Raoul Albani, CT tricolore a 360°: "Vi parlo della mia Nazionale U21, del 'vostro' Paolo Cesaroni e dell'importanza dei settori giovanili."
Abbiamo colto l'occasione della prima convocazione in Nazionale under 21 di Paolo Cesaroni da quando è in maglia PesaroFano, per fare qualche domanda al Commissario Tecnico della nostra selezione giovanile, Raoul Albani, giunto alla terza stagione in carica.
Allora mister, come sono i ragazzi di questo nuovo ciclo?
“Si tratta di un'esperienza molto interessante, si lavora con giovani che cercano di dare sempre il massimo e si applicano con entusiasmo: i risultati sono lì a dimostrarlo. Già dallo scorso anno abbiamo abbassato l'età dei selezionati: la categoria prevede come ultimo anno il 1990, mentre noi stiamo già lavorando con atleti nati negli anni 1991/92/93/94. L'obiettivo è quello di dare la possibilità ai giovani di fare esperienza in campo internazionale, per prepararli ad un'eventuale convocazione nella Nazionale Maggiore.”
Che competizione state preparando?
“Purtroppo il torneo di San Pietroburgo non esiste più da tre anni. In attesa di una data per l'Europeo di categoria, ci misuriamo con le altre nazioni soprattutto in "amichevoli " o tornei organizzati privatamente. E' ovvio che, quando due nazioni si incontrano, non bisogna mai considerare la gara come amichevole, anche se in palio non c'è niente. Questo i ragazzi lo sanno e si impegnano sempre tantissimo per raggiungere il massimo risultato alla portata.”
Il “nostro” Paolo Cesaroni come si sta comportando?
“Paolo è una "vecchia" conoscenza: è ormai con noi da due anni e ha già partecipato a delle gare internazionali. È un laterale offensivo molto veloce, con buona tecnica individuale di base e molto bravo nelle ripartenze. Come atleta è un serio professionista, che ha capito pienamente quale deve essere il comportamento da tenere negli allenamenti. Come ragazzo è molto ben inserito nel gruppo e credo si diverta molto nello stare a contatto con altri bravi giocatori come lui. Deve migliorare molto la fase difensiva e la sua crescita totale è legata soprattutto a questo. Un altro aspetto da migliorare è la tecnica applicata al movimento coordinato con gli altri giocatori.”
In parole povere?
“La premessa è che c'è una certa differenza tra il ritmo che si incontra nelle partite internazionali e quello cui tutti i nostri ragazzi, non solo Paolo, sono abituati a gestire in campionato; quindi, con l'aumento della velocità di movimento, c'è la tendenza a peggiorare la qualità del passaggio, cosa che ci penalizza quando non riusciamo ad adattarci alla diversa velocità di reazione ed esecuzione dei gesti tecnico tattici.”
Ti capita di seguire il movimento giovanile marchigiano?
“Nei limiti del possibile cerco di seguire tutte le categorie. Però visto l'enorme quantità di squadre che potrebbero interessare la categoria di giocatori che andrò a selezionare (serie A-A2-B-Under21-Juniores), vedo soprattutto ragazzi delle Under 21 e delle prime squadre di tutte le categorie nazionali, fermo restando che, in occasioni di finali di coppa, play off di categorie minori, il Torneo delle Regioni, cerco di vedere più partite possibili. Per tutto ciò che non riesco a seguire, mi affido a colleghi che mi mandano segnalazioni di giocatori validi che poi visionerò di persona. Colgo l'occasione per ringraziare chi, disinteressatamente, mi segnala ragazzi meritevoli.”
Cosa pensi "nel complesso" delle imposizioni dei settori giovanili? E' giusto che molte delle squadre principali, comprese le marchigiane, non sentano l'importanza di avere un settore giovanile a parte la juniores?
“Sappiamo tutti che ogni sport deve la sua crescita allo sviluppo dei settori giovanili. Quindi non incrementarli e, soprattutto, curarli come si deve, secondo me, è un grosso errore. Però credo che ci sia un miglioramento in tal senso: lo dimostra il sempre maggiore numero di ragazzi giovani che entrano a far parte delle rose delle prime squadre.”
Ti ha dato fastidio l'inserimento di fuoriquota nel campionato under 21?
“Non credo sia un errore: io l'ho visto come una scelta che serve a migliorare il livello tecnico tattico del campionato, con giocatori più grandi che possono aiutare nella crescita i più giovani aumentando il livello agonistico della categoria. La cosa importante in questa scelta è che i fuoriquota siano nati in Italia. Per quanto mi riguarda, anche se a prima vista sembrerebbe penalizzare gli under 21, in realtà aumentando il livello agonistico, fisico, tecnico e tattico delle squadre, la crescita dovrebbe essere più rapida. Potrebbe essere quasi paragonato al campionato riserve di altre nazioni.”
Chiudiamo con la sbornia dei naturalizzati: da un lato è servita a far crescere il movimento... ma ora come se ne esce?
“Le scelte fatte dalla Divisione Calcio a 5, in sintonia con le società, stanno già portando qualche risultato per aumentare il numero di giocatori nati in Italia che partecipano a gare delle prime squadre. Certo è che l'obiettivo è ambizioso e il traguardo lontano; però, se le società si adeguano, non solo per regolamento ma per scelta programmatica, sicuramente con molto lavoro, vedremo riequilibrarsi il rapporto oriundi/nati in Italia. Serve pazienza, programmazione, investimenti, tanto lavoro e lungimiranza.”
Grazie mister. Futsalmarche ti saluta e ti ringrazia per il tempo che ci hai dedicato.
Alla prossima!
Pa.To
Paolo Augusto Menconi
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