Giacomo Barzotti, al via i play off con l' Atletic Cagli: "Voglio la C1, è il sogno di tutti e abbiamo le carte in regola per sognare."
Prendi un gruppo di amici, ma amici veri, quelli che incontri durante l'infanzia e non li molli più.
Prendi un presidente che crede in questo gruppo, affiatato e talentuoso.
Prendi una palestra e ribattezzala “Bombonera”, per rendere l'idea di quanto la squadra sia seguita e amata.
Metti tutti questi elementi insieme e darai vita all'Atletic Cagli, C2 girone A.
La società cagliese, dopo essersi classificata al terzo posto dietro la super capolista Dinamis Falconara e la neopromossa Pieve d'Ico, giovedì, nella prima sfida play off, in una gara secca, ospiterà il Futsal Ancona, quarta forza della regular season.
Parliamo di questa realtà (e del dilemma principe dell'intervistato) con Giacomo Barzotti, classe '87, uno dei bomber della squadra (secondo solo a un certo Giacomo Giommi).
Una strana intervista quella che facciamo. La mia, nostra prima intervista su whatsapp. Non c'è il tono della voce ad aiutarci, non ci sono le battute a stemperare (io e Giacomo non ci conosciamo e non ci siamo mai visti di persona), ma, nonostante questo è una chiacchierata diretta e spontanea. E, vista la spontaneità riporterò fedelmente (o quasi, vista la lunghezza) la nostra conversazione.
Il tuo presidente Fabio Faggiani dice che devo trattarti bene perché sei il futuro dell'Atletic Cagli.
“(quattro faccine sorridenti) Il pres è matt.”
Se il tuo presidente dichiara che sei il futuro del Cagli, è come se ti volesse ancora con lui per tanto tempo.
“Conosco l'affetto che ha il presidente nei miei confronti. Ho sempre giocato a calcio sin dall'età di 5 anni poi, nel momento migliore della mia carriera, dopo aver vinto un campionato di Promozione con undici gol da centrocampista, ho avuto, la stagione seguente in Eccellenza, una grave serie di infortuni, in tre anni ho rotto la bellezza di tre legamenti al ginocchio.
Da lì la paura di ricominciare con il calcio, ma la passione per la palla non mi ha mai fatto smettere di mollare. Poi la chiamata dell'Atletic, la mia seconda stagione qui, la mia città, gli amici, non ho potuto dire di no. Ora, però mi ritrovo a un bivio della mia carriera: continuare con l'Atletic o riprovare con il calcio a 11, sono molto combattuto.”
Di solito chi passa dal calcio a 11 a quello a 5 poi se ne innamora e non torna più indietro, come mai, invece a te sta succedendo?
“Hai ragione, il calcio a 5 mi ha preso molto, l'unico handicap per me è un problema fisico e allenarmi in terreni sempre duri, per i problemi che ho avuto in passato alle ginocchia, è molto dura.”
Solo questo?
“Posso dirti senza problemi che durante l'anno non ho condiviso alcune scelte della società, ma non entriamo in merito, la forza dell'Atletic deve essere il gruppo e il presidente è molto convinto di ciò. Essendo tutti ragazzi di Cagli, dobbiamo fare di questo la nostra forza, anche perché tra noi siamo amici d'infanzia. Io parlavo di scelte societarie, il gruppo non si tocca.”
Capito. Breve parentesi: perché sei soprannominato “Chiacchiera”?
“Sono un ragazzo a cui piace socializzare con tutti, alle volte anche esagerando, comunque sempre con il sorriso. Mi porto questo soprannome ormai da anni, la gente mi conosce solo così e non a caso faccio il rappresentante.”
Prima di parlare dei play off di quest'anno, parliamo della scorsa stagione, sembrava quasi fatta, invece...
“Invece siamo usciti subito, sconfitti dall'Ankon (altra protagonista dei playoff venerdì 1 maggio ore 21:30 contro il Pieve d'Ico,ndr).”
Cos'è mancato secondo te?
“Come mio primo anno all'Atletic posso solo dire di aver fatto una grande annata a livello di squadra; forse, per la prima volta ai play off siamo arrivati stanchi sia mentalmente che fisicamente, anche perché fino alle ultime due partite di campionato eravamo lì per giocarci il titolo.”
Forse è stato quello, forse la quasi certezza di avercela fatta vi ha fatto uscire subito. Quest'anno l' obiettivo erano gli spareggi o la promozione diretta?
“Inizialmente l'obiettivo era quello di stare tra le prime raggiungendo i playoff, obiettivo centrato in pieno. Alla fine ci siamo ritrovati a lottare per la vittoria finale.”
Che campionato è stato? Un anno in più di consapevolezza e maturità.
“Quest'anno, a dire la verità con mister Aiudi e la società, provare a fare il salto di categoria era nei progetti, poi per scelte societarie è stato esonerato l'allenatore, ora con il mister Pieri siamo qui a giocarci i play off e abbiamo le carte in regola per vincerli.”
Come prima sfida play off avresti preferito una differente avversaria rispetto al Futsal Ancona?
“No, perchè arrivati a questo punto, chiunque incontri, devi affrontare la partita con la massima determinazione, la nostra forza può essere il pubblico.”
Quello che mi hanno riferito le squadre con le quali ho parlato di voi: certe partite è anche grazie a loro se siete riusciti a vincerle?
“Di certo in casa ci dà una grossa forza poi sono tutti di Cagli, gente che conosci, molti amici e familiari, un pubblico che merita altri palcoscenici.”
Credi questo sarà l'anno giusto?
“Per fare il salto? Speriamo. Mi dispiace che vengo dalla trasferta con la Tre Colli dove sono dovuto uscire per un brutto infortunio alla caviglia. Sto cercando di recuperare per giovedì, dovrò stringere i denti.”
Se farete il salto di categoria, rimarrai nel calcio a 5 oppure continuerai a vagliare la possibilità di un tuo ritorno al calcio?
“Sono scelte difficili e ti giuro, sono molto combattuto per tanti motivi. Posso dire che qui all'Atletic in due anni mi sono divertito parecchio, dentro e fuori il campo. Quindi non lo so, ora spero solo di portare l'Atletic in C1, questo il sogno di tutti.”
Non mi piace parlare di singoli, ma quanto è stato importante Giacomo Giommi (27 gol in 25 presenze) in una squadra come la vostra?
“Giommi, più che un giocatore, è per me un grande compagno, un amico, una grande persona, con lui ho un rapporto che va oltre il campo da gioco. Da compagno di squadra posso solo dire, avendoci giocato per due anni, che nel suo ruolo non ha rivali, parlano i numeri nella sua lunga carriera, è il vero top player, unico difetto è juventino (linguaccia, ndr).”
Allora Giacomo, direi che abbiamo fatto. Vuoi aggiungere qualcosa, ringraziare qualcuno?
“Ok, volevo solo farti una confidenza (confidenza che poi, mi scrive, potrò inserire nell'intervista, ndr). In questi due anni di calcio a 5, volevo ringraziare una persona in particolare, Elia Renzoni, mister della Buldog Lucrezia...”
E come lo conosci?
“Lo conosco molto bene. Ci siamo conosciuti per caso, l'ho incontrato quando ho iniziato ad affrontare le mie lunghe riabilitazioni al ginocchio e mi segue tutt'ora, anche se al momento, per lavoro, ci vediamo meno. Ora a Cagli, quando non riesco ad andare a Fano da lui, mi segue il nostro preparatore e massaggiatore Simone Biagini.”
Avendo questo rapporto con mister Renzoni, non ha mai cercato di portarti con lui alla Buldog?
“C'è stato un momento in cui voleva portarmi a tutti i costi con lui, ma alla fine ha prevalso il mio cuore nei confronti della squadra, della mia città, dei miei amici.
Questo, però può essere davvero il rammarico più grosso, ma, essendo un ragazzo di cuore non ho saputo abbandonare la mia squadra dopo appena un anno e con un presidente che crede sempre di poter fare, con la squadra che si ritrova, il salto di categoria... Vorrei far avverare il sogno per lui e per noi.”
Perfetto. Grazie Giacomo per la disponibilità e la pazienza nello scrivere.
“Grazie a te, a presto.”
Lady Futsal
Alice Mazzarini
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