Massimo Ronconi e il suo Futsal. Passato, presente e futuro raccontato dalla voce più popolare del Calcio a 5 nazionale
Ci sono voci che non raccontano, emozionano. E intorno a quelle voci cresce la passione per quello che si sta narrando. Deve essere capitato a tanti, negli ambiti più svariati della vita.
Se si pensa al Futsal, al nostro amato Futsal, la voce, anzi le voci, che vengono subito alla mente sono senz’altro due: Massimo Ronconi e Fabrizio Tumbarello.
Giorni fa girovagavo sulla bacheca del primo dei due. Carattere forte, romano, amante verace e conoscitore di tutte le sfaccettature della nostra disciplina, avendola vissuta come giocatore e allenatore prima, come telecronista e opinionista poi.
E leggevo di uno sfogo. Uno sfogo sentito, rabbioso, verso la situazione attuale del Calcio a 5 nazionale.
E come me, lo hanno letto in tanti, perché Massimo Ronconi è un punto di riferimento quando si parla di Futsal italiano.
Non passano neanche dodici ore che decidiamo di chiedergli un’intervista. Una lunga chiacchierata sui temi che più ci stanno a cuore, con l’opinione non di un appassionato qualunque, ma della voce che tutti hanno ascoltato nelle varie dirette televisive.
Così, in mattinata, lo raggiungo telefonicamente in esclusiva assoluta per Futsalmarche.it per quella che posso definire una tra le interviste più appaganti e costruttive di sempre.
Ciao Massimo e grazie di essere con noi
“Ciao Peppe e un saluto a tutta la redazione”
Parli sempre della magia di questo sport. Cosa ha di magico il Futsal?
“E’ lo sport che faccio da sempre, da ben quarantacinque anni. Sono stato allenatore, giocatori, dirigente, telecronista, l’ho visto da quasi tutte le prospettive. E’ lo sport più praticato d’Italia, ovunque e a tutti i livelli. E’ assurdo che non abbia un riconoscimento mediatico degno, ma il problema siamo anche noi che in certe situazioni siamo ancora ottusamente chiusi. Il regolamento deve migliorare, necessitiamo di cambiamenti, sennò rimarremo sempre il torneo del bar…”
Come ti sei avvicinato ed appassionato a questa disciplina?
“Ho cominciato, come tutti qui a Roma, proprio dai circoli romani. Il calcio a 5 nasce qui. Da sempre è più facile trovare dieci persone che ventidue per giocare. Ho visto e giocato tornei spettacolari, finchè poi non è diventata la mia vita.”
Come ti immagini il Futsal tra cinquant’anni?
“Per prima cosa non ci sarò (risata nda). Spero che da lassù lo potrò vedere alle Olimpiadi. In questo senso mi aspettavo di più da Giovanni Malagò, presidente del Coni. Lui il Calcio a 5 lo ha sempre giocato, continua a praticarlo e quando fu eletto mi auguravo avesse una maggiore attenzione all’inserimento olimpico del nostro sport.”
Giorni fa, sul tuo profilo Facebook, leggevo di un lungo post di polemica. Perché secondo te si viene continuamente snobbati?
“Non sono uno specialista premetto. Potrei dirti delle idee, ma poi esistono tecnici appositi che saprebbero come applicarle. Io mi baso sul fatto che il Futsal piace a tantissimi e noi dobbiamo diventare sempre più appetibili. Muoversi e cercare di migliorare, di innovarsi, sennò si rimane fermi alle origini. Ci vogliono persone competenti e con tanta voglia di fare, come Montemurro per esempio che lo fa come lavoro. Bisogna delegare e capillarizzare l’attività, evitando di lasciare il potere nelle mani di una sola persona”
Nello specifico cosa bisogna fare per crescere e innovarsi?
“Creare le consulte, venire incontro alle problematiche e alle esigenze dei presidenti e, soprattutto, cercare un modo per ammorbidire le spese.”
Cosa faresti se dovessi essere tu a decidere?
“Per prima cosa riportare l’intera Final Eight al Foro Italico di Roma. Negli anni è stato un evento da 10.000 persone, un festival, una cosa grande. Perché ogni anno devo andare a giocare in casa del Pincopallino davanti a venticinque persone? Alle televisioni serve un prodotto che attiri, che interessi. La Finale del ’90 a Roma fu ripresa in diretta da Rai e TeleMonteCarlo e c’era tutta la gente che ti dicevo sopra.”
L’anno scorso, più o meno di questi tempi, intervistai Fulvio Colini che mi parlò di un Futsal a più ere. Tu come giudichi i vari cambiamenti?
“C’è stato uno scatto iniziale, poi ci siamo fermati, letteralmente seduti. Poi, quando sembrava che Tosoni potesse scalzare Tonelli, quest’ultimo fece un colpo di mano eccezionale dal punto di vista politico e ci fu una netta ripresa per un paio d’anni. Adesso ci siamo nuovamente appiattiti, non si migliora, non si cresce. Non è una situazione facile.”
Qual è stato il punto più alto di questa disciplina?
“Lo ribadisco, le finali al Foro Italico di Roma di cui ti parlavo sopra. Diecimila persona, e dico diecimila, non è cosa da tutti i giorni. Andava sfruttata meglio, bisognava cavalcare l’onda.”
E il punto più basso?
“Giorno dopo giorno andando avanti. Abbiamo fatto degli ascolti per le ultime finali di Campionato che solo a leggerli mi vergognavo. L’audience del calcio a 5 femminile supera di gran lunga quello maschile, per darti un’idea.”
Che cosa ti senti di dire in questo momento in cui la nostra Nazionale è agli ottavi nei Mondiali di Calcio a 5 e molti neanche lo sanno?
“Che le preoccupazioni di chi dovrebbe farlo sapere sono altre. Al momento la priorità è non perdere i posti di comando. Quando poi si inizia ad aver paura, allora ci si sveglia. La visibilità dov’è? Cosa abbiamo fatto per informare? Siamo andati in Rai a chiedere i diritti? Magari proponendo qualche grosso sponsor? Se non si fanno queste piccole cose la conoscenza rimane una cosa di nicchia. C’è bisogno di investimento, di sponsor nel vero senso della parola non del barbiere sotto casa. Allora sì che le cose cambierebbero.”
La tua è più delusione o più rabbia?
“Quelle le provavo quando giocavo o allenavo. Non sono mai stato un filofederale, come Fulvio Colini, e tante cose le ho pagate."
In che cosa si poteva intervenire e non lo si è fatto?
“Dovevamo essere nelle condizioni di dettare le condizioni. Scusami il gioco di parole.”
Alleggerendo i temi, da telecronista qual è stato il momento più esaltante?
“Finale Scudetto 2010 tra Marca e Montesilvano. Grandi partite e lì mi sono divertito. Poi tutte le varie finali con Fabrizio Tumbarello. A lui ho trasmesso la mia passione, l’ho fatto innamorare di questo sport e adesso se lo sente nel sangue.”
Ricordo un aneddoto del Torneo delle Regioni Allievi qui a Jesi, due anni fa. La sera prima della Finale tra Marche e Lazio, commentata da te e Tumbarello, all’Hotel Federico II dove alloggiavano i nostri ragazzi delle Marche alcuni di loro vi chiesero di posare per delle foto. Come reagisti dinanzi a queste cose?
“Mi fa un piacere enorme per questi ragazzi. Io sono abbastanza schivo caratterialmente ma non rinuncio mai ad una fotografia. Personalmente penso sia una c*****a farsi una foto con me (risata nda) ma se a chi me l’ha chiesta fa piacere perché negargli questa gioia, vuol dire che in loro qualcosa ho trasmesso e trasmetto”
Per chiudere ti chiedo un tuo punto di vista sulla Marche del Futsal
“Qui nelle Marche avete uno dei più grandi allenatori italiani, Roberto Osimani, che infatti non allena. Lui è la più grande risorsa del calcio a 5 marchigiano secondo me.”
Grazie Massimo è stato un onore averti come ospite
“Grazie a voi, con la speranza di risentirci quando il Futsal tornerà veramente lo Sport che tutti amiamo ed abbiamo amato nel tempo”
Peppe Gallozzi
Facebook: Peppe Gallo
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