Le trecento volte di Dudù Lini con lo Sporting Grottammare: "Questo traguardo è un riscatto. Classifica? Non molleremo niente!"

 

300. Non stiamo parlando direttamente del celebre film diretto da Zack Snyder nel 2007.

Anche se forse, analizzando bene, qualcosa che lega questa storia alla famosa pellicola c’è.

Innanzitutto il record di trecento reti con realizzate, raggiunto con la maglia dello Sporting Grottammare.

E poi la voglia di stupire e di sorprendere, proprio come fece quel manipolo di spartani andando a sovvertire le sorti della battaglia, e della storia.

E come in tutte le storie, c’è un protagonista.

Stiamo parlando di Eduardo David Lini Neto, per tutti semplicemente Dudù.

Un nome che ha vissuto la storia del Futsal marchigiano e nazionale. Che ne ha attraversato i cambiamenti. Che ne ha, inevitabilmente, vissuto le sue evoluzioni in prima persona.

 

Lo ritroviamo qui, con lo Sporting terzo in classifica in Serie C2/C, dopo una carriera costellata di tante soddisfazioni. Dalla Serie A con il Cesena, fino a diventare uno dei baluardi del Caffè Portos di Salvatore Giorgi tra la C2 e la Serie B.

 

L’abbiamo raggiunto in esclusiva telefonica per Futsalmarche.it, all’ indomani del suo record per parlare di questa stagione e del suo passato, in un’intervista sincera e carica di passione.

 

Ciao Dudu e grazie di essere con noi

“Grazie a voi, per me è un piacere essere qua”

 

Parto subito con il record delle trecento reti. Cosa rappresenta per te?

“Rappresenta un riscatto per le tante difficoltà avute in questi anni. Tantissimi infortuni, i legamenti, la pubalgia, una sfortuna incredibile. Ho visto società poco serie, la voglia di smettere è stata tanta, ma ho perseverato. E mi godo questo traguardo”

 

Uno Sporting Grottammare sorprendente fino ad oggi, con la vetta distante solo due lunghezze. Dove volete arrivare?

“Inizialmente l’obiettivo era la salvezza, ma ora come hai detto tu siamo in ballo. Non siamo i più forti è vero, ma siamo un gran gruppo. La preparazione è iniziata l’8 Agosto scorso e da allora non molliamo niente, centimetro dopo centimetro. Non so dove possiamo arrivare, sicuramente non allenteremo la presa tanto facilmente”

 

Potenzialmente sareste pronti ad affrontare una Serie C1 il prossimo anno?

“Molti mi parlano della Serie C1 come di un campionato particolare. Ci sono squadre top al vertice, ma sotto di qualità non ce è tanta. Sono convinto che possiamo ambire ad una C1 tranquilla, a salvarci già così con la squadra attuale. La C2 è formativa, è competitiva, ti prepara al salto. Gli anni scorsi giocavamo al massimo contro due o tre squadre come San Crispino, Ripatransone. Ora invece gli organici competitivi sono tanti, sempre di più.”

 

Quali sono i vostri punti di forza e dove invece dovete ancora crescere?

“Il nostro pregio è quello di avere una condizione atletica invidiabile che ci permette di tenere i ritmi alti per tutto l’arco della gara. Bisogna invece migliorare tatticamente, specie in fase difensiva dove a certi livelli devi concedere il meno possibile”

Parlando della tua carriera, sei stato uno dei primi brasiliani ad essere arrivato in Italia. Com’è cambiato il Futsal italiano in questi anni?

“C’è stata una crescita incredibile. Noi sudamericani siamo bravi tecnicamente, ma senza l’organizzazione che c’è in Europa, principalmente in Spagna e in Italia, non andremmo lontano. L’Italia sta diventando una realtà solida ed è pronta a vincere un mondiale. Magari senza brasiliani in squadra…”

 

Avendo affrontato praticamente tutte le categorie, trovi ci sia stato un aumento della qualità?

“Senza dubbio. Una volta quando giocavo in Serie A capitava di fare amichevoli con squadre minori e ti accorgevi della differenza. Ora non è così, segno di una crescita che è avvenuta a tutti i livelli”

 

Come possono crescere le Marche per diventare un punto di riferimento nel mondo del Calcio a 5 nazionale?

“Per prima cosa ci vogliono strutture, ci sono pochi palazzetti qui da noi. Spesso capita che ci dobbiamo dividere con il Basket, con il Volley, con la Pallamano. Poi dobbiamo cambiare nella concezione del Futsal. Da noi è la base, viene insegnato nelle scuole. Scienze Motorie dovrebbe prevedere programmi di avviamento al Calcio a5, che preparino il ragazzo già dalle età minori.”

 

Da qualche anno sei anche allenatore di Settore Giovanile (Juniores ndr). Come ti approcci con i giovani?

“I giovani di oggi non sono facili da gestire, onestamente. Sono bravi, educati, qualcuno per me è come un fratello ma ci sono tanti problemi contingenti. Hanno personalità particolari, e la loro vita non è come quella nostra dieci anni fa. Io vivevo fuori casa, giocavo sempre, tornavo solo per mangiare, dormire e studiare. Oggi non è così, tra social e cellulare…”

 

Cos’è importante insegnare ad un ragazzino che inizia a praticare questo sport?

“La tecnica. L’utilizzo di tutti e due i piedi, il tenere la testa alta, il pensare. Se riesce a pensare prima di fare qualsiasi giocata è già un passo avanti. Bisognerebbe puntare su questo già da quando si è piccoli, perché lì si può formare il giocatore”

 

Chiudo con un domanda secca. Dopo tante soddisfazioni che ti sei tolto, ce l’hai ancora un sogno nel cassetto?

“Come giocatore ho vinto tanto, in Brasile, in Italia, non ho tanto altro da chiedere. Come allenatore spero un giorno di arrivare in alto, magari proprio con lo Sporting Grottammare…”

 


Peppe Gallozzi

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