La storia speciale dei Pierfederici. Padre e figlio in campo insieme, sotto la bandiera dell'Audax Sant'Angelo. Manolo e Jacopo: "Che emozione!"
Padre e figlio. Passato e futuro. Un presente da protagonisti, entrambi. Questa è la storia di Manuele (“ma mi chiamano Manolo da quando avevo 13 anni!”) e Jacopo Pierfederici. L'uno sta compiendo otto anni di permanenza nel calcio a 5 (dopo gloriose annate nel massimo campionato regionale, da quest'anno sarà in serie D). L'altro si sta affacciando ora al mondo del futsal (da giocatore di calcio a 11 a una delle scommesse del calcio a 5 marchigiano serie C1). Filo conduttore: l'Audax Sant'Angelo.
Nel giro di ventiquattr'ore esatte, mi ritrovo a parlare con figlio, prima e padre, poi. La curiosità divora entrambi; Jacopo non sa il come, il dove, il perché della mia telefonata, ma una volta capito e superata la timidezza mi dice “pensavo fosse un'intervista più “seria”, invece m'è sembrato di parlare con un'amica!”); Manolo sulle prime è un po' scettico, ma poi, a forza di parlare del figlio si scioglie. Ne è uscita una bella storia di sport. Con due persone autentiche a raccontarcela.
Jacopo, classe '92, fino al giugno scorso era un giocatore di calcio a 11, militante nella Vigor Senigallia. Nella stagione 2012-13 non sarebbe stato più 'under' (leggasi meno possibilità di giocare) così ha deciso di virare e seguire la rotta futsal.
Manuele, classe '64, è stato uno dei fondatori dell' Audax Sant'Angelo, dopo un illustre passato nel calcio a 11 con un picco chiamato serie C2. Praticamente è dall'età di otto anni che prende a calci il pallone. Quarant'anni ininterrotti di sport. Chapeau.
Dal calcio a 11 al calcio a 5, cosa vi siete detti?
JACOPO: “Mio padre, fino allo scorso anno, era contrario al mio passaggio nel calcio a 5. Mi diceva “continua a giocare a calcio poi concludi la tua carriera nel futsal”. Ad agosto, quando gli ho comunicato la mia volontà di provare era già più propenso.”
MANOLO: “Jacopo non m'ha detto nulla, l'ha fatto e basta. Io avrei atteso qualche anno. Non l'ho spinto, ma neanche frenato.”
Coppa Marche. Prima gara ufficiale dell'anno (Audax-Nuova Ottrano: 4-3 con gol di Jacopo al debutto, clicca qui per il tabellino). In campo insieme.
J: “E' stato bello ritrovarsi insieme, sullo stesso campo. Sono stato contento. Dentro di me, però pensavo, “ ma adesso cosa gli dico, babbo passa la palla?! (ride).Quando ci hanno fatto la foto poi... la gente applaudiva e io ero imbarazzatissimo!”
M: “E' sempre piacevole vedere padre e figlio che giocano insieme. Negli spogliatoi m'ha detto: Adesso che faccio in mezzo al campo, ti chiamo babbo?!”
Pregio e difetto dell'altro, calcisticamente parlando.
J: “Pregio: avendo giocato tanti anni a calcio e a calcetto, ha molta esperienza. Tatticamente è perfetto, la tecnica è ottima, diciamo che si è sempre fatto e si fa valere tutt'ora. Difetto: la vecchiaia, si può dire?! (ride). Oggettivamente è l'unica cosa che lo frena, magari tutti arrivare dove è arrivato lui...!”
M: “Pregio: ha una grande tecnica, molta potenza. Difetto: a volte è troppo pieno di sé.”
Pregio e difetto dell'altro, caratterialmente parlando.
J: “ Difetto: quando faccio una cosa bella, non mi dice mai bravo; quando ne faccio una brutta, mi sgrida. A volte è un po' troppo severo. Solo quando gioca a calcio a 5 è veramente felice e spensierato. Pregio: ha sempre ragione (credo che, sentirsi dire questo da un figlio sia, per un genitore, come vincere al Superenalotto!, ndr).”
M: “Pregio: sa mettersi a disposizione della squadra. È il primo a dare il proprio aiuto agli altri. Difetto: a volte ci mette poco impegno nelle cose che fa: nello sport come nella vita, ottenere un obiettivo vuol dire impegnarsi, glielo dico sempre.”
Chi tra i due odia di più perdere?
J: “La sconfitta la sento in campo e dentro gli spogliatoi, poi basta. Me la porto dentro, cercando di capire dove ho sbagliato, non riversandola mai sugli altri. Mio padre non l'ho mai visto arrabbiato.”
M: “Jacopo sente molto sia la vittoria che la sconfitta. Da ragazzo ero come lui, ora ho imparato ad assorbire entrambe nella stessa maniera, ho imparato a gestirle.”
Quali consigli si danno in questi casi?
J: “Babbo dice che non sono tanto umile. Mi ha detto di non avere fretta, che i primi mesi mi serviranno per imparare, per ambientarmi. Un conto è giocare d'estate, un conto è fare un campionato regionale.”
M: “Gli ho detto che deve ascoltare, essere umile, cercare d'apprendere il più possibile; fosse per lui ribalterebbe il mondo! Gli ho detto: guarda, ascolta, assorbi poi ributta tutto in campo.”
Jacopo, cosa t'aspetti da questa prima stagione in maglia Audax.
“Sono consapevole che non giocherò da subito nel quintetto base, ma ce la metterò tutta per guadagnarmi il mio spazio.”
Dove pensi arriverà l'Audax quest'anno?
“Molti pensano che, vista la partenza di Giovi (Giovanni Giacomini, al Cus Ancona) Fabri (Davide, al Corinaldo) e Meme (Gregorini, passato al calcio a 11) , non faremo bene; io, invece, ho completamente fiducia nella squadra. L'obiettivo è quello di mirare sempre più in alto.”
Manuele, dalla C1 alla serie D (andrà a giocare con la nascitura formazione senigalliese di serie D, ndr).
“Ho fatto questa scelta, perché la C1 è diventata troppo impegnativa per me: trasferte, orari da conciliare con il lavoro... atleticamente, però, sono a posto, avrei potuto continuare, ma lascio spazio ai giovani. La serie D è una rinascita, altri stimoli, nuovo entusiasmo. Voglio imparare a quei ragazzi a battersi per un obiettivo, a raggiungerlo insieme.”
Come vedi il futuro di Jacopo?
“Lui ha delle grossissime potenzialità, ma deve imparare ad ascoltare e mettere in pratica. A vent'anni si scalano le montagne... Tecnica e potenza ce l'ha, se s'impegna potrà andare avanti, come ha fatto il cugino (Giacomini ora in serie B).
Il futuro dell'Audax targata C1?
“In campionato,quest'anno, c'è stato qualche ridimensionamento, il livello s'è leggermente abbassato. L'Audax ha fatto diversi cambiamenti, ma gli manca due giocatori di categoria, grinta e volontà da sole non bastano per fare il salto di qualità. La vedo tra le prime sei.”
Volete aggiungere qualcosa?
J: “Sono a posto. Mi godo il presente. L' unica cosa: quando esce l'intervista?”
M: “Il mio pensiero va Jacopo; l'importante è che stia bene, il resto conta poco.”
In bocca al lupo a entrambi e viva lo sport!
Lady Futsal
Alice Mazzarini
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Commenti
Jacopo: ti auguro di seguire le orme di gran personaggio di tuo padre.
In bocca al lupo ad entrambi
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