Un'esplorazione nella terrra di Cingoli con Tiziano Cimini: "Vi spiego il mondo del mio Grottaccia. Ed il caso Mamadou Diop... "
“Parti dal presupposto che per me è la prima intervista in assoluto”. Chi parla è Tiziano Cimini, dirigente del Grottaccia serie C2 girone B, società di un paesino (Grottaccia, appunto) di 600 abitanti.
Partiamo dal presupposto che un ex giocatore di calcio (Tiziano, appunto), quando, qualche anno fa, ancora in attività, sentiva parlare di calcio a 5 affermava “no, per carità!”.
Partiamo dal presupposto che “ora che sono qui e mi pento di non esserci arrivato prima.”
Partiamo dal passato. Nella stagione 2009/10 vinceste la serie D. A settembre avete debuttato nella vostra terza stagione in C2: cosa è cambiato in questi tre anni?
“I princìpi sono gli stessi. Le persone che “tirano la baracca”, tra cui io e il d.s. Moreno Del Bianco, sono le stesse, da sempre. Il fatto di giocare per divertirsi e far star bene i ragazzi è una prerogativa presente sin dall'inizio...”
Quindi non è cambiato nulla?
“I cambiamenti sono avvenuti sotto l'aspetto sportivo e del gioco. Passare dalla serie D alla C2 vuol dire cambiare in quel senso. Gli errori del passato ci hanno fatto crescere”.
Di quali errori stai parlando?
“Nel primo anno di C2 ne abbiamo fatti un po'. Mi ricordo che i primi quattro mesi abbiamo avuto delle difficoltà non indifferenti anche a livello di giocatori, che peccavano di superficialità e presunzione. In C2 tutte le partite sono importanti, perché c'è la retrocessione.”
Quali sono al momento i vostri obiettivi?
“Nel primo anno di C2, il nostro obiettivo era la salvezza e ci siamo riusciti. Il secondo abbiamo fatto un bel campionato. Quest'anno abbiamo ringiovanito la squadra: la rosa è composta da ragazzi del posto tra i 18 e i 21 anni, questo per avere dieci anni di tranquillità. Il nostro obiettivo rimane la salvezza. Poi chissà.”
Arrivati a questo punto della stagione, vi ritrovate a sgomitare in zona play out, quint' ultimi, con 20 punti: ve lo aspettavate?
“Sinceramente pensavamo di raccogliere qualcosa di più. Ci sono stati tanti infortuni, poi c'è stato il problema del tesseramento di Diop, ultimamente qualche arbitraggio particolare, noi poco incisivi davanti alla porta...”
Dato che l'hai citato, parliamo del “caso Diop”. Per chi non lo sapesse, Manadou Diop è uno dei giocatori simbolo del Grottaccia e, nonostante i suoi 21 anni è uno dei veterani e più incisivi. Quest'estate aveva deciso di ritornare al calcio a 11, salvo poi ripensarci. Il suo tesseramento a stagione in corso ha fatto molto discutere. Ti va di raccontarci, una volta per tutte, com'è andata?
“Il caso ha fatto un polverone! Quest'estate Manadou aveva rifiutato un'offerta dal PesaroFano. Mi disse “ Se devo giocare a calcio a 5, preferisco rimanere a Grottaccia”. La cosa è finita lì. Qualche settimana dopo mi chiama un dirigente della Cingolana Calcio, campionato d'Eccellenza, lo volevano anche loro. Io, che non voglio precludere niente a nessuno, l'ho riferito a Manadou che, però mi ha confermato che stava bene con noi e sarebbe rimasto, aveva dato la parola. Io, che sapevo quanto ci tenesse, gli ho insistito: perché non vuoi realizzare questo sogno sportivo che hai da tempo?”
Lui aveva dato solo la parola, non era ancora tesserato con voi?
“Esatto. Dopo averci parlato altre volte, Manadou ha deciso di andare a Cingoli e ritornare a giocare a calcio a 11. Lì ha iniziato la preparazione, ha fatto la Coppa e qualche partita di campionato poi è sorto un problema con il lavoro, problema che lui aveva già preavvisato alla società.”
Quale?
“Lui lavora a Treia, alla Lube, ha iniziato ad avere dei problemi con i turni che con il passare del tempo, invece che risolversi, rimanevano lì, irrisolti. Per lui perdere il lavoro è perdere il permesso di soggiorno. Nel frattempo, Manadou continuava a venire a vedere le nostre partite, a trovarsi bene con la società e i compagni... Un giorno è tornato da una gara con la Cingolana e mi ha detto “ io non voglio più tornare là.”
Da lì ti sei mosso per riportarlo a casa?
“Si, ma ho da subito trovato grossi ostacoli. Prima di tutto le incompetenze dell'ufficio tesseramento Ancona, in un mese non so' quante telefonate ho fatto! La soluzione l'ho trovata nell'articolo 118 del NOIF. Tutti parlano per sentito dire, ma nessuno che vada a informarsi! Io mi ci sono impazzito, volevo andare fino in fondo. Quando è rientrato, dopo cinque partite, speravo che qualcuno mi dicesse qualcosa, per far capire alle società che non possono parlare tanto per, ma andarle a leggere le normative.”
Immagino quante ne abbia sentite!
“Ho sentito di tutto e di più, ma non sai che soddisfazione ho avuto quando ho risolto il problema. Da Roma, quando ho portato il caso, mi sono sentito rispondere, tra l'altro dalla dirigente dell'ufficio tesseramenti nazionale “ se chiami il 118, ti arriva l'ambulanza!” , per poi aggiungere, “ l'avete voluto voi quell'articolo!”, riferito a noi del calcio a 5. Si, ma l'intero movimento, comprendente anche il calcio a 11, va avanti anche con i soldi del Grottaccia e non ci si può ricordare che esiste il calcio a 5 solo quando vince la medaglia di bronzo ai Mondiali!”
L'avvento del nuovo delegato Massimo Marchetti come lo vedi?
“Spero migliori qualcosa. Anche noi, intesi come C2, ma vale per tutte le categorie, anche la D, paghiamo una quota per il campionato, quindi ci vuole sempre un po' di rispetto.”
Una settimana fa l'ho intervistato e, in una domanda, ho sollevato il problema dei campi da gioco all'aperto. Ecco uno stralcio dell'intervista. Può definirsi sempre futsal, se le partite vengono giocate su un campo all'aperto?“ Diventa un gioco strano. “Futsal” significa futsal da sala, quindi al coperto. Pensa quelle partite giocate fuori quando nevica... pensa ai rischi che corrono i giocatori...”Il prossimo passo?“ Il prossimo passo sarà quello di far giocare tutti al coperto”.
Dato che voi giocate in un impianto sintetico all'aperto, cosa ne pensi?
“Il principio d'idea lo condivido, ma a noi creerebbe non pochi problemi. A Cingoli il palazzetto è già diviso tra basket, pallamano e altre tre squadre di calcio a 5 serie D. Il divieto a giocar fuori ci metterebbe in condizioni di dover "far la guerra" con le altre società, oltre che ci creerebbe problemi economici, visto che qui non paghiamo e, spostandoci, andremmo a pagare.”
Per non parlare se un giorno doveste dare vita a un settore giovanile!
“E' da quattro anni che il settore giovanile è nei miei sogni. Poi però bisogna guardare il lato economico e le risorse umane.”
Cosa mi dici di mister Massimo Marchigiani?
“Siamo amici da quando siamo nati, lui è la persona giusta al momento giusto.”
Che tipo di mister è?
“Ha il carattere di un combattente e una spiccata capacità di fare gruppo.”
Il Grottaccia è spesso identificata come la squadra di Manadou Diop: cos'è lui per voi?
“Per noi, sotto l'aspetto del giocatore, è molto molto importante. Ma come persona è ancora più importante. È consapevole di quello che lui significa per la società.”
Se lo chiedessero altrove?
“Ha già avuto un'offerta dal PesaroFano e l'ha rifiutata.”
Se a giugno volesse andare via?
“Gli do carta bianca. É libero di decidere.”
Siamo giunti al termine.
“Posso dire un'ultima cosa?”
Dimmi.
“10 giorni fa nella gara contro il Gagliole, i nostri giocatori non hanno fatto il saluto.”
Come mai?
“Per l'arbitraggio un po' strano, definiamolo così. E per qualche atteggiamento avversario poco simpatico. Chiedo scusa ai tifosi e alla società del Gagliole. Poi volevo fare dei ringraziamenti.”
Prego.
“Vorrei ringraziare tutti i presidenti e i dirigenti che in questi sette anni hanno messo in condizione le squadre di poter lavorare al meglio. Grazie a tutti i giocatori che, nell'arco di tutti questi anni hanno indossato questa maglia. Grazie al Grottaccia, la mia squadra del cuore. E grazie a Futsal Marche, un mondo straordinario.”
Grazie e in bocca al lupo per la stagione!
“Crepi, grazie a te!”
Lady Futsal
Alice Mazzarini
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