Giorgio Lucarelli, cuore impavido di capitano: "Vi racconto la storia del Gagliole, tra salvezze insperate ed un sogno chiamato serie C1."
«Senza libertà, cosa farete? Combatterete? Certo, chi combatte può morire.. chi fugge resta vivo, almeno per un po'.. agonizzanti in un letto, fra molti anni da adesso, siete sicuri che non sognerete di barattare, tutti i giorni che avrete vissuto a partire da oggi, per avere un'occasione, solo un'altra occasione, di tornare qui sul campo a urlare ai nostri nemici, che possono toglierci la vita; ma non ci toglieranno mai... la libertà!».
Il discorso dell'eroe nazionale scozzese William Wallace prima della battaglia di Stirling Bridge tra inglesi e scozzesi. Da qui, il mito di Braveheart, Cuore Impavido.
Dello stesso coraggio, orgoglio e libertà è Giorgio Lucarelli, capitano del Gagliole C5 (con l'accento sulla “a”) di serie C2, girone B.
Sapevi di essere soprannominato Braveheart?
“Si. E non posso che esserne fiero.”
Mi dicono tu sia un Capitano con la “c” maiuscola, un vero punto di riferimento per i tuoi compagni.
“Cerco di essere un leader buono. Ho fondato questa società, la sento mia, ci metto una passione indescrivibile e cerco di imprimere questo mio modo di vedere il calcio a 5 anche agli altri.”
Ti va di raccontarmi il “ mondo Gàgliole”?
“Il Gàgliole è nato nel 2000, avevo vent'anni così come i miei amici con i quali ho fondato la società.”
Venivi anche tu dal calcio a 11?
“Si. A diciotto anni giocavo in Promozione.”
Come mai hai deciso di cambiare?
“In promozione ho sempre giocato da titolare, dicevano che ero forte. Poi mi sono stancato, non mi piaceva più l'ambiente. La passione per il calcio a 5 è nata d'estate con i tornei. L'ultimo anno di calcio a 11, giocavo contemporaneamente in Promozione e nel campionato futsal del CSI.”
Li fai ancora i tornei estivi?
“Fino a tre anni fa giocavo quasi più d'estate che d'inverno. Quest'anno m'hanno iscritto a un torneo in Umbria, a Sigillo, vicino a Osteria del Gatto.”
Il passaggio dal calcio a 11 a quello a 5 è stato difficile?
“Difficile dal punto di vista dei rapporti. All'inizio, quando abbiamo fondato la società ero io il presidente. Ci sono stati degli scontri, così Paolo Piedanesi ha preso il mio posto. Non finisce qui. Il Gàgliole C5 ha dovuto acquistare il mio cartellino dal Gàgliole calcio per poter farmi giocare: il primo anno sono stato in prestito, poi sono riuscito a svincolarmi. Da quel momento quelli del “pallone” mi hanno tolto completamente la voglia di continuare”.
Il Gàgliole è una squadra che si sta salvando in C2 da diverse stagioni, a dispetto dei pronostici e dei valori tecnici.
“Siamo partiti facendo nove punti in quattro partite. Poi mi sono fatto male e dopo di me Omar Pelati che aveva il mio stesso ruolo; tutto questo ha penalizzato la squadra. Speravamo nei playoff, sarà per il prossimo anno. A settembre, però prima di tutto quaranta punti per la salvezza, poi si vedrà: un anno in C1 è il nostro obiettivo.”
Hai mai pensato di andare altrove?
“Sono nato col Gàgliole e qui morirò. Non mi va di fare il mercenario; quando giocavo a calcio ne avevo tanti intorno a me e ho lasciato quell'ambiente, perché stava diventando una realtà che guardava solo ai soldi, mentre io volevo divertirmi. Faccio il camionista, mi alzo alle 4 del mattino, torno alle 20 e l'unica cosa che voglio fare quando entro in palestra è stare bene, divertirmi.”
Diciamo che non vuoi diventare un giocatore alla Vieri...
“Esatto. Io sono più un Del Piero, un Totti, uno Zanetti...”
Che squadra tifi?
“Prima tifavo Juve, adesso mi sono un po' stancato di tutto.”
La Nazionale agli Europei la stai seguendo?
“All'inizio, devo dirti la verità, non mi appassionava, soprattutto per quello che c'era stato prima, il calcio scommesse etc.. Adesso la sto seguendo un po' di più”.
Ce la farà l'Italia?
“Ci manca chi segna, un po' come il Gàgliole lo scorso anno; avevamo una forte difesa, ma un attacco poco concreto. Di persone che vedono la porta ce ne sono veramente poche.”
Di Da Silva Santos Rafael Augusto che mi dici? (a dicembre, per far pesar meno l'assenza del capitano, è arrivato il primo brasiliano nella storia della società. Dopo cinque partite, l'addio).
“E' ritornato a casa subito! Solitamente, quando una squadra non da i risultati sperati, si manda via l'allenatore, ma non serve. Abbiamo provato a prendere un giocatore, ma lui, fin dall'inizio non aveva molta voglia, soffriva di nostalgia avendo la moglie e tutta la sua famiglia in Brasile. La prima partita l'ha giocata discretamente, poi più nulla.”
Il mercato acquisti come sta andando?
“Il gruppo sarà quello di quest'anno. Stiamo cercando, però qualcuno che faccia la differenza.”
Mister Quirino Macchioni rimarrà?
“Si. La scorsa stagione l'abbiamo preso che veniva dalla serie D e ha saputo creare un bel gruppo e, per noi il gruppo è alla base di questa squadra.”
Quest'anno avete lasciato il campo di Castelraimondo per andare nell'impianto del Cus Camerino. A settembre ritornerete alla base: i pro e i contro di questo ritorno.
“I pro: primo, a Castelraimondo non ha mai vinto nessuno. Secondo, è come se giocassimo in casa, il clima è più caldo; a Camerino ci sentivamo ospiti, ci seguivano meno persone. I contro: il campo di Castelraimondo è stretto, non bisogna mai abbassare la guardia e c'è meno possibilità di fare gioco”.
Ci risentiamo a settembre...
“A settembre dovrò saltare la prima partita, causa lieto evento, almeno per me (ride): mi sposo!”
Il “brutto” è se dovessero vincere senza di te...
“ Già (ride)”.
Vuoi aggiungere qualcosa?
“No, va bene così. Mi hai fatto parlare pure troppo, non sono abituato...”.
Lady Futsal
Alice Mazzarini