Con Carducci e Cappanera per le Marche allievi è gioia vera: “Il nostro segreto è il gruppo e le regole di Mr.Morini”
CC. Come le iniziali di Carducci e Cappanera. Diego e Andrea.
CC come conto corrente. Su cui versare, inesorabilmente per l’Abruzzo. Da cui attingere, magicamente per le Marche.
Ma la vittoria dei ragazzi di Lorenzo Morini e Michele Ristè non è certamente figlia solo dei guizzi degli estrosi laterali del P’73. Assolutamente no. E’ quella di un collettivo. Unito. Forgiato secondo regole precise. Come leggerete.
Al nostro taccuino nella sala stampa improvvisata dell’Hotel Ludovici ci sono dunque Andrea Cappanera e Diego Carducci. Compagni di squadra anche nel proprio club. Ragazzi svegli, sveglissimi. Simili, quasi uguali. Fisico mingherlino, ma tanta, tanta classe.
Sono loro questa volta i portavoce della rappresentativa allievi. Loro che hanno conosciuto il futsal solo nell’estate scorsa. E ora amano questa disciplina. La nostra disciplina.
La prima è una non domanda. Impostiamo insieme l’intervista. Le domande saranno le stesse. Risponderete a turno, sempre nel medesimo ordine. Scegliete voi da chi iniziare…
Diego: “Risponderà per primo sempre lui! (indicando Andrea che annuisce. Se ne pentirà a metà intervista, temendo l’ovvietà di rispondere per secondo, ndr…)”
Dopo tanti allenamenti e raduni, finalmente è arrivato il debutto. E che debutto. 8-3 all’Abruzzo. Tre reti per Andrea, una per Diego. Ve l’aspettavate così?
Andrea: “Sinceramente no. Pensavo che l’Abruzzo ci mettesse di più in difficoltà. Nonostante le ansie, siamo davvero partiti bene.”
Diego: “Anche io mi aspettavo un avversario più temibile. Ma probabilmente il nostro progetto tattico ha fatto la differenza.”
E qui interveniamo. Con tutti gli altri ragazzi della squadra intorno al tavolo. La vittoria è diventata agevole per merito nostro. L’Abruzzo, ottima squadra, fino al 15’ sembrava decisamente superiore. Poi nella ripresa è diventata accademia. Merito, a nostro avviso, di una freschezza atletica superiore e delle tante frecce del nostro arco. Dovuta ai tanti cambi operati sin dai primissimi minuti. La domanda allora vige sulla difficoltà di entrare ed uscire con una frequenza inusuale per gli standard canonici. Come vi ci siete trovati?
Andrea: “La freschezza in questo tipo di torneo secondo me aiuta molto. Certo personalmente avere più minuti a disposizione mi permetterebbe prima di prendere le misure.”
Diego: “Per me è meglio tenere un minutaggio basso all’inizio per avere poi più prontezza alla fine, anche se concordo sul fatto che sia difficile dare tutto in breve tempo.”
Avete provato un certa emozione nel vestire per la prima volta la maglia delle Marche?
Andrea: “Tanta emozione. Per arrivare sin qui si è dovuto fare molti sacrifici. E questo tipo di vittorie ti ripagano di tutto.”
Diego. “E’ stata una grandissima emozione vestire la maglia delle Marche e partecipare ad un torneo così importante e prestigioso.”
Anche per l’impostazione tattica che i vostri tecnici vi hanno dato, ci è sembrato di vedere un grande spirito di gruppo. Confermate?
Andrea: “Certamente. Questa spirito è nato già dal primo raduno. Siamo come una famiglia. Siamo tutti fratelli. Questa tra l’altro è la prima regola di mister Morini.”
Diego: “L’unione è nata quando si è formato il gruppo definitivo dei selezionati che poi sta partecipando al torneo. Credo che la solidità di un team sia la base per ogni vittoria.”
Scoop giornalistico quindi in corso. Svelateci allora quali sono queste famigerate regole di mister Morini.
Andrea e Diego all’unisono: “Sono quattro. La prima è stata già detta: siamo tutti fratelli. Ai fratelli si perdona tutto, per i fratelli però si fa anche di tutto. La seconda è non avere alibi. Mai accampare scuse. La terza è non mollare mai. Finché non è finita. La quarta prima pensare a marcare, poi a giocare (e mister Ristè qui di fianco annuisce, spiegando come la quarta regola sia quella tattica per motivare la difesa individuale, ndr).”
Domani ci tocca il Lazio, vincitore oggi per 6-2 sulla Sardegna. I padroni di casa, uno scoglio durissimo, l’ostacolo arcigno verso il superamento di turno.
Andrea: “Non dobbiamo dormire sugli allori e non bearci di questa vittoria. Sappiamo della forza del Lazio, ma possiamo batterli consapevoli del nostro valore.”
Diego: “Gara molto difficile. Ma continuando a seguire le regole del mister possiamo vincere.”
Lasciamo da parte per un momento il Torneo delle Regioni. Come ci si siete arrivati al futsal e se ve ne siete pentiti.
Andrea: “Devo ringraziare Roberto Titti Baldassarri. Oltre al calcio a 5 mi sta insegnando anche a vivere. Io giocavo a calcio a undici e ora si che mi diverto da impazzire. E’ uno sport troppo sottovalutato il calcio a 5.”
Diego: “Se sono entrato nel futsal è per seguire alcuni compagni. Ad inizio stagione volevo smettere, ma Titti, un grande uomo prima che un signor allenatore, mi ha fatto continuare a vivere questa magia.”
Nonostante la vostra età, vi concedo saluti e dediche finali.
Andrea: “Dedico questa tripletta ai miei genitori che mi supportano e verranno probabilmente a vedermi. Infine aggiungo il mio slogan: gasamoce! (e si premura che lo scriba prenda nota, ndr).”
Diego. “Saluto mio padre e spero di continuare il più a lungo possibile a vivere questa magnifica avventura.”
Grazie ragazzi.
La quinta regola ve la aggiungo io.
Giocate per divertirvi.
Un giorno, magari non domani, arriveranno anche le sconfitte.
E voi non dovete perdere questo sorriso, questa energia.
Mai.
Trasformista
Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.
Commenti
RSS feed dei commenti di questo post.