarli, perché la squadra ne è uscita più grintosa ed è questa la squadra che mi rispecchia di più, che se perde è perché l'avversario è più forte, non perché ha lottato di più”.
Alcuni di questi ragazzi giocano insieme già da 2 anni. E da 2 anni la guida sei sempre tu. Quanto pensi abbia influito avere un gruppo così amalgamato nella vittoria finale?
“Credo abbia influito abbastanza, perché abbiamo lavorato tanto insieme. Mi conoscono e sanno che se non danno il massimo, non ottengono il massimo da me. Li ho visti crescere molto in questi 2 anni, molto migliorati soprattutto come mentalità, come carattere. Alcuni giocatori che lo scorso anno hanno fatto tanta panchina, ora sono dei pilastri, dei veri e propri punti di riferimento”.
Parliamo proprio di giovani. Alcuni ragazzi del Castelbellino Juniores giocano già in prima squadra. Questo è la dimostrazione di quanto sia importante avere un settore giovanile.
“Secondo me il settore giovanile è fondamentale per una società, però siamo anni luce indietro rispetto a altre regioni e nazioni. Tutti parlano di far crescere i ragazzi, ma poi alla fine si tratta solo di parole al vento: ci si concentra più sulla prima squadra, si punta solo a vincere e non si da tempo agli allenatori di lavorare con i ragazzi. Si dovrebbe investire molto di più su di loro, sono il nostro futuro”.
La Rappresentativa Regionale ha contato quest'anno 4 ragazzi provenienti dal vostro vivaio. Una grande soddisfazione per un mister, segno che il lavoro svolto durante l'anno funziona e regala i suoi frutti.
“Io dico sempre che sono i ragazzi che facilitano il lavoro. Gli posso spiegare di tutto, ma se poi non sono concentrati e interessato, non serve a niente. C'è da ringraziare loro per come si comportano e per l'impegno che ci mettono. La soddisfazione è ovviamente enorme, lo scorso anno ne avevo 3 con gli allievi, tra cui 2 portieri. Significa che tutti abbiamo lavorato bene, insieme”.
Dai un voto a Jacopo Petrucci allenatore.
“Non riesco a darmi un voto, non mi piace giudicarmi. Posso solo dire che ho cercato di fare il possibile per aiutare i ragazzi a crescere e di conseguenza a vincere il girone e infine il titolo. In generale sono soddisfatto”.
Sei arrivato quest'anno a Castelbellino. Parlaci di Roberto Pace, figura sempre presente e attenta.
“Roberto è il simbolo della nostra società. Aiuta tanto i ragazzi, con loro ha un ottimo rapporto. Vive le partite con tanta euforia e entusiasmo, è il nostro primo tifoso. Ne è un esempio una bellissima immagine, che mi rimarrà sempre dentro: l'abbraccio sul gol del 2-1 in finale, è entrato dentro il campo fino all'area di rigore e ha abbracciato Reiz Golemi”.
Ora andrete alle fasi nazionali. Con che spirito e che obiettivo vi affaccerete fuori dalle Marche?
“Per mentalità e carattere, mi piace vincere, come credo a tutti. Quindi andremo con la tranquillità e la spensieratezza, ma anche con l'ambizione di voler far bene in ambito nazionale”.
Avrai sicuramente qualche ringraziamento da fare..
“Una dedica particolare va sicuramente ai ragazzi. Però non posso non citare Gabriele Pieralisi e anche Luca Catalani che mi hanno spinto lo scorso anno ad affrontare quest'avventura da allenatore al San Giuseppe Jesi. Hanno permesso ai ragazzi di seguirmi al Castelbellino, favorendo la continuità del progetto iniziato proprio a Jesi lo scorso anno.
Infine, ringrazio Roberto Pace e i dirigenti, che hanno sempre creduto in questo gruppo. Ci hanno sempre messo a nostro agio e non ci hanno fatto mancare niente”.
Ancora complimenti e in bocca al lupo per il proseguo. Tifiamo tutti per voi.
“Grazie e crepi il lupo”.
Queen Futsal
Claudia Catena
Commenti
espulsione giusta, fine delle discussioni!
Accettare le sconfitte, anche se bruciano, fà parte dell'educazione sportiva e della vita!
Deve essere uno sprono a far meglio la volta dopo, senza cercare alibi inutili!
Buon arbitraggio e neutrale..
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