La nuova sfida di Eugenio Balducci si chiama Ostrense: “Solo il campo dirà quale sarà il nostro destino. Pronto a giocare questa partita”

Il suo passaggio, insieme a quello del fratello Antonello, dal Corinaldo all’Ostrense ha fatto rumore, inutile negarlo.

Passare dalla Serie B, dal campionato nazionale, dalla rinnovata e ringiovanita Armata Rossa alla Serie C2/A, alla garra e al fuoco dei palazzetti regionali, al rossoblu della formazione di Ostra non è cosa che capita tutti i giorni.

Eugenio Balducci, per tutti Joe, ha scommesso.

Ha scommesso prima di tutti su se stesso accettando una proposta ambiziosa e coraggiosa, dimostrando che le sfide nel futsal sono da cogliere ogni volta che si presentano.

 

 

Il salto di due categorie, inutile negarlo, è grosso. Le motivazioni alla vigilia di una nuova stagione sono quelle di sempre?

“Non ho mai guardato la categoria in cui giocavo, perché credo che nel nostro bagaglio ci sia sempre spazio per migliorare. Soprattutto con esperienze nuove. Per me lo sport significa divertimento e impegno e sarà così anche quest'anno”

 

Scopriamo un po’ le carte. Dove nasce il passaggio dei fratelli Balducci all’Ostrense?

“La Serie B era diventata un impegno insostenibile per chi come me fa questo sport solo per divertimento, cercavo qualcosa di meno impegnativo a livello di tempo. Da fuori vedevo Ostra come una società seria, con i giocatori che erano riusciti a creare un bellissimo gruppo. In questi giorni di preparazione sono stato piacevolmente colpito dall'ambiente che mi ricorda tanto i primi anni di C1 a Corinaldo, dove divertimento e attaccamento alla maglia venivano al primo posto, aspetti che mi hanno fatto innamorare di questo sport. Poi la chiacchierata con mister Tonelli ha fatto il resto, ragazzo pieno di voglia di fare, di aggiornarsi e di migliorarsi”

 

Cosa ti porti dietro da tutti questi anni di Corinaldo?

“Potrei scrivere un libro… Sono cresciuto con il Corinaldo Calcio a 5 e viceversa. Dieci anni sono tanti e i ricordi ancora di più, li tengo costuditi nel mio cuore. Vorrei, però ricordare che

credo ancora nel progetto del Corinaldo C5, infatti sarò alla guida degli Esordienti insieme al mio amico Denis Rotatori; non sarò un giocatore della prima squadra, ma un tifoso e, se ci sarà da dare un consiglio ai più giovani anche da fuori lo farò molto volentieri”.

 

Divertiamoci a fare gli opinionisti. Come la vedi l’Armata Rossa nella B di quest’anno?

“È riduttivo guardare il Corinaldo solo nell'ottica del risultato imminente, perché la sua storia ci mostra una società lungimirante dove ogni anno è stato compiuto un passo in avanti rispetto al precedente. Nella stagione che andrà a iniziare, tutto è rivoluzionato: per la prima volta ci saranno due professionisti per cercare di mantenere la categoria e migliorare i giovani corinaldesi provenienti dalla Juniores del mio amico Max Tinti, poi ci sarà qualcuno della vecchia guardia che ormai questa categoria l'ha fatta sua, quindi le sensazioni sono più che positive.”

 

L’Ostrense, in Serie C2/A, può essere l’anti-TreColli? O c’è da aspettarsi qualche sorpresa?

“Non ho mai fatto la C2 quindi molte squadre non le conosco, però nei miei nuovi compagni di squadra vedo tanta fame ed entusiasmo, nonché ottime qualità tecniche e questo potrebbe essere un mix vincente. Naturalmente la Trecolli ha gli stessi giocatori che hanno dominato la C1 lo scorso anno per cui, senza ombra di dubbio, sono i favoriti. Noi dobbiamo dimostrare di essere una squadra, dobbiamo rafforzare l'intesa tra i nuovi e quelli che c'erano già. Solo il campo dirà quale sarà il nostro destino. Io sono pronto a giocare questa sfida”.

 

Hai ancora dei sogni del cassetto in questo mondo?

“Il sogno è quello di vedere un settore giovanile che sforna talenti, con collaborazione tra società di paesi vicini, con persone competenti che pensano solo al bene dei ragazzi. Diciamo che ci stiamo lavorando...”

 

 

Peppe Gallozzi