Il Futsal secondo Bellarte. A tutto tondo con "il Filosofo"tra idee, speranze e sogni nel cassetto. Aspettando il Futsalmanacco...
Spesso i soprannomi sono qualcosa che ti identificano per tutta la vita.
Lui, per il nostro mondo, è semplicemente Il Filosofo, cultore di un Futsal ideale in grado di rinnovare e superare le vecchie barriere esistenti.
Allenatori come lui fanno parlare dentro e fuori dal campo, bene e male, ma difficilmente passano inosservati, in ogni caso.
Ecco a voi Massimiliano Bellarte da Ruvo, head coach dell’Acqua&Sapone C5.
Mancano solo due giorni al derby tra il suo A&S e il Pescara di Fulvio Colini, l’eterno rivale.
E mancano due giorni anche alla presentazione della Futsalmanacco Night 2015 (qui), del quale sarà, insieme ad altri, tra gli ospiti d’onore.
Lo raggiungiamo telefonicamente, in esclusiva assoluta per Futsalmarche.it, alla vigilia di questi appuntamenti, per una chiacchierata sentita e appassionata sul mondo del Futsal.
Buonasera mister e benvenuto su Futsalmarche
“Un saluto a tutti i lettori. Per me è un grandissimo piacere!”
Se dovessimo iniziare un libro dal titolo “Il Futsal secondo Max…”
“Ti risponderei con una citazione che uso spesso: Il Futsal esiste nella distanza che va da una mente veloce ad un piede educato! Per me è vita. Occupa almeno il 95% del mio tempo giornaliero, e non è detto che nel restante 5% non ci rientri. Metto anima e corpo per questo sport, talvolta anche subendo critiche. Spero che il Calcio a 5 non muoia mai, perché così facendo morirei pur io. Il mio obiettivo primario è la crescita di questa disciplina, soprattutto agli occhi della gente. C’è bisogno di nuovi idoli, nuovi modelli. Figure a cui i giovani possano appassionarsi, e magari emulare.”
Cosa è fondamentale per lo sviluppo in territorio nazionale?
“Come dicevo prima, avere dei modelli positivi, dei veri e propri idoli. Come quelli del calcio. Poi sicuramente bisogna potenziare l’approccio al settore giovanile. Questo è la base di tutto il movimento, senza il settore giovanile non si va lontano. Inoltre penso anche un’altra cosa. Tutte le politiche di sviluppo vanno fatte con gli incentivi e non con le limitazioni. Deve essere questo il principio che governa, in ogni ambito di questo sport.”
Mister, l’oggettivo aumento numerico delle squadre giovanili secondo lei a cosa è dovuto?
“Alla fruibilità della disciplina. Si passa dai motivi più banali, quali possono essere ad esempio quello della mamma che, durante i mesi invernali, preferisce mandare il proprio figlio in palestra piuttosto che all’aperto fino ad arrivare a quelli più complessi, come la maggior preparazione di tecnici e dirigenti. Per me la categoria di riferimento è la Juniores. L’Under 21 la trovo una cosa inutile, fatta tanto per. Se guardiamo nelle prime squadre per risolvere il problema degli under si portano tre portieri oppure si tessera il preparatore atletico. Il settore Giovanile deve mantenere la sua progressione didattica. La scuola di allenatori è già molto valida, ma non bisogna smettere mai di potenziarla. Insieme ai dirigenti.”
Buttandoci verso casa nostra. Con la vittoria della Coppa Italia di Serie A2 del PesaroFano, il futsal marchigiano torna alla ribalta?
“Me lo auguro. La vittoria è un suggello, ma non ci si può aspettare di vincere sempre. L’importante è creare qualcosa di permanente, di duraturo. Nello sport non esiste una continuità di vittorie, ma un’alternanza logica di vittorie e sconfitte. Le Marche stanno lavorando bene, credo che da questa vittoria possa nascere qualcosa di importante.”
Conosce la realtà marchigiana? E che idea se ne è fatto?
“La conosco, anche benino. Ho fatto due clinic a Pesaro con l’aiuto di Mirko Ciabotti e spesso mi informo a trecentosessanta gradi sulle varie dinamiche. Da troppo tempo le Marche sono assenti dalla ribalta nazionale ma con il PesaroFano possono invertire questa rotta. Sono anni che fanno ottimi campionati, che sfornano ottimi giocatori. Io penso siano pronti al grande salto.”
Futsalmanacco. Cosa spinge un personaggio, tecnicamente e mediaticamente importante, come lei a essere testimonial di questa manifestazione?
“Ti riprendo le parole dell’inizio. Servono esempi positivi. E gli esempi non sono solo i giocatori o gli addetti ai lavori. Gli esempi sono anche, e soprattutto, queste manifestazioni.”
Tornando a Lei. Il campionato dell’A&S fino a questo momento come lo reputa?
“Nella valutazione entra inevitabilmente la prima giornata, in cui il giudice sportivo ci ha inflitto la sconfitta a tavolino. Quella partita ha pregiudicato il resto della stagione, non c’è dubbio. E’ un campionato difficile, corto, che ti da poche occasioni di ruotare gli effettivi. Diciamo accettabile come regular season fino ad oggi. La delusione è la Coppa Italia, quello era un nostro obiettivo. In Winter Cup, in quattro, abbiamo rischiato di pareggiare. Abbiamo vinto una Supercoppa. Diciamo che fino ad ora è un voto sufficiente. Certo le cose cambierebbero se nei play off si raggiungesse qualcosa di inaspettato…”
Ci può svelare il suo sogno nel cassetto?
“Quando undici anni fa iniziai il cassetto era bello pieno. Ora pian piano si sta svuotando. Il massimo della vita professionale sarebbe vincere un titolo e poi tornare ad essere un allenatore di formazione, che è quello che mi reputo. Essere un allenatore di rendimento mi porta a dar peso al risultato. Io, un giorno, vorrei portare la mia identità in un settore giovanile. Adesso però la priorità è un’altra (risata ndr)”
Il giorno più bello da allenatore
“La vittoria della Coppa Italia lo scorso anno contro la Lazio. A Pescara, palazzetto pieno. Un giorno magico. Mi sono emozionato.”
Grazie mister. Un saluto e un arrivederci a domenica
“Sì, venite numerosi mi raccomando. Vi aspetto tutti a Monsano. Un saluto alle Marche del Futsal!”
Peppe Gallozzi
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