Una storia da raccontare: "Io, Francesco Bruni, al 10° anno di Corinaldo, capitano senza aver mai preso un centesimo..."
Questa è una storia d'altri tempi. O forse, no. Giudicate voi.
Lui è Francesco Bruni, capitano del Calcio a 5 Corinaldo. Artigiano edile di mestiere, un 'appassionato spassionato' di teatro e di calcio a 5, attore e giocatore per passione. In campo è un 'leader silenzioso', come ama definirsi, quello che preferisce correre due volte di più piuttosto che dare 'cighetti' ai compagni. La sua particolarità è che milita nella stessa squadra da dieci anni senza mai vedere il 'becco di un quattrino' (anche se di occasioni ne ha avute); cresciuto nella realtà del calcio è passato al calcio a 5, serie D, C2, C1 fino alla fascia di capitano e fondamenta della società.
Quando gli dico che voglio intervistarlo, rimane un po' così, non se l'aspettava. Andiamo in un posto lontano da occhi indiscreti perché è il classico ragazzo che non ama apparire e fare questa intervista davanti a tutti lo imbarazzerebbe un po'. Poi è una sorpresa. Di seguito, dieci anni racchiusi in due ore di chiacchierata, tra sorrisi, aneddoti, nostalgie e amore per il suo Corinaldo.
Ciao Francesco, iniziamo dal principio.
“Tutto è iniziato nel gennaio 2002. Prima di allora giocavo a calcio, la fine che fanno molti ragazzi qui a Corinaldo. Nell'anno che ho lasciato, a 21 anni, militavo in seconda categoria. Conclusasi la stagione, durante l'estate, il Monteporzio mi aveva fatto una proposta per il campionato di terza, ma l'idea non mi piaceva e così mi sono presentato sul campo del Corinaldo Calcio a 5, allora Acli Corinaldo. L'allenava Daniele Tarsi, mentre i giocatori si chiamavano Massimo Tinti, Francesco Rugini, Paolo Coppari, Marco Coppari, Massimo Manna, Daniele Bronzini... tutta gente che ora vive la crescita della società con me. All'inizio non c'era spazio per me perché ero il tredicesimo uomo, poi Paolo Coppari ha insistito ed eccomi qui.”
Dal calcio al calcio a 5...
“Uscivo da una società in cui non mi trovavo bene. Nel Corinaldo calcio a 5 mi sono trovato subito a mio agio. Il gioco era diverso, ovviamente, il livello ancora era basso, forse per questo ho imparato in fretta, non c'erano grandi giocate, ma mi divertivo. Giocavamo all'aperto e spalavamo la neve quando ce n'era bisogno. Ho iniziato con Luzi, Fossi, Avellani e diciamo che mi sono evoluto con il futsal.”
La svolta: dalla C2 alla D, poi di nuovo C2 fino alla promozione in C1. E la fascia da capitano.
“Nella stagione 2003-04, con la promozione in C1 c'è stato un cambio al timone della squadra, è arrivato Max (Tinti, ndr). Fino al 2007 il capitano storico è stato Marco Coppari; avevo 27 anni, giocavo con gente più grande, non avrei mai pensato toccasse a me. A settembre Max mi dice: “C'è una sorpresa per te” e mi sono ritrovato con la fascia sul braccio, un onore.”
Chi è il Capitano, per te.
“É l'esempio in campo. È lotta e carisma. È il primo a lottare e l'ultimo a smettere di farlo. È il collante. È il primo a dare il benvenuto, il primo a coinvolgere. Il primo a metterci la faccia. Ho i miei limiti tecnici, ma ho sempre corso per due.”
In una realtà sportiva italiana, dove gli ingaggi fanno il giocatore e determinano gli spostamenti, come si fa a militare in una squadra per così tanto tempo senza prendere mai nulla, a parte qualche premio partita.
“Io ho sempre lavorato; per spostarmi avrei dovuto avere la garanzia di uno stipendio fisso. Non potevo rischiare un lavoro per una stagione, non avevo certezze. Col senno di poi non sarei diventato quello che sono diventato per il Corinaldo e il Corinaldo non sarebbe diventato quello che ora è per me. Le emozioni e le soddisfazioni che ho vissuto non ci sono soldi che le ripaghino.”
Rivanghiamo un passato un po' più 'prossimo': la scorsa stagione. Ultima partita Corinaldo-Audax Sant'Angelo. Ci si giocava la serie B. Tu in tribuna.
“Nella scorsa stagione è andato tutto al di là di tutto. Ci siamo ritrovati lassù e meritavamo di vincere. In quell'ultima partita io non ero in campo, né in panchina, scelte tecniche (Francesco veniva da un infortunio capitatogli a Fermo un mese prima, ndr) che m'hanno lasciato un po' d'amaro in bocca, ma che ho rispettato. Quel sabato c' ho sperato fino all'ultimo. Da fuori, al fischio finale, avevamo perso, ho provato più rabbia che dolore, rabbia di non essere stato in campo e non aver avuto la possibilità di aiutare i miei compagni.”
I tifosi, quanto sono stati importanti nel vostro cammino.
“All'inizio di questa favola di tifosi ce n'erano veramente pochi; erano quelli che ci aiutavano a spalare il campo da neve e ghiaccio. Il movimento, poi è cresciuto, amici chiamano amici e così ci siamo ritrovati, la scorsa stagione con una media di 200 tifosi a partita, con sciarpe, maglie, felpe tinte dei nostri colori. Loro sono un vanto e un orgoglio per la società e i giocatori. Con loro in tribuna il campo ha tutto un altro sapore.”
Come sarà questa nuova stagione.
“La nostra squadra ha un grosso potenziale e ogni anno ce la giochiamo alla pari con tutte. Lo scorso anno 17 risultati positivi non credo siano stati frutto di un livello più basso. Non ci sentiamo appagati, tutt'altro, abbiamo l'entusiasmo dei bambini nel ricominciare. Siamo pronti per rimettere i bastoni tra le ruote alle squadre più blasonate.”
Grazie a...
“Vado per ordine cronologico: grazie a Paolo Coppari che ha spinto la società a prendermi, altrimenti avrei preso un'altra strada; grazie a Francesco Rugini per l'affetto sempre dimostratomi; grazie (gli occhi s'illuminano, ndr) a Max: quante battaglie affrontate insieme! Mi è stato vicino nella crescita del gioco, ma soprattutto umana, mi ha sempre dato fiducia, ha sempre creduto in me come pochi altri. Senza di lui non sarei quello che sono ora.”
LadyFutsal
Alice Mazzarini
Commenti
Da Ostra Vetere un messaggio di grande stima e un augurio per una nuova stagione ricca mdi soddisfazioni.
Mn
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