La storia infinita di capitan Simone Fraschetti al REV Pagliare: "Mi sono sempre divertito. 13 anni dopo, sono ancora qua..."
Correva l'estate dell'anno 2009.
L'afa agostana batteva gli ultimi intensi colpi.
Un giovanissimo Simone Fraschetti, classe 1989, varcava per la prima volta la soglia del Palazzetto dello Sport di via Vecchi a Pagliare del Tronto che dal quel momento in poi sarebbe stato il teatro delle sue gesta sportive, la sua seconda casa e la dimora ospitale della sua passione calcistica.
Una storia che continua ancora oggi (interrotta solo dall'infausta parentesi del Covid19) con la stessa intensità e forza delle origini.
Un percorso ricco di momenti esaltanti alternati ad altri meno felici ma che hanno forgiato, plasmato e fortificato il carattere del ragazzo ormai diventato uomo, icona e bandiera della società Real Eagles Virtus Pagliare.
Capitano per meriti sportivi, una lunga militanza nelle categorie regionali, dalla serie D alla serie C1, un totale di 300 presenze in 13 stagioni condite da 350 gol, una media da capogiro per un giocatore che sa ricoprire in modo brillante ed efficace tutti i ruoli futsalcalcistici.
Eccoci qua Simone, anzi, parafrasando una celebre canzone di Vasco Rossi “io sono ancora qua...eh già!”
“Beh in effetti hai proprio ragione, 13 anni sono veramente tanti. Devo dirti però che sono passati molto velocemente. Segno tangibile che mi sono divertito davvero tanto.”
Raccontaci i tuoi inizi se la memoria ti supporta. Come ti sei avvicinato a questo sport?
“A dir la verità non ho una memoria da Elefante ma farò del mio meglio.
Ricordo che dopo una partita di un torneo estivo si avvicinò a me Fabrizio Bizzarri, storico dirigente della società Eagles Pagliare [fusasi nel 2021 con la società Real Virtus Pagliare e dando vita all'attuale Real Eagles Virtus Pagliare ndr] chiedendomi se avessi intenzione di iniziare a giocare a calcio a 5.
Non conoscevo questo sport, credevo si giocasse solo d'estate o dietro l'oratorio con gli amici. Avevo smesso di giocare a calcio a 11 per motivi lavorativi e d'orario e l'idea di praticare uno sport in orari a me congeniali mi piaceva.
E così accettai la proposta.”
Quindi quest'avventura iniziò in modo casuale. In quale categoria militava la squadra?
“Eravamo in serie D. La società aveva intenzione di iniziare un nuovo ciclo reclutando giovani leve da affiancare agli storici componenti di una squadra che, negli anni precedenti, aveva sfiorato addirittura l'accesso alla serie B.
Un mix, quindi, di giocatori d'esperienza e ragazzi vogliosi di tuffarsi in una nuova avventura sportiva. A fine stagione chiudemmo a metà classifica e qualche dubbio, se continuare o smettere, mi venne. E' uno sport molto diverso dal calcio a 11, difficile da apprendere, richiede molta attenzione e concentrazione viste le ridotte dimensioni del campo. Tuttavia decisi di continuare.”
Le stagioni successive videro la squadra salire fino in C1. Cosa ti ricordi di quegli anni?
“Scacciati gli ultimi dubbi iniziai ad impegnarmi con tutto me stesso ad ogni allenamento e ad apprendere quanto più possibile per migliorare le mie capacità.
Col passare del tempo questo sport iniziò ad entrarmi dentro e ad appassionarmi in maniera incredibile. Ricordo benissimo la stagione del miracolo salvezza [stagione di riferimento 2011/12 ndr]. Alla fine del girone d'andata eravamo ultimi ad 8 punti, staccati nettamente dal treno salvezza. Furono ingaggiati nel mercato di riparazione i cugini Durastanti dalla Bocastrum ed un giovanissimo Andrea Valianti, alla sua primissima esperienza nel mondo del futsal. Grazie soprattutto a loro riuscimmo a totalizzare a fine campionato 38 punti che ci consentirono la permanenza in categoria con 2 giornate d'anticipo. Quella è stata una grandissima gioia. Così come l'anno della promozione in C1, davvero un'incredibile soddisfazione.”
La massima categoria regionale ha rappresentato per te un punto di arrivo?
“Non ho mai pensato di giocare in categorie superiori o in altre squadre in quanto la mia volontà è stata sempre quella di impegnarmi e di dare tutto per questa squadra, per questa società, per il mio paese. Non è mai stato prioritario per me il valore della categoria o della squadra. Ho rifiutato molte proposte e non mi sono mai pentito di averlo fatto. La serie C1 ha rappresentato per me un orgoglio. Confrontarmi con giocatori forti, sfidare squadre organizzate e ben allenate, realizzare la media di un gol a partita [83 reti segnate in 84 presenze ndr] è stata una gran bella soddisfazione.
Soprattutto nel primo anno [stagione 2014/15 ndr] eravamo molto forti con giocatori di categoria che ci hanno permesso di chiudere il girone d'andata al quarto posto. Poi alcune dinamiche interne alla società hanno fatto si che la squadra venisse smantellata ma finimmo comunque ben sopra la zona salvezza.”
Lasciamo i ricordi delle stagioni passate e concentriamoci sugli ultimi anni, molto difficili a tutti i livelli ma catastrofici a livello sportivo. Come hai vissuto l'esperienza del Covid-19?
“Molto male. Non potermi allenare con i compagni, non poter giocare le sfide di campionato con le altre squadre ed essere recluso in casa ha generato in me profonda tristezza, come credo in tutte le persone.
Smettere poi così, all'improvviso, dopo che sei abituato ad allenarti ogni giorno e a perseguire degli obiettivi è stato difficile. Anche per la mia conformazione fisica il periodo del Covid 19 è stato deleterio in quanto sono ingrassato, mi sono appesantito e ho perso anche quel minimo spunto in velocità che avevo.
La ripartenza è stata lenta e complicata soprattutto a livello psicologico però devo darmi atto di non aver mollato e di aver sempre creduto che tutto potesse tornare come prima. Pian piano sto riacquistando l'elasticità muscolare ed il peso forma ottimale per poter incidere in campo.”
A vedere il tabellino dell'esordio in campionato contro l'Audax Montecosaro possiamo dire che sei tornato ad incidere in modo concreto e decisivo.
“Si dai sono molto contento che i tre gol realizzati abbiano contribuito a raggiungere la vittoria e a conquistare i primi tre punti della stagione[vittoria per 3-4 ndr].
Quest'anno la squadra mi piace, siamo più agguerriti, più vogliosi di raggiungere i risultati in campo. Sono arrivati giocatori forti, di valore.
Il ritorno dell' “Imperatore” Eugenio Neroni è stata la ciliegina sulla torta e ha destato in me enorme felicità. Ci conosciamo da anni e sono convinto riuscirà ad aiutarmi ad infondere nei ragazzi più giovani la giusta mentalità per poter vivere una stagione diversa da quelle del recente passato.
Sento che possiamo fare bene.”
Come giudichi la novità regolamentare che permette ad un giocatore tesserato nella disciplina calcio a 11 di poter essere tesserato anche nella disciplina del calcio a 5?
“La trovo un'ottima idea. La nostra società, con la fusione dello scorso anno, ha già iniziato a perseguire una sorta d'integrazione tra i due sport. Nella stagione passata alcuni giovani calciatori si sono già cimentati nel doppio sport aiutandoci nei momenti decisivi e migliorando nettamente le loro caratteristiche tecnico-tattiche.
Credo sia solo un vantaggio per il calcio a 5, da sempre considerato il fratello minore del calcio a 11, ampliare il proprio raggio di conoscenza in modo da far appassionare un numero sempre più crescente di persone.”
Siamo giunti alla fine di questa piacevolissima chiacchierata. In ultima istanza ti chiedo: chi, tra i tuoi giovani compagni, ha le carte in regola per stupire in questa stagione e un giudizio sul girone C di serie C2. Quali squadre temi di più e dove potrà arrivare il REV Pagliare?
“Come ho detto in precedenza sento che possiamo fare un buon campionato.
Credo che lo spirito di gruppo, che ha sempre contraddistinto la nostra squadra, sarà decisivo per il raggiungimento di una buona posizione in classifica.
Non mi sento di dare un giudizio sui singoli giocatori. Anche le mie prestazioni sono frutto sì delle mie qualità ma soprattutto dipendono dai miei compagni. Sono loro che mi mettono nelle condizioni di incidere.
Per quanto riguarda le squadre, molte non le conosco, reputo però il Futsal Campiglione quella che mi ha impressionato di più lo scorso anno per collettivo e per qualità dei singoli. Sò che altre squadre si sono rafforzate come il Roccafluvione ed il Futsal Caselle però non mi voglio sbilanciare nel dare ad una specifica squadra il ruolo di favorita.”
Stefano Bachetti
Ufficio stampa REV Pagliare