La rinascita di Andrea Ganzetti: "Voglio dimostrare tutto il mio valore in Spagna e tornare a vestire la maglia azzurra!"

 

A Natale puoi … Potrà sembrare banale, ma, secondo me, non ci sono parole più appropriate per descrivere il sogno di un ragazzo marchigiano che sta per diventare realtà.

Questo giovane ho avuto la fortuna di conoscerlo sin dai primi passi nel mondo del futsal nostrano.

Quello che mi ha sempre colpito è l’innata passione per questo sport, che combinata ad una grandissima serietà e capacità di applicazione, gli ha consentito, passo dopo passo, di scalare tutto il cursus honorum del calcio a 5.

Certo la via a tratti è stata impervia… ma se così non fosse saremmo tutti atleti bionici, stile Ivan Drago di Rocky IV.

E poi … il riscatto, il cambiare vita meglio si adattano ad una vera e propria favola di Natale!

Stiamo parlando di Andrea Ganzetti, il nostro Ganzo, da alcuni mesi studente a Barcellona (seguendo tra l’altro un corso per manager sportivo in collaborazione col Johan Cruyff Institute) che tra pochi giorni inizierà ad allenarsi con il Catgas Energía Marfil de Santa Coloma, Division de Honor (la Liga spagnola di Calcio a 5).

 

Lo raggiungiamo, tra una portata e l’altra dei pasti natalizi, in esclusiva per Futsalmarche.it

 

Innanzitutto come ti trovi in Spagna? Ti sei ambientato bene? Hai nostalgia dell’Italia?

"Sono a Barcellona da settembre, una città che mi piace tantissimo e in cui mi trovo perfettamente. Internazionale, con il sole e il mare come Ancona la mia città, però offre opportunità che nel nostro paese possiamo solo sognare.

Mi sono completamente buttato nel vuoto perché sono arrivato qui da solo, senza conoscere niente e nessuno, né tantomeno la lingua e poco a poco ho iniziato a comporre ogni tassello.

Prima sono stato ammesso al Corso con altre 35 persone di tutto il mondo e credo che siamo la classe più meticcia di tutte con 20 nazionalità presenti: gente che viene dai percorsi più disparati ma accomunata da una passione infinita per lo sport che molti praticano a livello professionale.

Poi ho cercato squadra, un po' scrivendo e-mail, un po' per caso e ho iniziato ad allenarmi. La prima squadra giocava un campionato della Catalunya però con regole differenti (fallo laterale con mani, portiere solo dentro l'area...) e non mi piaceva molto. Poi per caso ho incontrato un ragazzo nella metro che mi ha portato ad allenarmi con lui in una squadra che si chiama Casteldefells ed è stato il mio primo vero gruppo sportivo spagnolo che ancora tengo nel cuore. In particolare Oscar, l'allenatore, mi ha sempre aiutato tanto e, conoscendo Sergio Lamana, altro allenatore di una squadra di livello più alto, mi ha fatto andare ad allenare con la nuova squadra: il Bellsport di Bellvitge e fa la Segunda Division B, che più o meno corrisponde alla serie B italiana. Infine, sponsor Maxi Rescia, la grande opportunità di allenarmi con una squadra da primissimi posti nella Division de Honor, la massima serie.

Per quanto riguarda la nostalgia ...  Chiaro che in Italia ci sono gli affetti come la famiglia, i parenti e gli amici. Comunque ho approfittato delle feste natalizie per tornare a salutare tutti."

 

In questi primi mesi quali differenze tra il futsal spagnolo e quello italiano hai riscontrato?

"Sicuramente sono due paesi che esprimono due tipologie di fustal diverse. A mio modo di vedere quello spagnolo e' piu tecnico, rapido e si gioca quasi esclusivamente con 4 giiocatori di movimento senza pivot, mentre in Italia il gioco e' piu' fisico e tattico e la differenza la fanno i dettagli."


Riesci a seguire il futsal marchigiano? Pensi che il PesaroFano riuscirà a centrare la promozione nella massima categoria?

"Il futsal marchigiano l'ho sempre seguito abbastanza nelle varie categorie. Un occhio di riguardo sicuramente e' verso il PesaroFano (che ancora e' proprietario del mio cartellino) essendo stato per diversi anni la mia famiglia sportiva. Credo che quest'anno con i progetti societari ambiziosi ed i giocatori, anche superiori alla categoria, si possa fare il grande salto, poi, come sempre, sara' il campo a parlare."

 

Una carriera che, seppur giovane, era stata in continua ascesa, con il culmine toccato con la vittoria di Coppa Italia A2 nel 2015. Poi, all’improvviso sei quasi scomparso dai radar. Ci puoi spiegare se davvero l’annata 2015-2016 è stata maledetta per te?

"La stagione 2015-2016 e' stata complessivamente la peggiore della mia breve “carriera”. Dico questo perche', nonostante a Cosenza mi trovassi bene con i compagni, con i tifosi e con la citta', purtroppo la societa' e' fallita dopo poche giornate e mi sono trovato senza squadra, come gli altri giocatori. Tornato al PesaroFano, che mi aveva mandato in prestito, ho ripreso ad allenarmi in maniera discontinua, anche a causa di problemi personali e familiari che ho avuto. Inoltre, a causa di scelte societarie di inizio campionato, non era previsto il mio ritorno. Pertanto, anche se il mister avrebbe voluto reintegrarmi, non mi e' stato possibile farlo in pieno. Di questo pero' non do la colpa a nessuno, e' semplicemente andata non nel migliore dei modi. Alla fine della stagione ho ripreso un po' le forze e ho terminato gli studi conseguendo la Laurea in Economia e Commercio. Poi mi sono promesso che avrei cambiato vita andando all'estero e cosi' e' stato. Forse a volte è necessario cadere per poi volare!"

Con Maxi Rescia

 

Facciamo un tuffo nel passato: cosa ti ha spinto ad abbandonare il calcio minore per tentare l’avventura nel futsal?

"Nel  lontano 2008 quando, dopo aver fatto tutta la trafila del settore giovanile dell'Ancona calcio, ho deciso di smettere, è stato perche' non mi piacevano piu' tante dinamiche di quello sport e di quella societa' (e quanto mi fa male dirlo per l'amore che provo per Ancona: squadra e citta'); sono stato spinto da alcuni amici a tentare di entrare in questo mondo nuovo. Cosa ti devo dire?  Mi piacque dal primo momento e cosi', semplicemente, è cominciata questa che poi è diventata la mia passione piu' grande."


Ti ricordi ancora la tua prima partita ufficiale nel mondo del calcio a 5?

"Esattamente no, pero' sono sicuro che fu nel 2009, con l'under 18 del Pietralacroce guidata da Marco Azzoguidi, nel campo di Varano. Molto meglio mi ricordo in quello stesso campionato l’esordio in C1 contro la Torrese : stavamo perdendo e nessuno voleva battere una punizione. Mi offrii io e Bobo (Roberto Marcelletti, ndr) non ci pensò un momento e mi fece  entrare in campo."


Possiamo dire che con questa esperienza spagnola si sia chiusa la prima fase della tua carriera. Quali sono stati secondo te i 3 momenti più importanti, dentro e fuori dal campo?

"Sicuramente c'e' stato un bel giro di boa. Se guardiamo il primo tratto, concluso l'anno scorso, di momenti importanti ce ne sono stati tanti, ma i principali credo che siano:

La  vittoria in  Coppa Italia  Serie A2 nel 2015 (tra l’altro segnando in finale, ndr);

Le  3 convocazioni in Nazionale tra il 2013 e il 2015 ed in particolare l’amichevole d’esordio contro  il Vietnam;

La vittoria nel campionato di c2 con il P'73, nel 2012."


Ganzetti ai tempi del P73Facciamo un giochino, cosa che in questo clima natalizio calza a pennello: Titty Baldassari, Roberto Bobo Marcelletti ed il Vate Osimani. In rigoroso ordine cronologico sono i 3 allenatori che ti hanno forgiato nel mondo del calcio a 5: divertiti ad associare un aggettivo a ciascuno di loro.

Prima  di risponderti oltre ai 3 permettimi di menzionare anche i mister Cipolla e Mencihelli (attualmente ct di Napoli c5 e Nazionale) con cui ho avuto il piacere di lavorare insieme e con cui tutt'ora sono in contatto grazie al bel rapporto che si e' instaurato.

Per quanto rigudarda Titty, Bobo e il Vate posso dire che, avendo scritto la tesi sulla leadership, incarnano 3 tipologie di leader differenti:

TITTY : LEADER AUTORITARIO (impone la sua forza e va dritto per la sua strada, utile in condizioni di difficolta' ma dipende sempre dalla maniera di implementazione perche` puo' risultare dannosa);

BOBO: LEADER COLLABORAZIONISTA (insegna la sua visione di futsal nel dettaglio e si prende le responsabilita' ma cerca anche sostengo e aiuto dai suoi uomini piu' fidati);

VATE: LEADER VISIONARIO (incarna in parte gli stili precedenti e inoltre sa osservare cio' che c'e' al di la', dove tanti altri ancora non possono vedere o non riusciranno mai)"

 

Proseguiamo nel giochino: 3 consigli che daresti ad un giovane che si affaccia adesso al nostro meraviglioso sport, utili per fargli fare carriera.

Sarò breve: UMILTA' (ascoltare mister e compagni), PASSIONE (senza non si va da nessuna parte), SACRIFICIO (i risultati non vengono da soli e il giocatore di ieri non e' lo stesso di domani)"


Alla nazionale ci pensi ancora, o lo ritieni un capitolo chiuso?

"Io alla nazionale ci penso per il semplice motivo che ho 24 anni e sto per iniziare, se tutto va bene, a giocare con una squadra di Liga spagnola che sta lottando per i primi posti in uno dei campionati piu' belli del mondo. Pertanto, essendo l'unico italiano che gioca in spagna a questo livello (e confrontandomi anche con Menichelli e Tarantino riguardo il master sportivo che sto facendo), ora tocca a me dimostrare tutto quello che negli anni ho imparato e continuare a farlo a Barcellona, contro cui sogno di giocare il derby stracittadino, tornando così a vestire la maglia azzurra."

 

Siamo prossimi alla conclusione. Vista l’imminenza del Capodanno, cosa vorresti gettare dell’anno 2016 dalla finestra e quali sono, invece, i buoni propositi per l’anno 2017?

"Dell'anno 2016 vorrei gettare tutta la negativita' della depressione in cui sono caduto e vorrei tenere tutta la forza, mia e di chi mi ha aiutato per risollevarmi. Perchè quando tocchi il fondo le ipotesi sono 2: o ci rimani oppure rimbalzi e inizi a volare piu' in alto di prima. Nel 2017 vorrei dare il massimo a livello sportivo e universitario nella speranza che la passione per il futsal continui e diventi sempre piu' un gran bel lavoro."


Siamo veramente giunti alla fine. C’è qualcuno in particolare che vorresti salutare?

"In particolare no, anche perche' ho approfittato delle feste e sono venuto con la mia nuova ragazza a trovare tutti i miei affetti quindi ho gia' fatto personalmente. Un saluto a voi tutti di Futsalmarche per il lavoro che fate: anche dalla Spagna così riesco sempre ad essere aggiornato!"

 

Grazie mille per la disponibilità e ti auguriamo con tutto cuore di avere successo in questa nuova esperienza. Noi, dalle Marche, saremo sempre con te!

 

Il Carlista