Il mister dell'Arcevia Roberto Romiti, tra passato (retrocessione), presente (playoff) e futuro: "Un passo alla volta, ma sogno la C1."

 

La miglior difesa di tutta la serie D con soli 48 gol subìti è dell' Arcevia.

Roberto Romiti

 

L'Arcevia. La nascita sei anni fa, nel 2009. La promozione in C2. Subito la retrocessione. Altre due stagioni di C2. La scorsa stagione a tre giornate dalla fine l'esonero dell'allenatore di sempre e la retrocessione diretta. Di nuovo serie D.

 

Da allora sulla panchina arceviese Roberto Romiti “quella volta non ero pronto, ma Silvio (Purgatori, pilastro della società del quale poi parleremo, ndr) mi ha chiesto di provarci, non avevamo nulla da perdere e poi fare l'allenatore stava diventando un sogno da voler realizzare.”

 

Mister Roberto Romiti. Un ragazzo che non ha mai praticato nessuno sport (e mi aveva anche chiesto di non scriverlo, ma io l'ho fatto per una ragione), ma che ha scelto di dirigere una squadra. Potrebbe essere un controsenso, non lo è.

 

La bellezza di far parte di un gruppo, condividere un cammino, un viaggio, un'avventura va al di là del conoscere tecnica e tattica dello sport e si chiama amore per il proprio paese, passione per un progetto. E solo chi nasce in paesi così intimi e avvolgenti può capirlo.

Certo, non di sola passione si va avanti, occorre studiare, aggiornarsi, non mollare alle prime difficoltà, confrontarsi, tramontare e sorgere nuovamente, ma credete che la motivazione (e il saperla trasmettere) non sia una parte fondamentale di una guida?

 

Roberto nasce come dirigente poi ha la possibilità di fare il corso allenatori, tanti sacrifici, tanti permessi al lavoro “per me, avere il patentino, anche se alleno in serie D è importante, sia per la gestione della parte atletica e tattica sia per quella di squadra, dal punto di vista psicologico. Ho avuto il piacere di fare il corso con mister Menichelli l'anno in cui ha vinto gli Europei, lo rifarei subito, è stata una bellissima esperienza, la consiglio a tutti”.

Poi un momento difficile. L'Arcevia il difficoltà. Lui non si lascia pregare troppo, è pronto per affrontare la sua prima vera sfida sportiva. E l'Arcevia con lui.

 

Le ultime tre panchine la scorsa stagione in C2, la retrocessione quando sarebbe stato un miracolo pensare ad altro: come siete ripartiti?

L'estate scorsa non sapevamo ancora se ci sarebbe stata o meno la squadra. Volevamo fare una rosa competitiva, altrimenti no grazie. Due anni fa l'abbandono del capitano Valerio Baldarelli (da due anni in forza al Corinaldo, ndr), lo scorso Gianluca Luciani (sempre al Corinaldo) e Amar Festic (al Castelbellino). Poi sono arrivati i tre corinaldesi Francesco Tarsi, Alessandro Giovannelli e Simone Campolucci, una manna dal cielo, valori aggiunti.”


Obiettivo stagionale era la promozione diretta?

L'obiettivo societario erano i playoff.”


StemmaCome inizia il vostro cammino?

Inizia con la Coppa. Le prime partite di Coppa tre sconfitte: Ostrense, Palombina, Vigorina. Già non sapevamo se fare la squadra, poi dopo questo debutto... Per fortuna la prima di campionato vinta contro il Palombina in rimonta, ci ha tirati su di morale.”


 

Mi dicevi che pensavate di poter capitare in un altro girone?

Il “C” era, a mio avviso, più facile. Poi abbiamo scoperto di essere nello stesso girone dell' Ostrense, il B, ma all'inizio non era così evidente il divario.”


Poi cos'è successo? Cinque sconfitte di fila nel bel mezzo della stagione.

Capitanelli s'è fatto male, strappo al bicipite femorale. Ha saltato la preparazione invernale poi s'è bloccato mentalmente e lui se non segna non carbura. Contardi è andato in America per un mese. In più, obiettivamente, abbiamo perso alcune partite dov' è mancata la mia esperienza.”


Tipo?

Contro la Vigorina gara persa 2-1. Poi un ciclo di sconfitte che con un po' più di testa ed esperienza avremmo vinto.”


A un certo punto, girone d'andata, il campionato era iniziato da un mese, si pensava vi sareste giocati la promozione con l'Ostrense (in casa loro sconfitta di misura per 3-2): cos'è successo?

Abbiamo sofferto le vertigini all'inizio, pensavamo di poter vincere il campionato, poi ci siamo accomodati ed eccoci qui.”


Quanto è stato, è difficile allenare un gruppo di amici con i quali sei cresciuto?

All'inizio non è stato facile. Tutt'ora mi rendo conto che dovrei essere meno amico e più mister.”

Avis Arcevia

Parliamo di playoff. Venerdì 8 maggio ore 21:30 scontro diretto con Montalto di Cuccurano in casa loro.

Avrei preferito il Verbena anche se alla guida ha Marcelletti, mister di grande esperienza. Credo, però il Cuccurano sia più forte, con l'arrivo a dicembre di Clerici (direttamente dal Montecchio di C1, ndr) che ha fatto la differenza. In generale la squadra ha più esperienza, con Fabbrocile che la fa girare sempre al meglio. Comunque noi siamo carichi, vogliamo andare su!”


Come state?

Siamo arrivati a fine stagione con l'acqua alla gola poi le ultime quattro gare le abbiamo vinte; certo è che se fossimo arrivati secondi, invece che quarti, sarebbe stato più facile, giocarle tutte in casa sarebbe stata un'altra cosa. Arrivati a questo punto si può perdere, ma dovremo sputare sangue. Veniamo da quattro vittorie consecutive, stiamo bene mentalmente.”


Siete la miglior difesa di tutta la serie D, complimenti.

Paolo (Pencarelli) si meriterebbe il premio come miglior portiere, per lui la serie D è riduttiva. E poi Cesco (Francesco Tarsi), ha fatto un campionato ad alti livelli, non ha mai saltato un allenamento, mai una parola fuori posto, un leader silenzioso.”


Dove vuoi arrivare?

Rifammela tra cinque anni la domanda. Ora voglio far bene con l' Arcevia. Il mio sogno è di portarla tra 4-5 anni in C1.”


Cosa servirebbe per realizzarlo?

Valerio Baldarelli (fondatore e primo capitano dell'Arcevia), il leader che manca alla squadra, spero torni. E un palazzetto (l'Arcevia da qualche anno gioca a Castelleone, a 15 minuti di macchina dal paese, ndr), averlo inciderebbe sul creare una nostra tifoseria. In più vorrei arrivarci con le nostre forze, senza stranieri o “mercenari”, il modello è quello corinaldese.”

 

A fine intervista non posso non chiedergli di Silvio Purgatori, il padre di quest' Arcevia nata e rinata tante volte, cambiando pelle e sempre adattatasi al cambiamento.

 

Silvio PurgatoriQuanto è stato importante Silvio Purgatori per te, per voi?

Silvio è l'Arcevia Calcio a 5.”


 

Che rapporto hai con lui?

Lo conosco da sempre. Gli devo molto.”

 

 

C'è qualcun altro che ti aiuta?

Daniele Bruni, dirigente, spalla destra di Silvio, per me fondamentale, presente a tutti gli allenamenti e non solo, tuttofare.”

 

 

Ti senti di dover ringraziare qualcuno?

Devo ringraziare una persona che mi ha sempre incoraggiato e spronato Francesca, la mia migliore amica. Poi grazie a voi, a te. Senza di voi il futsal non sarebbe lo stesso.”

 

Grazie Roberto e in bocca al lupo per i tuoi sogni.

Crepi, grazie a te.”

 

Tentare e non aver paura di farsi male, questa la strada giusta.

 

Lady Futsal

Alice Mazzarini

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