Emanuele Feliciani, 1000 gol nel calcio a 5 ( ma non in FIGC, il futsal non ha confini): "Ho da sempre quella gran voglia di fare gol!"
Lo sport è di tutti. Il futsal anche. Non c'è FIGC, UISP, CSI, Sportware che tengano.
Oggi vi voglio raccontare la storia di Emanuele Feliciani, osimano, per la precisione di Passatempo di Osimo, giocatore della Sportware militante nel campionato “Gold Cup”, classe 1977, babbo di quattro bambini (due femmine e due maschi racchiusi in nove anni), 1000 gol in tredici stagioni, 365 partite, tre ammonizioni e una sola espulsione.
Lo so, qualcuno starà pensando “ma quello è un campionato amatoriale, non ci vuole niente a segnare...!”. Se vi stesse sbagliando? Certo, rispetto a un campionato FIGC impegni e ritmi sono diversi (anche se, sempre di amatori stiamo parlando), ma forse proprio perché non esiste la famosa ansia da prestazione, la pressione del "dovere", ma piuttosto del piacere e divertirsi che è stato raggiunto un traguardo così concreto.
Ciao Emanuele, a memoria e cercando un po' in giro, non ricordo, nel calcio a 5, qualcuno abbia raggiunto il traguardo delle 1000 reti segnate.
“Non mi metto mai in prima fila, ma in quest'occasione sono contento, non capita tutti i giorni di fare 1000 gol e, anche se dopo di me ne verranno altri, io sarò stato comunque il primo.”
29 gennaio 2016. Gold Cup. Fisiosport Montefà- Trinka Real: 3-4.
“Il millesimo è arrivato in quella partita, anche se abbiamo perso...”
Festeggiamenti a metà?
“Diciamo che il mille è arrivato quando eravamo sotto di un gol quindi, in quel momento a qualcosa è servito.”
Prima di quest'incontro, sapendo di essere a quota 999, eri agitato?
“A un certo punto il pensiero va a finire lì, quel numero vuoi o non vuoi fa un certo effetto, partita dopo partita, stagione dopo stagione ci pensi...”.
Che gol è stato?
“Su rigore e non era come immaginavo. Ne avrò fatti 500 più belli, però rimarrà questo.”
Sensazione?
“Mi hanno tutti applaudito, compagni e avversari. Poi c'era mio figlio di due anni che guardava la partita, mio padre emozionato, io minimizzavo lui no (ride, ndr)... sono ritornato a casa frastornato.”
Una meta così prestigiosa non può che scombussolarti.
“Non è da tutti e lo dico con sano orgoglio. Sacrificio, costanza e una gran voglia di fare gol.”
Diciamo che sei uno che la porta la vede eccome.
“Sono un ex calciatore. Da bambino volevo sempre segnare. Ho iniziato a giocare tardi, avevo dieci anni, ma i miei primi calci, ricordo, sono stati a quattro. Mio padre era fiero fossi mancino, potenza e fantasia (dice la leggenda, ndr). All'inizio mi mettevano in difesa, sapevo giocare ancora poco, ma io volevo fare gol. Sono arrivati campionati importanti a livello giovanile. Poi maggiorenne ho smesso, con uno stop durato cinque anni. Stavo bene, ma a quell'età capita di avere voglia di altro, anche se il calcio è stata sempre la mia più grande passione.”
Poi cos'è successo?
“Volevo ricominciare, avevo 24 anni, ma mi dicevo “ma dove vado?”. Qualcuno mi ha detto di Sportware. Lì ho trovato la mia dimensione sportiva. Nelle prime due stagioni, dopo il lungo stop, ho vinto la classifica marcatori.”
Perché hai scelto Sportware?
“Quando dopo tanti anni ti ritrovi a giocare, ma non sai quanto puoi dare, decidi per l'amatoriale. Non sapevo a quale livello di gioco fossi, ripartivo praticamente da zero e dovevo fare i conti con fisico e mente.”
Una volta ingranato, non hai mai pensato di metterti alla prova in un campionato FIGC?
“Mi hanno chiamato, ma la cosa, in quel momento mi avrebbe scombussolato, ritmi e orari diversi, maggiore impegno, mentre Sportware mi avrebbe consentito di continuare con la mia quotidianità. Io sono un tipo che se dà la parola poi deve esserci sempre, non mi piacciono gli impegni presi a metà.”
Stagione 2003/2014, la stagione del nuovo inizio.
“Il mio ritorno sul campo è stata nella partita ufficiale di Coppa. Dopo tanto tempo ho segnato due gol. Quella stagione, la prima, ho messo a sengno 75 reti. Pensa che, a quattro dalla fine, capocannoniere in carica, mi ruppi un piede in allenamento, ma il distacco era talmente tanto che vinsi comunque.”
Un solo cartellino rosso in carriera.
“Tra l'altro meritatissimo. L'avversario mi provocava da tanto, gli ho dato un “calcione”. Ma è stata una bella partita, tirata, sentita. Nella gara di ritorno mi sono detto di non cadere nella trappola della provocazione, prendendomi la rivincita, a cinque dalla fine, segnando il 2-1.”
Come vivi lo sport?
“Lo sport è un momento di sano sfogo e divertimento.”
Ogni stagione con quale obiettivo ricominci?
“Più passa il tempo e più sento la pesantezza fisica e mentale, non tanto nel giocare, quanto per le responsabilità che ho al di fuori dello sport, non hai più la spensieratezza dei vent'anni.”
Hai deciso quando appenderai le scarpette al chiodo?
“Mi dico sempre“ a quarant' anni smetto”, ora, però ne ho trentanove, arriverà il giorno, ma sicuro quello che ho fatto è più di quello che farò. Il millesimo gol avviene quando a livello sportivo hai già dato.”
Una dedica?
“Ogni anno in cui nasceva un mio figlio vincevo la classifica marcatori quindi ogni anno un traguardo lo dedicavo a uno di loro. Il giorno prima del gol numero 1000 è nato Cristian, il mio quarto bambino, dedico a lui e alla mia famiglia questo ennesimo traguardo. Posso aggiungere una cosa?”
Certo.
“In questa vicenda mia moglie Laura mi ha sempre appoggiato e fatto il tifo per me, venendo più volte a ritirare i primi, in alcune stagioni ha sostenuto la mia squadra a livello di sponsor e immagine. Lei in silenzio e distante dal campo ha partecipato ai miei gol.”
Alice Mazzarini
Lady Futsal