Signore e signori, il Futurista: " Vi svelo la mia identità oramai non troppo nascosta e la mia storia sportiva. Il Fermo C5 è la mia casa."

 

La storia che stiamo per raccontare parla di un uomo molto conosciuto nel nostro ambiente, un uomo che da sempre vive nello sport e crede nel futsal.

Ci crede così tanto che gli sta dedicando un pezzo della propria vita. Lo fa ogni settimana e continuerà a farlo ancora per molto.

Vi dico solo questo: lui è sempre avanti, proiettato al futuro.

 

Se non avete una buona mezz'ora di tempo vi conviene chiudere e rileggere questa storia a casa, seduti davanti al vostro pc con un buon caffè fumante tra le mani.

Questa è una storia fatta di vittorie e sconfitte, di cadute e rinascite, di perseveranza, ma anche di abbandoni, amicizia e rispetto.

Una storia condita di tutte le sfumature emozionali possibili: dall'estasi all'amarezza, dal coraggio alla rassegnazione.

 

Si parte dal Pala Savelli di Porto San Giorgio, è il 12 novembre 2008.

Il nostro uomo è lì, con in dosso la maglia della Juventina Montegranaro. Di fronte a lui ed ai suoi compagni c’è il Bagnolo Val di Piano C5. La categoria è la serie B.

"Ho sempre sognato di fare una presenza in serie B. Sai quando hai 18 anni e dici: quale obiettivo mi pongo per la carriera sportiva che sta iniziando? Beh, vorrei fare una presenza in serie B, ma meritandola, nel senso conquistare la categoria sul campo e giocarci con la consapevolezza di averla meritata."

E il suo sogno si era avverato, infatti stava "facendo la serie B" con la stessa squadra con cui se l'era guadagnata l'anno prima. Ma non solo…

"Stavamo vincendo e mi tremavano le gambe perché, a trent'anni, per me, ormai era un sogno. Poi come se non bastasse era il mio esordio in campo, entro e segno la mia prima rete: un'emozione grandissima ed inspiegabile. La partita finisce 9-3. Vinciamo. Ma per me è stata una vittoria speciale. Quattro mesi prima, il 14 luglio 2008, mi sono operato al rene, con il rischio concreto di non poter giocare mai più. Il gonfiarsi della rete pulì tutte le sofferenze, tutti i sacrifici del decorso operatorio, la riabilitazione e i duri allenamenti per tornare in forma, insomma, una gioia immensa. Gioia che in un certo senso mi rende orgoglioso dei 36 punti di sutura che oggi porto sul fianco destro."

Le ferite che si portano addosso sono il segno di chi combatte. Chi è abituato a combattere sa benissimo che una battaglia si può vincere o perdere, ma che in ogni caso, quello che conta è dare sempre il massimo. La stagione 2008/2009 è stata la sua unica apparizione in serie B, e l'ultima a Montegranaro.

"Quattro anni indimenticabili dove ho imparato tantissimo grazie soprattutto a mister Pesaresi, ma ti rendi conto cosa significa giocare insieme a De Sousa, Timi, Santanafessa e Marzetti? Gente che da del ‘tu’ al pallone e continua a farlo dopo tanti anni di parquet ad alti livelli. E' un onore e un vanto per me, poi senza dimenticare gli amici di sempre Nucci e Belà. Ma la retrocessione, quell’anno, è stata davvero un macigno, è stato come sentirsi cadere il mondo addosso. Perché eravamo un gruppo fantastico, anche mentre le cose sembravano mettersi sempre peggio, gente come Di Memmo, Mancinelli, Biondi e tanti altre bravissime persone. Per tutti provo ancora grande ammirazione."

 

 

Marco Rutinelli

Cosa fare? Come ritrovare gli stimoli? Dove cercare le motivazioni per continuare? L'esempio di ciò che può succedere quando tocchi il cielo con un dito e qualche mese dopo ti ritrovi nel baratro è tutto racchiuso nella decisione che Marco Rutinelli ha preso nell'estate del 2009, portando via con se da Montegranaro il dolore della sconfitta, assieme alla sbronza da incantesimo di chi ha coronato un sogno e, soprattutto, l'amore. Si certo, l'amore, quello per la sua Arianna, conosciuta grazie al futsal nella sua esperienza in terra calzaturiera. Arianna, la futura moglie del profeta, che ogni tanto, durante l'intervista, Marco mi nomina ricordandomi che deve scappare per andarla a prendere. Li aspetta il corso prematrimoniale. E come parlo di matrimonio lui...

"Wow! Un grande passo, una decisione importante, che segnerà sicuramente la mia vita, ma sono sicuro di aver a fianco una persona molto comprensibile sapendo che ho questa grande passione per il futsal. A volte dice che esagero, dice che sono malato! Forse ha ragione, ma mi ama molto, ed il sentimento è pienamente ricambiato."

 

Intanto mille auguri da tutta la tua redazione. Ecco, appunto, la tua redazione, quella di Futsalmarche.it.  Redazione in cui entri come il Marconista, opinionista del girone I di serie D. Poi, col tempo, sei arrivato ad essere – possiamo dirlo - il Futurista, l'occhio azzurro che osserva la C2 sudista. Il primo editoriale in uscita è sempre il tuo, dettagliato, preciso, impenetrabile, talvolta rovente, ma sempre, coma da tradizione, immediato. Non si finisce di pensare alla partita del venerdì che ti ritrovi l'articolo già online. E' incredibile, come tu non perda un colpo, mai.

“Ti ringrazio, sia per gli auguri, sia per i complimenti.”

 

Il vaso di pandora è ufficialmente aperto. Marco Rutinelli alias il Futurista Futsalmarche è svelato.

Marco Rutinelli, classe 1978, oltre 350 reti all'attivo sui parquet marchigiani, puntina deliziosa e stella del Fermo C5 1990. Soprannominato (da sé stesso) il profeta. Ma perché profeta?

“L'avevo adottato all'inizio per celare la mia identità, ma in verità è perché adoro Hernanes anche se tifo Juve. Adoro i giocatori che giocano con entrambi i piedi, il prototipo di giocatore ideale di calcio a 5 deve avere padronanza sia di destro che di sinistro e lui calcia bene con entrambi i piedi oltre ad avere una visione di gioco incredibile. Diciamo che sto cercando di arrivare ad essere ambidestro...”

 

Ecco allora come si spiegano i tuoi allenamenti da solo, il martedì al Pala Murato. Un occhio di Futsalmarche ti ha visto anche lì.

“Esatto (ride, ndr), non so come faccia a saperlo, ma mi alleno lunedì e mercoledì con la squadra e poi il martedi da solo o insieme a qualche mio amico malato come me di calcio a 5. Diciamo che la mia settimana ha una sosta solo il giovedi, calcisticamente parlando.”

 

E, calcisticamente parlando, come inizia la tua avventura nel nostro sport?

“Inizia a Fermo, nel 1997, con il Fermo C5. Serie C2 e C1. Poi il salto al Fermo Grande Toro, e le prime grandi soddisfazioni sul campo con la vittoria del campionato di C2 nel 2002/2003. In 4 stagioni coi granata le mie segnature sono oscillate da 30 a 51 gol a stagione, mica male...”

 

E poi?

“Allo Zeta Club (storica struttura che ospitava le gare interne del Fermo Grande Toro, ndr), dopo 4 anni, era venuto il momento di cambiare aria. Volevo misurarmi con realtà diverse. Lì eravamo una famiglia, poi una volta cresciuti era divenuto necessario uscire dalla famiglia per maturare. Anche per vedere se fuori dal Grande Toro si era davvero quei buoni giocatori che avevamo dimostrato di essere coi granata: questione di stimoli.”

 

Quindi ad agosto 2004 voli a Montegranaro.

“Si, di nuovo in serieC2. Poi nel 2006 veniamo promossi in C1. E il sogno diventa sempre più a portata di mano. Infatti è subito serie B e...”

 

La Juventina Montegranaro che partecipò alla serie B

 

Aspetta Marco! Vai piano! Hai raccontato 10 anni in 4 righe! (non c'e' niente da fare, lui è avanti, vuole arrivare prima, è il Futurista!) Piuttosto, come la vedi la questione di svelare il tuo anonimato?

“Ma ormai credo che il mio sia un segreto di Pulcinella. Solo tu non lo sapevi!”

 

Si, fino a questa estate.

“Ti dico questa. Una volta per non farmi beccare da un amico mi sono messo a chattare con entrambi gli account di Facebook contemporaneamente. E la vittima è stata Fabio Cifani, il ds della Polisportiva Mandolesi. Che risate!”

 

Vuoi spiegarci come riesci a pubblicare così in fretta?

“Il merito non è solo mio. Il venerdì notte risultati e tabellini sono già in mio possesso grazie ai miei splendidi collaboratori, poi al sabato seguo personalmente le partite e la domenica sera davanti al posticipo calcistico appronto il pezzo e lo invio. Il sommo Trasformista me lo pubblica subito dopo aver corretto i circa duecento errori ortografici..”

 

Non ci credo, sei così preciso.

“Il fatto è che voglio guardare avanti, cercando di dare un servizio più celere possibile. Il lunedì lo passo a contare  i contatti che faccio con l'articolo...”

 

Guardare avanti, cioè ciò che hai fatto a luglio 2009, dopo aver deciso di lasciare la Juventina e affrontare una nuova sfida cercando le motivazioni che a trent'anni iniziano a scarseggiare.

“Esatto. C'era bisogno di una svolta, un taglio netto. Stimoli nuovi e obiettivi raggiungibili. Raggiungibili a piedi, per esempio. Infatti decido di tornare a casa, nella mia Fermo e nel mio (in tutti i sensi) Pala Murato. Il complesso sportivo che gestisce mio padre e dove a giocare è la mia attuale squadra: il Fermo c5 1990. A quel tempo ci chiamavamo Rione Murato in serie D. Come ti dicevo, vado a fare allenamento a piedi e faccio la doccia a casa. Vita sportiva nuova, insomma.”

 

Un cambiamento radicale, insomma.

“Sì, ed ho cambiato anche il numero di maglia. Sembra banale ma non lo è. Ho abbandonato quel 7 che mi aveva accompagnato in tutte le mie precedenti avventure ed ho preso il numero 6. Uno spettacolo: vinciamo al primo anno Campionato e Coppa di serie D. Ottengo la promozione sul campo ed in più la promozione in redazione: da Marconista, opinionista di serie D, a Futurista, responsabile del girone sudista di C2. Due anni di dure sofferenze per mantenere la categoria ed eccomi qua, il resto ve lo racconto ogni settimana.”

 

 

Una foto estiva del Fermo C5 2012/2013

 

Quali sono gli obiettivi della tua società attuale?

“Semplice, puntiamo sempre alla salvezza anche perché altrimenti dovrei lasciare il mio ruolo da opinionista in quanto non riuscirei a mantenere gli impegni non giocando nel girone di cui dovrei scrivere. E’ bene che i miei compagni lo sappiano e si impegnino ancora di più, ora. (ride, ndr)”

 

Siamo in dirittura d’arrivo, ma un pronostico su questo rush finale di C2 girone C è d’obbligo.

“Secondo me il campionato lo meriterebbe il Pagliare, unica squadra che ho visto giocare ad un ritmo da categoria superiore. Però, onestamente credo vincerà il Riviera delle Palme. Batterli è un’impresa.”

 

Alla luce di quello che dici, credi che ci saranno i play off o la regola dei 10 punti annullerà gli spareggi post season.

“Guarda, onestamente credo che questo verrà deciso nella sfida Riviera-Pagliare. Vedo improbabile un accesso della quinta classificata. Più possibile che si disputi la semifinale fra terza e quarta.”

 

Ok Marco siamo ai saluti.

“Saluto tutti i miei amici al Fermo c5, i miei compagni di viaggio e tutti quelli che mi conoscono!”

 

E da oggi, svelata la tua identità, ce n’è qualcuno in più.

 

 

Rimpiazzista Futsalmarche

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