Marco Belloni, marchigiano doc emigrante per il futsal. "Qui a Lecco sto vivendo un'esperienza fantastica."

 

Classe '88, velocità, tecnica, tenacia ed un piede sinistro da far invidia.

E' Marco Belloni, occhi dolci e sorriso smagliante, originario di Filottrano, in forza al CUS Ancona in serie B dal 2010 al 2012 con il quale ha segnato circa 30 gol in 2 stagioni.

Lo scorso anno la serie A2 a Civitanova, dove è riuscito a mettersi in mostra e a farsi valere di fronte a corazzate come Cagliari, Reggiana, Pesarofano, firmando anche 12 reti.

Nell'estate 2013, il contatto con il Lecco Calcio a 5, la proposta di trasferirsi e l'opportunità di giocare per un'altra stagione nella seconda serie nazionale. Per ora 14 presenze e 7 reti (anche se giura che ne ha fatti 8) per un'esperienza finora più che positiva.

Lo abbiamo raggiunto telefonicamente, per sapere qualcosa di più riguardo l'avventura del talento di casa nostra in giro per l'Italia.

 

Marco BelloniCiao Marco sono Claudia, spero di non disturbarti.

“Ciao Claudia, tranquilla stavo lavando i piatti.., (sorride, ndr)”

 

Benvenuto su Futsal Marche, è la tua prima intervista se non sbaglio?

“Pensandoci bene, credo di sì, è un piacere.”

 

Facciamo un passo indietro a qualche mese fa: tra le varie proposte che sicuramente hai avuto perché proprio Lecco?

“Quel che mi ha più affascinato è stata la possibilità di andare fuori casa e provare una nuova esperienza. Ho sentito parlare bene della società e dell'ambiente; in più conoscevo il mister (Gilbert Marques, ex allenatore del Pesarofano) che per primo mi ha voluto con lui. Diciamo un insieme di elementi positivi che mi hanno spinto verso questa scelta.”

 

Siamo curiosi di sapere qual è la tua giornata tipo.

“Ci alleniamo alcune mattine a settimana: sveglia alle 8, colazione, allenamento, pranzo a casa e un po' di relax prima di tornare all'allenamento delle 18. Quando non ci alleniamo la mattina, mi alzo tranquillamente verso le 9.30-10.00. L'unica cosa che cerco sempre di rispettare è l'orario del pranzo, per seguire e mantenere i ritmi che abbiamo il sabato, prima della partita. Vivo in un paesino un po' fuori mano, a 15 minuti da Lecco e spesso, causa stanchezza, non ho la minima voglia di muovermi e preferisco riposarmi. Quindi la mia vita al di fuori del palazzetto è molto limitata.”

Marco in azione

E' facile immaginare il sacrificio che possa essere vivere lontano da casa. Quante volte ci torni? Ti sei mai pentito della scelta fatta?

“Pentito no, mai. E' un'esperienza stupenda, oltre che dal punto di vista sportivo, dal punto di vista umano. Stare da solo, lontano, mi sta aiutando a crescere e a maturare soprattutto come persona. Quando posso, il sabato dopo la partita torno a casa fino alla domenica pomeriggio, massimo il lunedì, per rivedere la mia famiglia, gli amici e la mia fidanzata. I miei genitori vengono spesso a trovarmi e a vedermi giocare e, in un certo senso, questo mi aiuta sentire meno la lontananza.”

 

Passiamo a parlare del profilo propriamente sportivo. Come ti trovi con la squadra e con il mister?

“Lo scorso anno, quando ero a Civitanova, avevamo giocato contro il Lecco. Conoscevo giocatori come il capitano Antonietti e Marlon, però l'ambiente è stato completamente rivoluzionato rispetto alla scorsa stagione. Mi sono trovato molto bene fin da subito con tutti, anche se le difficoltà all'inizio si sono sentite, soprattutto perché eravamo un gruppo nuovo e avevamo bisogno di amalgamarci”.

l'esultanza coi compagni dopo un gol

Abbiamo saputo di una “rivoluzione” avvenuta in squadra a dicembre. Pensi che le decisioni prese dalla società abbiano giovato alla squadra?

“Le aspettative della società erano molto alte inizialmente, ma con il tempo i risultati non arrivavano. Dovendo cambiare qualcosa, a dicembre sono stati mandati via alcuni giocatori che sicuramente erano tra i più forti. Quando un gruppo, anche se nuovo, viene diviso, è sempre un peccato. Nel nostro caso, sia per la qualità delle persone che abbiamo perso, sia per la consistenza che questi giocatori avevano in mezzo al campo.

Guardando ai risultati, le decisioni sembrano essersi rivelate azzeccate. Come dovrebbe succedere in ogni gruppo, ci siamo guardati negli occhi e abbiamo deciso che era ora di dimostrare quello che eravamo in grado di fare. E ci siamo rialzati.”

 

Affrontando un'esperienza tanto nuova ed entusiasmante, ad inizio stagione ti sei prefisso qualche obiettivo personale?

“Sinceramente non ho stabilito obiettivi particolari. Non miravo né ad un numero di gol, né ad un certo preciso minutaggio. Ho voluto mettermi alla prova, iniziare una sfida soprattutto personale, provando a dimostrare e dimostrarmi qualcosa, senza presunzione, con tanta voglia di maturare.”

 

Hai già una minima idea di quello che farai l'anno prossimo?

“Non ci penso ancora. Mi sto concentrando solo sul momento, sul far bene partita per partita ed arrivare alla fine della stagione con questa squadra.”

Manca l'ultima domanda e ci piace fartela… ma in fondo sogni mai la Nazionale?

“Credo che vestire la maglia dell'Italia sia un sogno, per tutti. Non ci penso moltissimo, cerco di stare con i piedi per terra, anche se è normale che mi piacerebbe. Tutto quello che riuscirò a portare via da questa esperienza, sarà solo un grande guadagno per me. Non mi sentirei deluso, se non dovesse arrivare.”

 

Quando ti ho contattato per metterci d'accordo per l'intervista, ti avevo chiesto di segnare anche per me (data la mia scarsa concretezza sotto porta) e hai firmato una doppietta. Allora ti auguro di ripeterti nel derby contro Milano di sabato prossimo…

“Lo spero, ma preferisco non dire niente (sorride, ndr).”

 

Ti faccio un grande in bocca al lupo e ti ringrazio per la disponibilità.

“Grazie a te Claudia e grazie a tutti voi”.

 

 

Claudia Catena

Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.