Roberto Furlanetto, baluardo del Circolo Collodi e volto del futsal anconetano: "Ci sono i presupposti per far bene, i giovani sono il futuro!"

Nella Serie D 2018-2019 ci sono tante belle storie da raccontare.

Una di queste è quella di Roberto Furlanetto, giocatore del Circolo Collodi.

Lo abbiamo intervistato in esclusiva per Futsalmarche.it alla vigilia di una nuova giornata di campionato.

 

Roberto, sei una delle favole nostro Futsal che troviamo in Serie D. Com'è cambiata la disciplina e il settore giovanile rispetto ai "tuoi" tempi, quando giocasti a Roma le Finali Scudetto Under21?

“Io ho avuto la fortuna di iniziare a giocare a 13 anni con gli allievi della Scudo San Carlo, allenato da Perugini quindi capisci che potevi solo che imparare questo stupendo gioco. Questo per dire che una volta praticamente quasi tutte le società avevano il proprio settore giovanile, erano delle vere e proprie scuole di calcio a 5 e di conseguenza si arrivava ad ottenere risultati importanti come la finale scudetto a Roma. Il consiglio è puntare forte sulle giovanili che sono la base di tutto.”

 

La Serie D di quest'anno è ricca di qualità, tanto da definirla una C3. Da cosa deriva quest'incremento?

“Credo, purtroppo, che dipenda dal fatto che rispetto a qualche anno fa, vengono a mancare molte società e di conseguenza i giocatori bravi sono raggruppati in meno squadre. Un altro importante fattore è che sempre più giocatori di categoria superiore scendono tranquillamente a giocare nell’ultima serie, mentre una volta era visto come un fallimento personale retrocedere in serie D. Quindi la categoria ha guadagnato in qualità ed è diventata una C3.”

 

Che ruolo può recitare il Circolo Collodi?

“Hai detto bene tu nella presentazione del campionato: "a fari bassi per arrivare in alto". Ci siamo rinforzati rispetto all’anno passato ed è d’obbligo provare ad arrivare più in alto possibile. Umiltà, impegno e passione non mancano. La società è sempre presente e non ci fa mancare nulla. I presupposti ci sono per fare bene.”

Nel tuo passato quali sono stati i giocatori più forti con cui hai giocato?

"Andrea Gramillano , Luca Bellavigna, Piersimoni, Baruffi, Pippo Noviello , Ferrante, Ferraresi, Stefano Cingolani, Roby Venere e tanti altri che non me ne vogliano se non li ho citati. Ovviamente tutte le vecchie glorie del Candia. Ma il più forte di tutti era Matteo Magnarelli (risata ndr).”

 

L'allenatore più preparato in circolazione al momento?

“Punto su Alfredo Campenni anche se allena da pochi anni. Prepara bene le partite, è puntiglioso, ci mette tanta passione e ti motiva molto. Per me può diventare molto bravo.”

 

Come può crescere ancora questo movimento? In che cosa si dovrebbe intervenire?

"Non saprei, seguo sempre meno le vicende di tutto il movimento perché da quando sono diventato papà mi ritengo già fortunato a riuscire ad allenarmi e giocare il venerdì, ma una cosa che ho notato negli ultimi anni è che i giovani sono sempre meno appassionati. Ragazzi che già pensano di smettere o che non mettono quella voglia, quell’impegno che serve per arrivare più in alto possibile. Questa secondo me è una cosa dove bisogna intervenire per invogliarli di più. Sono il futuro del calcio a 5. Io devo smettere prima o poi.”

 

C'è qualcuno che vuoi salutare e ringraziare?

“Saluto tutti, amici, compagni, avversari e soprattutto tutti i fisioterapisti che mi hanno seguito negli ultimi anni per cercare almeno di stare in piedi.”

 

Peppe Gallozzi