Sergio Traini tra Porto San Giorgio, curiosità e presente: "I momenti difficili si superano insieme. Sabato fondamentale la vittoria!"
Nel Futsal, come nello sport del resto, capitano spesso periodi delicati in relazione a risultati e classifica.
Per uscirne ogni allenatore si affida ai senatori, agli uomini di maggior esperienza.
Cerca nei loro sguardi, durante gli allenamenti e prima delle partite, quelle risposte e quella sicurezza che non può trovare nei più giovani.
E’ il caso del Porto San Giorgio e del suo portiere Sergio Traini, al quale tutto l’ambiente biancoblu si affida per riprendere il cammino verso il sogno playoff.
Un ragazzo dal volto buono ma dalla tenacia impressionante.
Professionista impeccabile e gran lavoratore, tutte caratteristiche che fanno di lui uno dei migliori portieri di tutta la Serie B.
L’abbiamo intervistato alla vigilia dell’importantissima gara con il Corinaldo, in esclusiva per Futsalmarche.it, toccando tutti i punti della sua carriera attuale e passata, puntando il focus su alcuni aspetti particolari della sua vita.
Esempio dentro e fuori dal campo, ma stavolta non è una frase fatta, stavolta è pura e cruda verità.
Ciao Sergio e grazie della disponibilità
“Grazie a voi, è davvero un piacere per me”
Un curriculum che parla chiaro, con quasi tutte le categorie toccate, fanno di te uno dei portieri più forti in circolazione. Qual è il tuo credo dentro e fuori dal campo?
“Il mio credo è quello di non mollare mai e sperare sempre che le cose volgano nel modo positivo anche se tutto fa intendere il contrario. Questo non solo riferito alla singola partita, ma anche durante la mia carriera e nella vita di tutti i giorni. Sono un credente praticante e questo mi porta a pensare che le cose negative arrivano per farci tirare fuori il buono che c’è in noi.”
Secondo te qual è l’aspetto che non deve mai mancare ad un portiere?
“Deve avere la forza di non abbattersi dopo un errore. Trasmettere sicurezza e solidità a tutta la difesa e, per quanto possibile, mantenere una certa costanza nel rendimento. Ho sempre prediletto l’essere efficace all’essere appariscente.”
Quali sono i maestri che hai ritenuto fondamentali nella tua crescita?
“La mia esplosione è avvenuta nel passaggio dalla Serie B alla Serie A2 e in questo Marcos Lamers mi ha aiutato tantissimo. Cambiamento incredibile, ero ancora un ragazzino e mi sono trovato nella grande ribalta nazionale, a 21 anni. Cito lui perché c’è stato nel momento decisivo, ma ognuno mi ha trasmesso qualcosa. Come non pensare a Becco Giordani, a Nicolino Rocchi…”
Parlando di Porto San Giorgio siamo ad uno snodo cruciale per la stagione. Come si esce da questo momento poco esaltante?
“Con il lavoro, non solo fisico, ma soprattutto mentale, superandoli insieme. Il nostro problema è principalmente quello e deriva da una serie di risultati negativi che ci hanno fatto perdere quelle convinzioni maturate nel girone d’andata. Possiamo vincerle tutte da qui alla fine, ne siamo consapevoli e dobbiamo ritrovarci. A partire da sabato con il Corinaldo.”
Dopo le partenze di Giampiero Mindoli e Giovanni di Tommaso una prima parte di campionato così ve l’aspettavate o ha sorpreso anche voi?
“A dirti la verità io personalmente sono stato sorpreso. C’erano squadre molto più attrezzate di noi, come la Tenax, l’Alma o la stessa Buldog Lucrezia. I due che hai citato non erano solo importanti per la nostra economia di gioco, erano dei leader in tutto e per tutto. Il loro essere dei trascinatori ha fatto capire a noi che siamo rimasti che era necessario dare qualcosa in più, e così è stato.”
Quanto credete ancora nell’obiettivo playoff?
“Finchè la matematica non ci condanna ci crederemo sempre. Siamo al quarto posto, se la Real Dem fa il dovere suo con l’Aprutino e noi le vinciamo tutte siamo dentro.”
In questo senso ti chiedo, tentare di raggiungere il Futsal Aprutino al terzo posto o consolidare la quarta posizione, sperando di essere ripescati come migliore quarta?
“Io per natura sono sempre portato a guardare avanti. Quindi guardo chi è sopra, e spero di fare meglio dell’anno scorso dove ancora brucia la semifinale con il Cisternino, sfumata all’ultimo secondo di gara”.
Continuando a parlare di PSG ormai possiamo considerarti uno dei senatori. Qual è il tuo rapporto con un mister navigato come Marco Capretti?
“Rapporto tranquillo, di reciproca stima. Ci si prende in giro, si scherza e ogni tanto lo stuzzico sul catenaccio caprettiano. E’ la sua filosofia e spesso gli da ragione. Il suo segreto è nella gestione dentro e fuori dal rettangolo di gioco anche delle situazione più delicate. Come allenatore è uno dei migliori, è arrivato dove è arrivato guadagnandoselo sul campo e non comprando titoli in giro…”
Spesso viene decantato il gruppo Porto San Giorgio. Qual è il segreto di questo cosa?
“Un’ambiente ottimale fatto di unità d’intenti. E’ fondamentale che società, staff tecnico e squadra vadano di pari passo e qui le cose sono proprio così. C’è un regolamento fisso, le cose vengono messe in chiaro fin dall’inizio e la regola tassativa è che all’individualità si predilige sempre il gruppo. Anche il modo di gioca, a “mozzicare” come dice il mister, ci aiuta in questo senso. Ogni metro è fondamentale per raggiungere l’obiettivo finale.”
Quanto è importante avere una formazione Under 21 molto valida alle spalle?
“Tantissimo. In primis perché ci permette di allenarci bene numericamente e poi perché, periodicamente, sono sempre di più i giovani lanciati in prima squadra. Marco Vagnarelli in questo senso sta lavorando benissimo. Stipa e Balzamo sono solo la punta di un iceberg che comprende tanti elementi validi come Belà, Ricci e così via. Ti garantisce un futuro nella formazione dei giocatori, in quanto ritengo sia sempre meglio formarseli in casa.”
Alleggerendo l’intervista, passiamo un po’ alle curiosità. Nel Cus Macerata, premiato come miglior portiere di Coppa Marche, figura Stefano Traini, tuo fratello. Segue le tue orme o siete diversi come caratteristiche?
“Direi che siamo un po’diversi. Lui sta facendo il suo cammino, io magari sono stato un po’più fortunato all’età sua essendomi trovato già nelle categorie che ti dicevo prima. Cresce bene Stefano, gli auguro di vincere il campionato così da ritrovarmelo contro il prossimo anno, se noi non saliamo (risata ndr).”
Qual è il rapporto che vi lega? Anche tra i pali gli fai da fratello maggiore?
“In passato l’ho anche allenato. Adesso mi limito a guardarlo quando riesco e magari dargli qualche consiglio. Ma è cresciuto anche in questo, ormai va in piena autonomia.”
Se un giorno dovessi andartene da Porto San Giorgio, lo consiglieresti a Daniele Urbani e Ivano Perosino per sostituirti?
“ Assolutamente sì. E’ più giovane e ha più esperienza di quando ha iniziato. Di Traini in Traini insomma…”
Come dicevamo ad inizio intervista una carriera ricca e importante. Qual è, sportivamente parlando, il ricordo più bello al quale sei legato?
“La promozione in Serie A2 con il Miracolo Piceno. Campionato bello ed esaltante vissuto da protagonista.”
Hai un rimpianto o un sogno nel cassetto che speri di realizzare?
“Di rimpianti pochi, forse la semifinale persa con Spoleto ai rigori in Coppa Italia di qualche tempo fa. Diciamo che se, proprio dovessi esprimere un desiderio, la speranza di fare ancora una gara nella massima Serie di Futsal non l’ho persa. Chissà, forse un giorno. In passato l’ho solo annusata come possibilità.”
C’è un compagno che ti ha proprio strabiliato e uno che ti ha sorpreso positivamente?
“A livello di completezza non ho dubbi nel dirti che Marcelo Maovski è quello che mi ha impressionato di più. Sapeva fare tutto, entrambe le fasi. Un mostro. Sulla sorpresa cito il mio compagno Matteo Bottolini. L’avevo lasciato che era un bambino, l’ho ritrovato a Porto San Giorgio che è un giocatore fatto. Ma deve ancora lavorare tanto”
Tra i pali, chi è il rivale di sempre?
“Nonostante la forte stima che c’è tra di noi e l’amicizia che ci lega, credo che io e Diego Moretti per anni ci siamo battuti questa palma. Siamo stati anche compagni di squadra, poi alcune scelte ed infortuni lo portarono a Civitanova. Lo ritengo un grande. Il classico rapporto di sana competizione.”
In conclusione parlavamo dell’importanza della gara di sabato a Corinaldo, vuoi dirci qualcosa?
“Vincere è fondamentale. Per ritrovarci, mandare un segnale alle concorrenti e mettere a meno uno il Futsal Aprutino. Come ho detto sopra la nostra è una crisi mentale, e un successo in un campo difficile potrebbe cambiarci la stagione in questo senso.”
E’ stato un piacere Sergio, davvero.
“Il piacere è stato mio. Un saluto a te e tutta la redazione ringraziandovi per l’enorme lavoro che fate. Se il nostro è uno Sport in crescita lo si deve principalmente a voi!”
Peppe Gallozzi
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