Andrea Fusco, fra scaramanzia e passione: "Porto San Giorgio società meravigliosa, ce la giocheremo con tutti. Favorite? Dico Portos e Forlì."
E’ un torrido pomeriggio del luglio 2011 ed il sole picchia così forte che persino le pietre sembrano muoversi e cercare ombra.
Mi trovo ad essere costretto ad entrare presso lo stabilimento di un mio fornitore quando, grondando ancora sudore, scopro che al di là della scrivania giace un impiegato con addosso una camicia che in quel contesto avrebbe steso chiunque. Ma non lui. Lui era asciutto, illibato, occhialino perfetto e dita che si muovono alla velocità della luce sulla tastiera. Poi si ferma, alza la testa e fa: “Alfrè! Che ci fai qui?”. Ci salutiamo, lo informo di cosa sta succedendo al di fuori e lui mi risponde candidamente: “è questione di abitudine”. Lo incalzo: “dove vai a giocare l’anno prossimo?” E lui: “Alfre, l’occasione di fare la serie B alla mia età immagino che non mi capiterà mai più: credo di restare dove sono, se mi tengono”.
Conosco questo ragazzo da più di 15 anni, ho sempre avuto una ottima opinione nei suoi confronti, è un ragazzo serio, posato, che ha fatto del sacrificio e della dedizione un’arma infallibile per la sua scalata al ‘successo’ sportivo. Non ci parlavo da tempo e quella chiacchierata mi ha dato l’ennesima conferma che l’umiltà è alla base di ogni ambizione. La sua per prima.
Andrea Fusco, classe ’81, colui che a luglio 2011 non credeva di essere in grado di battersela in quel Porto San Giorgio appena conquistata la serie B, 15 mesi dopo è divenuto (alla sua età! sic!) il capitano e leader dello stesso team che, forte di una salvezza memorabile, riparte fiero dal campionato nazionale cadetto. Di certo con un anno di esperienza alle spalle.
Ma adesso punto e a capo, vediamo che aria tira sul litorale sangiorgese leggendoci tutta d’un fiato la chiacchierata con il top player ascolano, figlio d’arte, del celebre Gianni, anima e cuore dell’Atletico Ascoli (Serie D gir. I)
Benvenuto Andrea! E’ stata dura ma alla fine ce l’ho fatta a convincerti…
“Ciao Rimpia, grazie e scusami per la titubanza iniziale, lo sai quanto sono scaramantico, non posso cambiare abitudini: porta male!”
E se invece questa intervista ti portasse bene?
“Allora la dovrai rifare ogni anno! (ridiamo ndr) Tu non ti rendi conto di quante piccole cose mi trovo a ripetere prima di ogni allenamento, di ogni gara. Ad esempio l’ultima cosa che devo fare prima di entrare in campo è mettere le lenti a contatto, altrimenti sono guai! Poi il mio portachiavi, sono cinque anni che ce l’ho, ormai è un mozzicone. Una volta, quando la società ci consegnò le nuove borse, lo dimenticai in quella vecchia e feci tornare indietro il mister a prenderlo a casa…”
Mamma mia, lo sapevo che questo sport lacerava la mente, ma non fino a questo punto, sono certo che tutti noi abbiamo i nostri piccoli segreti legati alla scaramanzia, ma tu sei un asso anche in questo!
(ride ndr) “Ti assicuro che non sono l’unico…”
Ci credo! Raccontami adesso la storia futsalica di un ascolano doc…
(Attimi di silenzio, sembra di tornare bambino, ndr) Ma ti ricordi i tempi del tennis alla Mondadori?
Certo che si, ma cosa c’entra con l’intervista?
“Niente, ma è da lì che ho iniziato a giocare nei tornei estivi, poi un giorno Andrea Bellini e mister Rocchi mi convocarono per un provino al Miracolo Piceno, ho iniziato come ultima ruota del carro a 17 anni con l’U21, ma nelle ultime 5 partite sono andato anche in prima squadra, in serie A2 con mister Sergio Bartolomei. Ricordo la prima trasferta a Barletta, nel tragitto ho fatto iperventilazione fissa! (ridiamo ndr) Poi quattro meravigliosi anni al Miracolo tra B ed A2, una parentesi nell’Al.Ci., l’ACLI, e l’approdo a Porto San Giorgio in C1. Un anno a Montegranaro e siamo giunti al 2008, anno dal quale ho sempre mantenuto la stessa casacca, quella sangiorgese.”
Fino alla stagione 2011/2012, ed alla storica salvezza…
“Si Alfre, è stata davvero dura lo scorso anno, ma è stata una stagione stupenda, piena di emozioni, di soddisfazioni. Mister Capretti ci ha sempre detto che noi eravamo dodici scommesse, è stato l’anno più bello per me a livello personale. Poi non ti dico l’ambiente che ci circondava all’inizio: i commenti degli addetti ai lavori: ‘farete una marea di figuracce’. Ti dico solo che a settembre, quando sono venuti da noi in prova alcuni giocatori che poi non si sono accordati con la società, molti di loro uscivano sbattendo la porta e esclamando: ‘senza di me non fate un punto’.”
Beh, non è andata proprio così non credi? Come si fa a smentire sul campo queste dicerie?
“Rimpia noi non eravamo una squadra ‘tecnica’ e ne eravamo consapevoli, abbiamo messo in campo ciò che avevamo, cioè cuore, grinta, tenacia, impegno, determinazione, sacrificio, dedizione prima in allenamento poi in partita, era l’unica arma che avevamo a disposizione: allenamenti perfetti per partite impossibili. Poi la mano del mister e la nostra crescita sportiva. Per quanto mi riguarda ho sempre cercato di dare il 110% ad ogni allenamento, provando a sentirmi un vero e proprio professionista, trasparente dentro e fuori dal campo. Ti faccio un esempio: mia moglie (Andrea è fresco sposino, dal 23 giugno 2012, ndr) sa benissimo che per me andare in trasferta è un piacere enorme, per l’ambiente ed il gruppo a volte devo abbandonarla da sola a casa per seguire i miei impegni sportivi.”
Chissà se la lasci proprio da sola…
“Smettila!”
Ok, scusami (ridiamo ndr), allora ci siamo, lo start è ormai alle porte, ti senti pronto?
“Spero di esserlo, io penso sempre che ci può essere un avversario più forte di me, e questo mi porta ad essere sempre pronto. Spero solo che il momento in cui tutti gli avversari saranno più forti di me arrivi il più tardi possibile.”
Parlaci del famigerato girone C della serie B di quest’anno…
“Di certo con i nuovi meccanismi di retrocessione si affronta il campionato con maggiore serenità, anche se credo che tutte le squadre la stiano pensando come noi. Questa novità però a mio parere ha anche bloccato un po’ il mercato: se devo prendere tre giocatori forti per salvarmi, con la retrocessione di una sola squadra e senza play out, magari ne prendo uno solo. L’anno scorso dovevamo pensare a mettere sette squadre sotto di noi, quest’anno, pur guardando ad ogni partita come una finale, basta tenerne solo una dietro. Poi credo che noi possiamo battercela con tutte, questo è certo.”
Le favorite?
“Portos e Forlì.”
E i tuoi nuovi compagni Mindoli e Bottolini?
“Giampiero lo conosco da una vita ed ho un solo aggettivo per descriverlo: un professionista, il migliore acquisto che una squadra di serie B possa fare in tutto il territorio nazionale. Su Matteo ti dico che sono rimasto sorpreso dalla sua voglia di imparare e di dimostrare il suo valore.”
Andrea ma è vero che Achille Angelini è il vostro bersaglio preferito per gli scherzi da spogliatoio?
(ride di gusto, ndr) “Assolutamente si, e permettimi di ricordare che è un ragazzo ‘buono’, ingenuo ed educato. Ma quando indossa le scarpette si trasforma in una macchina da guerra. E’ davvero eccezionale, ci tiene così tanto che cambia colore della pelle in campo.”
E la lingua del mister?
“Ahhh (ride di gusto, ndr), sempre di fuori!”
Torniamo seri, soldi e sport, dicci la tua sul complicato mondo dei rimborsi.
“A dire la verità per me il rimborso non è mai stato una condizione essenziale per decidere dove giocare, ammetto di aver sempre incontrato persone serie che hanno mantenuto gli impegni. Il mio ‘mercato’ è stato sempre dettato dallo spogliatoio e dai progetti. A Porto San Giorgio, ad esempio, mi hanno convinto Marco Scrella Salvo e il tuo amico Mirko Bartolini a seguirli. Pensa che io non parlo di questioni economiche con la mia società dal 2008, non ce ne è mai stato bisogno né da parte mia ne da parte della società.”
Alla faccia, ti faccio i miei complimenti. Confermo la mia stima per te: sei veramente un esempio da seguire. Concedimi un’ultima domanda, chi è il giocatore più forte che tu abbia mai visto giocare?
(ci pensa molto, ndr…) “Mio padre! E subito dopo metto Vanderlei..”
Eri indeciso sul secondo posto vero?
“Sì, ne ho visti così tanti che davvero non sapevo chi dire dopo papà…”
Va bene Andrea ci siamo, vuoi ringraziare qualcuno?
"Si, certo. Il mister Capretti per primo, poi il Trasfo e l’Enigmista che erano al mio matrimonio e da quel giorno non li ho più visti. Ma soprattutto voglio ringraziare il Porto San Giorgio. Una società meravigliosa che fa sforzi sovraumani per mantenersi a galla. Non ho mai incontrato delle persone così riconoscenti verso gli sponsor e verso i propri collaboratori, un ambiente fantastico di cui non si può che essere orgogliosi di far parte. Sai che quando vincemmo la serie C1 (2010/2011), mentre noi eravamo in campo ad esultare e stappare bottiglie di spumante, Ivano (Perosino, ndr) era sugli spalti con le mani tra i capelli a pensare come diavolo avremmo fatto l’anno seguente con tutte le nuove spese che un campionato nazionale avrebbe portato?”
Che bella immagine, beh, loro ce l’hanno fatta, ed anche tu. Abbiamo finito Andrea, grazie ed in bocca al lupo a nome di tutta Futsalmarche.it.
“Ma grazie a voi, sempre avanti Futsalmarche! Ora vado a pagare i nostri caffè. E lo devi scrivere!”
Fatto…
Rimpiazzista Futsalmarche
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Commenti
'zzo di Bat Fusco!
Poi se abbia fatto anche altre cose non lo so.
Saluti
te vogghie bbe'
Comunque in bocca al lupo per la prox stagione
Comunque, giusto per la cronaca, Fusco si è strappato al 3' del primo tempo. Non è certo colpa della scaramanzia...tu però, non porti fortuna!
Continua così Fuuuusck!
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