Alla scoperta dell'universo P'73 con Roberto "Titti" Baldassari: "La politica dei giovani paga sempre, le Marche devono capirlo!"

 

Roberto

 

Sorta all’ombra del Conero, nel vero senso della parola. Lassù in cima al Montepelago, in uno dei quartieri più belli di Ancona, riposa una delle più floride “cantere” e fucine del Futsal nostrano: il Pietralacroce, o semplicemente P’73.

Giovani, giovani e ancora giovani. Queste le prerogative della società del presidente Giuliano Manna che, oltre alla Juniores, vero fiore all’occhiello della casa, può contare anche su un’ottima formazione militante nella serie C2 girone A.

I tecnici e i dirigenti tutti di primo ordine e di grande preparazione. Insomma, per farla breve, uno degli ambienti ideali dove far crescere i nostri giovani per il Futsal che conta, mettendo sempre al primo posto la crescita globale e caratteriale ancor prima del risultato sportivo.

 

 

Per saperne di più, ne parliamo con mister Roberto “Titti” Baldassari, da cinque anni anima di questa squadra. Lo incontro in esclusiva per Futsalmarche.it

 

 

Ciao Titti e grazie della solita disponiblità

“Per me è un grande piacere, il ringraziamento è verso di voi.”

 

Partiamo da una domanda generale. Cosa rappresenta per te il P’73?

“Dopo la quinta stagione vissuta qui, posso dirti che per me è come una seconda famiglia. Sono arrivato qui con Bobo (Marcelletti ndr) che mi ha fatto da fratello maggiore, poi con Giuliano Manna il rapporto è splendido. Praticamente gestiamo a conduzione familiare, mi lasciano carta bianca per l’aspetto tecnico, ma anche in ambito dirigenziale posso esprimere la mia opinione sapendo di essere ascoltato. E’ veramente una bella cosa.”

 

Quali sono gli scopi e gli obiettivi di questa società?

“Da quando sono arrivato l’obiettivo principale era quello di mettere su un settore giovanile stabile, e possibilmente florido. Si è partiti da una Juniores sperimentale cercando di formare giocatori per le prime squadre future. 14/15 anni è spesso un’età difficile, quindi il nostro obiettivo è senza dubbio la crescita tecnica del ragazzo, ma anche caratteriale, che non va trascurata.”

 

Come reputi, globalmente, la stagione fino a questo momento?

“Da un punto di vista globale posso dirti discreta. L’organizzazione interna, le strutture, i dirigenti e tutto il contesto sono ottimali. Ciò che ci penalizza sono stati un po’ i risultati della prima squadra che, bene o male, coinvolgono un po’ tutte le parti.”

La Prima squadra

 

Buttando l’occhio sulla prima squadra, un inizio senza dubbio stentato poi la ripresa. A detta di molti mettete in mostra un gioco piacevole, tra i più belli del girone

“Questo mi fa molto piacere perché la mia mentalità è quella di arrivare al risultato tramite il gioco. Il singolo è decisivo se si mette al servizio della squadra sennò non mi serve a niente. L’inizio è stato a rilento anche per episodi sfortunati. Abbiamo perso alcune partite con un goal di scarto, e non è stato facile riprendersi. Da lì sono subentrati problemi caratteriali e di convinzione, non è possibile perdere otto partite di fila senza lottare. Poi c’è stata la svolta, arrivata soprattutto grazie al rientro di alcuni giocatori, come per esempio Dubbini e Sabbatini che ci hanno dato corsa e carattere. Violini ha ripreso a segnare, Lausdei è tornato ai suoi livelli e la squadra ha espresso quelle che sono le sue potenzialità.”

 

Ecco, proprio Violini e Lausdei. Cosa spinge due giocatori come loro, che hanno calcato in passato altre categorie, a volersi rimettere in gioco proprio da Pietralacroce?

“Violini l’ho voluto fortemente dopo il torneo di Piazza Pertini. Ha fatto una buona stagione lo scorso anno, integrandosi al meglio nei meccanismi. Cercava una soluzione che gli permettesse di conciliare gli impegni sportivi con quelli lavorativi e l’ha azzeccata. Lui stesso mi ha portato Federico (Lausdei ndr). Con quest’ultimo c’è stata una chiacchierata quest’estate, prima non lo conoscevo, se non di nome. Ha avuto un impatto particolare, non calandosi pienamente nella categoria. Poi quando ha capito alcune cose, è tornato sui suoi livelli, quelli per i quali è un giocatore fondamentale per la nostra squadra.”

 

Il famoso mix tra “vecchi” e “giovani” può essere il vostro segreto?

“Io penso di sì. A qualche ragazzo manca quel carisma necessario in alcuni momenti che invece gente come Sciocchetti, Bonfitto o Venere possono avere e trasmettere. Loro sono bravissimi in allenamento e in partita a dare l’impatto giusto e i giovani li vedono come modelli.”

Juniores, gir. A

Spostiamoci sulla Juniores, il vero fiore all’occhiello

“Senza dubbio. Per questo dobbiamo fare i complimenti a Luca Giovagnoli e Marco Baldoni. E’ stato un campionato tiratissimo, con avversari che hanno mollato soltanto alla fine. L’importanza di Luca e Marco è stata quella di dare nuove motivazioni a queste ragazzi. Proponendo nuove cose, innovative, hanno catturato il loro impegno, soprattutto negli allenamenti. E dopo in partita si raccolgono i risultati.”

 

Il giusto coronamento è stata la vittoria del girone A

“Si ma non è da vedere come un punto di arrivo. Dopo la finale di Coppa persa in casa ci siamo fatti la promessa di provare ad arrivare il più lontano possibile. Ci piacerebbe rappresentare le Marche in un’eventuale fase nazionale, come fece il Castelbellino lo scorso anno.”

 

Carducci e Cappanera, ma non solo. Dico bene?

“Giustissimo. Questi due ormai sono fissi in prima squadra, dove stanno facendo benissimo, ma non vanno trascurati anche gli altri protagonisti. Mi vengono in mente Bambozzi, Storari, Zampa. Ma la forza di questa squadra, a mio parere, è stato l’amalgama tra chi c’era già e chi è arrivato. Questi ultimi si sono subito calati nella realtà, in modo impeccabile.”

Festa dopo la vittoria campionato Juniores

 

Parlando di te invece, chi sono stati i tuoi maestri?

“Senza dubbio primo su tutti Paolo Perugini. Con Paolo ho lavorato allo Scudo in Serie B e a Porto San Giorgio in A2. Poi ti dico Luigi Pagana che, per la mia formazione, è stato un punto di riferimento a tutto tondo. Rispetto a Perugini, che per impegni lavorativi aveva un tempo limitato, Pagana poteva soffermarsi maggiormente su tutti gli aspetti che gli ponevo. In ultimo, ma solo cronologicamente, Marcelletti. Bobo mi ha trasmesso tutte quelle piccole cose fondamentali per gestire una squadra, nelle sue mille sfaccettature.”

 

Dalla Juniores alla prima squadra com’è stato l’impatto?

“Positivo. La C2 è una categoria dove molte squadre non hanno un gioco predefinito. Ci vogliono corsa e grinta che una squadra giovane deve possedere. L’anno scorso, così facendo, abbiamo messo in difficoltà tantissimi avversari. Le difficoltà ci sono state sotto l’aspetto dell’esperienza. Delle volte il giocatore scafato, con astuzia, riesce ad avere la meglio sul “ragazzino” proveniente dalle giovanili. In questo bisogna migliorare e applicarsi.”

 

Credi che la politica dei giovani possa dare i suoi frutti?

“Ne sono un fervente sostenitore. La politica dei giovani paga sempre. Le Marche devono capirlo al più presto. Nei Tornei delle Regioni troviamo squadre più preparate delle nostre proprio perché hanno capito questa politica in anticipo e ora raccolgono i frutti. Si deve partire necessariamente dai giovani, se si vuole avere futuro.”

 

 

Già, il futuro. Hai un obiettivo a breve termine e uno a lungo?

“A breve termine voglio subito la salvezza. Inizialmente puntavamo ai playoff, poi le cose non sono andate come speravamo. Lo dobbiamo a questa società, per tutta la disponibilità che ha nei nostri confronti. A lungo termine mi piacerebbe allenare una categoria nazionale, e visto il livello della B di quest’anno, non credo sia un azzardo. Ho anche un altro sogno nel cassetto che è quello di lavorare con il Vate Osimani, un grandissimo.”

 

Ti senti di scommettere su un ragazzo che potrebbe arrivare?

“Senza nulla togliere agli altri dico Bambozzi. E’ stato una sorpresa da quando è arrivato. Ci ha sbalorditi e sono convinto possa continuare a farlo. Viene dal calcio ma si è subito immedesimato. Gli auguro il meglio.”

 

Siamo alla fine, è ora di dare i voti

Stagione prima squadra: Un 5.5 visto le prerogative iniziali

Stagione Juniores: per ora è 8. Con la finale sarebbe stato 10

Voto Finale: Sicuramente positivo. Il risultato sportivo è sempre la fotografia di quanto viene fatto dietro le quinte. I mezzi ci sono tutti, sta a noi ottenere i risultati.

 

 

Grazie e in bocca al lupo per il futuro Titti

Grazie a voi e un saluto a tutta Futsalmarche.it

 

 

Peppe Gallozzi

Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.

Facebook: Peppe Gallo