La strana stagione di mister Nicolino Rocchi: " Dal crack Ascoli Futsal a questa salvezza col Castorano oramai insperata."
Dopo trenta minuti di cellulare occupato, risponde.
“Scusa, ma stavo parlando con un presidente.”
Aria di spostamenti?
“(Ride) Veramente l'unico spostamento che sto facendo ora è quello di portare le mie due bambine, Alessia e Giorgia di 6 e 8 anni, a ginnastica artistica.”
Quindi, se non è una cosa importante me lo puoi dire il nome di questo presidente?
“Non posso! (ride di gusto).”
Dall'altra parte della cornetta c'è Nicolino Rocchi, fresco di salvezza con il Castorano, serie C1. Un uomo, prima che un mister, assolutamente disponibile e gentile. Buono (forse troppo?) e mai con una parola fuori posto.
Un tecnico ascolano che ama le sfide, che non ha paura di cadere, rialzarsi e rinascere sotto nuove vesti. Un baluardo del calcio a 5 ascolano, già allenatore del Civitanova in serie B, del Real Monturano in C1 e poi in B (vinse il campionato approdando nel nazionale) che quest'anno, suo malgrado, si è ritrovato in mezzo all'ennesima bufera futsaliana. Partiamo da qui.
“Quest'anno, dopo quindici anni di cui gli ultimi quattro vissuti a cento all'ora, avevo deciso di prendermi una pausa, invece mi sono ritrovato ad affrontare una stagione intensa.”
Come mai volevi fermarti?
“Venivano da anni stancanti, tra lavoro, calcio a 5, le bambine crescevano; a un certo punto ho iniziato a sentire la stanchezza. Volevo fermarmi per riordinare un po' le idee e dare le giuste priorità.”
Poi, cos' è successo?
“A novembre l'Ascoli Futsal inizia ad avere dei problemi. L'allenatore si dimette. Io, che conosco ambiente e giocatori, mi ritrovo a parlare con alcuni ragazzi tra cui Lombardi e Manzali che mi riferiscono che non vogliono più presentarsi. Io, che sono assolutamente contrario a queste cose, perché dalla parte della ragione passi a quella del torto, cerco di farli ragionare. Mindoli e altri ragazzi mi chiamano, non la società e io accetto di incontrarli.”
Ed allenarli, ma senza tesserarti.
“La situazione non era chiara, non volevo rimetterci, così decido di non tesserarmi. Sto lì tre settimane, gioco tre partite, sette punti il mio bottino poi me ne vado via.”
E in tutto questo periodo la società non sa nulla del tuo ruolo all'interno della squadra?
“I Bellini lo sapevano, Trasatti mi chiamò, dicendomi“ Vedi tu poi quando torno ne riparliamo (il presidente era in Cina per lavoro, ndr). Io ho fatto quello che ho potuto.”
Non hai mai avuto il sentore di una situazione così drammatica?
“No. L'ho saputo strada facendo. Speravo che le cose si aggiustassero, che si rimediasse agli errori fatti. Ho vissuto società e squadra per tre settimane, non posso giudicare. Per me è stata una pagina volante.”
Che rapporto ha con i fratelli Bellini?
“Ho iniziato con loro, quindici anni fa e non ho mai avuto problemi. Parlo di un rapporto tra me e loro. Sono nato come giocatore dell'under 21 del Miracolo Piceno, allora erano solo dirigenti.”
Perché, secondo te, l'Ascoli Futsal, invece di mandare a casa tutti non ha continuato l'avventura di A2 con i ragazzi dell'under 21, accettando il verdetto del campo?
“Andare a giocare in giro per l'Italia, Cagliari, Milano... , passare i sabati sera sapendo di perdere ogni volta magari otto, nove a zero, non sarebbe più stato sport. Per non parlare dei costi delle trasferte partendo già con la consapevolezza di andare incontro a una sconfitta.”
Quindi meglio lasciare per strada tutti? Una soluzione meno drastica non si sarebbe potuta trovare?
“Magari l'under 21 con l'innesto di qualche giocatore esperto, di peso, sarebbe stata una scelta giusta.”
Dopo il crack dell'Ascoli Futsal ecco che arriva il Castorano.
“Alcuni dirigenti volevano mandare i ragazzi rimasti a Castorano, una specie di collaborazione. Questi, dal canto loro hanno risposto che, se fossi andato anch'io sarebbero andati anche loro. Vista la situazione del Castorano, zero punti, abbiamo deciso di affrontare tutti insieme un'altra nuova sfida.”
Sei richiestissimo dagli atleti!
“Dopo quindici anni...!”
Mi stavi dicendo: una nuova scommessa chiamata Castorano.
“Ho parlato con il presidente della società e, dopo la “batosta” di Civitanova (stagione 2008/09, serie B, Rocchi fu allontanato pur essendo primo in classifica) mi sono detto che ero pronto per il Castorano C5, che ho preso come una sfida personale.”
Mister Carpani e la “vecchia” squadra che fine hanno fatto?
“Della rosa precedente ne sono rimasti due o tre. Carpani è rimasto all'interno della società, con lui ho buoni rapporti.”
A dicembre, quando sei arrivato, la squadra non navigava di certo in acque calme. Quando sei arrivato c'è stato un periodo di assestamento, ma la squadra continuava a non riuscire a cavalcare le onde della C1.
“Sapevo che alcuni ragazzi, tra l'altro giovanissimi, si sarebbero trovati in difficoltà nelle prime partite. In A2 c'è più qualità, in C1 ci sono campi diversi e cambiamenti ai quali devi saperti adattare subito. I ragazzi avevano nelle gambe un minutaggio basso. Avevo anche chiesto un giocatore di qualità ed esperienza. Ci dovevamo ambientare, tutti.”
Perché Mindoli, che ti aveva voluto fortemente al Futsal Ascoli non ti ha seguito?
"Ha scelto Ripatransone perché squadra con più obiettivi, vedi Coppa Marche e play off.”
Qualcosa poi è scattato.
“Abbiamo iniziato a ingranare, cinque vittorie poi un calo, la vittoria contro il Ripatransone per riperderne due di fila in casa, sembrava finita.”
Poi?
“Poi abbiamo vinto contro il Buldog e la Torrese, giocandoci il tutto per tutto ai play out.”
Città Futura Montecchio- Castorano C5.
“Nella gara di ritorno contro il Montecchio avevamo vinto in casa loro con il punteggio di 1-7, poteva sembrare facile, ma la gara di play out è tutta un'altra cosa: partita secca, loro avevano il vantaggio del pareggio. In più avevamo due assenze importanti: Traini era infortunato, Seccardini, il capocannoniere della squadra, non c'era. Eravamo in sette e per un attimo si era riformato il vecchio Ascoli Futsal con in più due innesti.”
Raccontami la partita.
“Non siamo partiti bene, dopo poco perdevamo 0-1. Poi pareggio e nostro vantaggio per 1-2. Allo scadere del tempo siamo stati fortunati perché un tiro avversario ha preso palo, uscendo; se fosse andata diversamente forse non sarebbe andata come è andata. Nel secondo tempo sono arrivati altri due gol, loro si sono innervositi ed è finita.”
Non ci potevi credere?
“Dopo aver perso, in casa, contro la Montegranarese (terz' ultima giornata, 3-5) non ci credevo più.”
A chi dedichi questa salvezza?
“In ambito familiare o sportivo?”
Come vuoi! Anzi, facciamo tutte e due.
“La dedico prima di tutto a mia moglie che mi è sempre accanto, mi capisce e m'incoraggia nei momenti di difficoltà e alle mie due bambine che mi sono sempre venute a vedere. Per la collaborazione data ai fratelli Bellini. A Nazareno Sabbatini che ci ha accompagnati per tutta la stagione. Al presidente Luigi Filiaci, anche se non so se a capo della società ci sia lui o la figlia. A tutta la squadra, specialmente a chi ha giocato poco. A chiunque c'è stato nei momenti di difficoltà; se non fossimo stato un gruppo unito non ne saremmo venuti fuori."
Mica è finita l'intervista!
“Ah, ok! Ho ancora venti minuti poi finisce ginnastica artistica e devo andare a riprendere le mie due bambine.”
Curiosità: mi dici come andò col Monturano, serie B, nella stagione 2010/11?
“Eravamo partiti per salvarci, arrivammo alla Final Eight di Roma, per la serie B la prima volta con questa formula.”
A fine stagione la società chiuse i battenti per mancanza di soldi e debiti accumulati, con il progetto di ripartire dalla serie D.
“Avevo già manifestato che la situazione iniziava a pesarmi. Inutile ripartire dalla B per poi sparire.”
Come ti eri spiegato la situazione quella volta?
“Negli ultimi anni la crisi si è sentita. Le ristrettezze sono diventate sempre di più. La minore qualità è derivata anche da questo. Se poi certi sponsor promettono poi non danno... Per fare un campionato di serie B bisogna partire da una base almeno un minimo solida.”
Se si iniziasse a trattare gli atleti come dilettanti, invece che come professionisti, non sarebbe un primo passo?
“ Si dovrebbe partire dalla Federazione. Quest'anno è stata la prima volta che una serie B ha fatto così tanti chilometri per le trasferte. É stata una cosa pazzesca arrivare fino in Veneto, Friulia Venezia Giulia. Non si può trattare una B come un A2!”
Non ti sembra che ci sia una crisi del calcio a 5 ascolano? Non ti sembra che non ci siano più in giro società serie con progetti a lungo termine?
“Ripeto, la difficoltà è data dalla crisi e in giro ci sono parecchie società alle prime armi; nello specifico, ad Ascoli abbiamo due palazzetti spettacolari, ma nessuna squadra in B o A2, ma non so darti una spiegazione precisa. ”
Speriamo vada meglio in futuro...
“Speriamo. Intanto pensiamo a festeggiare la salvezza!”
Lady Futsal
Alice Mazzarini
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