Dentro la trincea col Tenente Max Tinti tra passato, presente e futuro: "Il mio Corinaldo, gruppo solido costruito su una base sociale."

 

Il Tenente per eccellenza del futsal marchigiano Massimo Tinti Il Se è un paradiso che tutti conoscono”. Il Tenente Massimo Tinti non ha rimpianti, solo ricordi. “E' bello che il ricordo dello spareggio play out contro il Castelbellino, ricordo di una stagione sofferta, finita in festa, possa essere sostituito con la serata di venerdì scorso (Corinaldo-Tenax: 8-6), dove abbiamo giocato alla pari contro la Tenax, una squadra di altissimo livello.”

Così come non ci sono ombre sul suo viso, quando accenno all'ultima giornata di due anni fa (2010, Corinaldo-Audax 1-3), per lui comunque un segno del destino che fu, da non scacciare, ma custodire: “Quel giorno sono tornato a casa meno distrutto di come pensavo. Deluso si, ma finché non hai qualcosa di concreto per le mani... m'è dispiaciuto più per i miei giocatori e per le cinquecento persone accorse.”

Per capire l'uomo, il mister, il Tenente di tante battaglie, bisogna partire da lontano. Da un altro sport e da quel coraggio che non aveva. E da quel dolore che lo rafforzò, avversario di una guerra interiore.

Compagno di una ribellione. Il Tenente prima assaporò la sconfitta, poi la vittoria, diventando forza per se stesso e per i suoi giocatori. “Facevo la terza media quando sono andato a giocare alla Vigor Senigallia. Da lì passai a Perugia, serie B. Avevo 16 anni, ma mi accorsi subito che non ero più libero nei pensieri, così decisi di tornare”.

Stessa cosa gli capitò a Francavilla: “ Giocavo in C1, era un campionato dove ero già inserito nella rosa dei professionisti. Avevo il mio spazio, ma l'allenatore Rubignani era un generale. Mi svegliava la mattina alle 7 e mi faceva fare un circuito muscolare, poi primo allenamento della mattina insieme a tutti gli altri, pranzo, riposo, secondo allenamento. Qualche sera si faceva anche il terzo allenamento, in palestra, per provare le cose più strettamente tattiche. Ho retto tre settimane”.

Dopo l'Abruzzo, di nuovo Marche. “Avevo 17 anni, m'aveva preso il Fano, sempre C1, sarei tornato a casa”. Iniziò a fare la preparazione con il Senigallia. “Durante un'amichevole a Barbara, mi ruppi collaterale, crociato e due menischi. A quel tempo un infortunio così serio era uno stop definitivo a un certo livello. Continuai a giocare con sofferenze immani, facendo ore e ore di ghiaccio, finché presi il coraggio e appesi le scarpette al chiodo, a 30 anni, finendo la mia carriera in Eccellenza a Ostra Vetere”.

 

La storia si ripete anche per te: dal calcio a 11 al calcio a 5.

Quando giocavo ancora a calcio, d'estate facevo le stagioni a Corinaldo, nel bar di Alberto Manoni, un carissimo amico che non c'è più. Era un lungimirante. Un giorno mi disse: “Tu giochi ancora a calcio, ma devi farmi una cortesia: quando arriverà il momento di lasciarlo, devi avviare a Corinaldo una sorta di movimento di calcio a 5, perché sono convinto che il futuro sarà lì”. Stiamo parlando di diciotto anni fa.”

 

Luca Bucci, presidente del CorinaldoCome fu l'inizio?

Non facile. Poco prima che smettessi di giocare a calcio, Francesco (Rugini, ds del Corinaldo), aveva avviato l'attività ufficiale del Corinaldo C5. Io arrivai l'anno successivo da giocatore. I primi anni furono di grosse sofferenze, il progetto non riusciva a decollare. Non c'era serietà. Un giorno gli dissi: “Guarda, c'abbiamo provato, ma se rimane così, io non mi diverto”. Lui mi rispose: “ Porta pazienza fino alla fine dell'anno, poi ricominciamo più seriamente.”

 

Accettasti?

Arrivò Perticaroli, facemmo un assaggio di C2, finalmente si stava muovendo qualcosa. In più si stava interessando Luca Bucci (attuale presidente, ndr).

 

Da giocatore ad allenatore il passo fu breve.

Non riuscivo più a giocare per il dolore. Francesco mi disse che, se avessi voluto, mi avrebbe messo a disposizione quei pochi soldi per fare il corso da allenatore. Accettai. Il primo anno da mister fu in C2 e facemmo i play off, perdendoli. Poi risalimmo fino alla cavalcata in C1.”

 

Il futsal, un mondo completamente nuovo.

Tenente perché vengo dalla trincea. Sono arrivato qui e non sapevo assolutamente nulla di futsal. Il primo spartiacque è stato vedere il passaggio da un'avventura in amicizia a un qualcosa di sempre più solido. L'altro è stato vedere giocare Juninho ; esiste il calcio a 5 e lui. Puoi trovare cinque ragazzi che fai gareggiare, cercando di far si che l'agonismo sopravanzi l'avversario e puoi trovare il vero calcio a 5, giocato con intelligenza, movimenti felpati. Mi sono trovato questo giocatore a Corinaldo, alla fine viene a darmi la mano: “Complimenti mister, perché non mi avete picchiato”. In quel momento in me è scattata una riflessione: se volevo fare qualcosa d'interessante, dovevo mettermi a studiare. Ho iniziato a guardare le partite, i giocatori, ad apportare delle modifiche ai miei esercizi, per adattarli alle situazioni.”

 

Quanto di personale c'è nel tuo modo di allenare?

Mi piace lavorare in modo artigianale. Qualche anno fa un allenatore mi disse: “Tu Massimo sei soltanto bravo”, io ero convinto fosse un complimento, invece no. È inutile essere molto bravi, ma non sapersi adattare alle partite.”

Il Corinaldo 2004-2005 che salì in C1

Non ti piacerebbe vincere un campionato, salire di categoria?

Noi l'avremmo fatto anche due anni fa. Quella volta ci abbiamo provato, perché in fondo, far provare a questi ragazzi un'esperienza così importante è il culmine del cammino. Comunque per me la rivalità con l'Audax non sussisteva allora e non sussiste neanche oggi. Noi abbiamo avuto una rivalità solida solo con l'Ostrense.”

 

Il Corinaldo può provarci già quest'anno ad ambire alla serie B?

Quest'anno la rosa non è adeguata per durare fino alla fine. Il Corinaldo deve ragionare, cercando di ampliare lo stato attuale delle cose. Abbiamo un pubblico che neanche in serie B lo trovi, forse al Sud, ed è proprio lui che ti chiede un salto di categoria. Se ci accontentiamo sempre di raggiungere la salvezza, i giocatori più pregiati se ne andranno. Devono trovare anche loro nuovi stimoli, altrimenti la fiamma si spegne. Fino alla scorsa stagione credevo che Joe (Eugenio Balducci ora in serie B con la Buldog Lucrezia) sarebbe vissuto e morto con il Corinaldo. Quando mi ha detto che sarebbe andato via, ho capito che quello poteva essere un insegnamento per la società: occorre lavorare costantemente, anche quando tutto sembra fiorito.”

 

Chi saranno le prime cinque del campionato?

La Tenax credo la spunterà, Urbino, Adverso, Fano, perché gioca all'aperto e perché il primo anno in C1 può fare miracoli e l'Audax.”

 

Domanda diretta: perché, ogni anno, il Corinaldo snobba la Coppa Marche?

Il Corinaldo ha partecipato alla prima edizione e, come tutti gli anni, aveva una rosa molto risicata. Quella volta due giocatori, Pieri e Perticaroli, si fecero male, soffrendo poi nel proseguio del campionato.”

foto in posa del Corinaldo 2012-2013 sotto le mura della città

Sei rimasto traumatizzato da questo?

Un po'. Nel senso che, per poterla fare, non dico da vincitore, ma cercando, almeno di lasciare un'impronta, dobbiamo lavorare. Mi dispiace anche non aver partecipato alle visioni delle partite, un grosso cruccio per noi. La Coppa Marche è un'importante vetrina, allarghi le vedute, vedi giocate e giocatori... Io, prendendo i permessi durante l'anno per giocare, lavoro in ospedale, quando la stagione è ferma, tipo a Natale, faccio dei turni massacranti.”

 

Per il prossimo anno prometti di farci un pensierino?

Si.”

 

Rituffiamoci nel campionato. Cosa ti ha lasciato l'addio di Pierpaoli?

Sono rimasto umanamente e sportivamente deluso, non me l'aspettavo. Da uno messo un po' in disparte, prima o poi te lo  aspetti, ma non da uno che giocava, segnava...”

 

Con quali stimoli riparti ogni anno?

Penso di essere sempre fregato da Francesco (Rugini)!

 

Come vedi il dopo Max.

Qui a Corinaldo sarebbe bello ci fosse prima Bruno (Diambra) poi i fratelli Balducci (Antonello ed Eugenio) e Rotatori (Denis), tre freschi di patentino.”

 

C'è stato un momento in cui hai veramente pensato di mollare?

Si. C'è stato un periodo in cui andavo al campo, facevo allenamento e non volevo rotture. A un certo punto, però, iniziarono a esserci domande talmente intelligenti e stuzzicanti da parte di alcuni ragazzi, in testa i fratelli Balducci, che iniziai ad avere un nuovo entusiasmo. Mi hanno fatto capire che qui c'era fermento, volontà di andare avanti. Ti faccio un esempio.”

 

Prego.

C'era un grande musicista, Miles Davis che aveva assoldato una nuova band, giovani musicisti che suonavano divinamente. Lui, ogni giorno, andava in mezzo a loro e cominciava a suonare con la sua tromba. Un giorno gli dissero “ Amico, devi rimetterti a studiare, perché quello non ci basta più”. Io mi sono sentito così. Loro sono stati la scintilla che mi ha rianimato per tanti anni. Se oggi sono qui è anche grazie alle loro domande.”

 

Uno sguardo al futuro.

Il prossimo anno mi piacerebbe riavere Joe e un altro giocatore che non posso dirti, un laterale intelligente: facile dire Penna o Perez, ma deve essere compatibile con il gruppo. A me piace molto anche Bacchiocchi, anche se per noi forse andrebbe meglio Fiscaletti (entrambi della Buldog), per il suo impeto. Quei due mi piacciono.”

 

Il tuo quintetto ideale di C1.

Senza il Corinaldo, però...”

 

Ok (a onor del vero, un giocatore lo aveva menzionato, ma il Tenente tiene più agli equilibri di squadra che alla gratificazione del singolo. Altra mossa verificatasi sempre vincente).

Nucci, uno dei miei pallini, Perez, De Sousa, Traini, Balloni.”

 

Il mister?

Mi piace quello che sta facendo l'allenatore del Fabriano.”

 

Definiscimi il concetto “forza del gruppo”.

La forza del gruppo è durare con un gruppo solido e la stessa filosofia.”

 

La filosofia del Corinaldo qual è?

Il Corinaldo è nato cercando di mescolare uno sport per quanto possibile ad alto livello con una componente sociale, dando precedenza alla gente del paese. Ed è quello che abbiamo fatto fino adesso e che ha trasmesso Alberto.”

 

Siamo agli sgoccioli. Vuoi aggiungere qualcosa?

Vorrei salutare mia moglie Tamara e mia figlia Emma, alle quali sottraggo tanto tempo e alle quali tengo moltissimo. Grazie a Francesco, antitetico alla mia personalità, lui ottimista, io tendente al crepuscolo. Grazie al presidente Luca Bucci, uomo di sport, perché ci dà tutti gli anni carta bianca, dicendoci di fare il meglio che possiamo. Grazie a Bernardo, persona di una solidità morale per me importante. Grazie a Daniele Bronzini, Marco Coppari e Giordano Giuliani, preparatori dei portieri, Cecco e Gianluca Messina.”

 

Ah, un'ultima cosa. Visto che sei un grande amante della musica, qual è la colonna sonora che ti ha accompagnato nel costruire la storia bianco rossa.

Molta musica potrebbe parlare al mio posto, ma questo disco l'ho consumato, sto parlando di Brown Rice dell'artista Don Cherry.”

 

Grazie Max.

Grazie a te. Puoi aggiungere che tutti noi siamo veramente contenti di vederti, ogni venerdì, con il giubbotto del Corinaldo?”

 

Lady Futsal

Alice Mazzarini