Baldi, Brunetti, Petrelli, Giulian, Fabretti, lo staff vincente delle Marche tricolori unito in coro: "Esperienza unica ed emozionante."
Non si è ancora spento l’eco del successo marchigiano al 52° Torneo delle Regioni. Giornali e Tv stanno intervistando le nostre eroine ed il loro condottiero Francesco Battistini. Le meritate luci della ribalta.
Ma dietro al successo di ogni squadra c’è chi lavora all’oscuro. Dietro le quinte. A fari spenti. Futsalmarche.it, grazie al Ciclista, inviato speciale in terra sarda, propone allora una lunga intervistata allo staff al seguito delle Marche del futsal fatta nel lento e dolce viaggio di ritorno.
Un gruppo di lavoro formidabile. Unito e vincente.
Siamo sul traghetto nel viaggio di ritorno da Cagliari a Civitavecchia e mi imbatto in una situazione che avveniva ogni sera nel residence che ha ospitato la nostra selezione in Sardegna. Ovvero i componenti del nostro staff si trovano a ridere e scherzare seduti attorno ad un tavolino.
Ed ecco che salta in mente l’idea di dar voce anche a coloro che dalle retrovie hanno permesso alle nostre atlete di rendere al meglio in questo indimenticabile cammino che ha portato in via Schiavoni il tricolore.
Ecco a voi Eleonora Baldi, vice allenatrice della formazione femminile, i medici Giuliana Brunetti e Marco Fabretti, ed i fisioterapisti Emanuel Giulian e Steven Petrelli.
Prima di partire con le interviste occorre mettere alla luce un fattore imprescindibile, ovvero il bellissimo legame venutosi a creare tra queste persone.
Tutte loro ci tenevano a sottolineare la grande coesione nelle decisioni e nell’organizzazione della notevole mole di lavoro prodotta per presentare nelle migliori condizioni possibili le ragazze ad una serie di partite così ravvicinate. Tutti loro hanno contribuito alla vittoria.
Partiamo da Eleonora Baldi, la vice allenatrice delle Marche in Rosa. Eleonora, raccontaci qualche retroscena delle ragazze, viste ovviamente da dietro le quinte…
“Intanto posso dirti che queste ragazze sono davvero un gruppo meraviglioso. Non è retorica, anzi: mettere insieme 12 donne e farle coesistere in maniera pacifica di solito è un’impresa! Invece ci hanno reso tutto estremamente facile perché hanno trovato da subito una forte intesa e si sono vissute quest’esperienza al massimo, divertendosi e facendo divertire tutti! I retroscena? Te ne svelo qualcuno, ma solo a metà! Per esempio, Aida è tornata decisamente invecchiata: credo abbia all’incirca una quarantina d’anni adesso! Nena ha il pigiama e le pantofole più belle del mondo e Elisa, una volta conclusa l’avventura calcettistica, potrebbe tranquillamente provare con X Factor! Se vedete qualcuna con i capelli bianchi, significa che è stata di parola...E poi… “e non m’alleno la la la la la la”…chi sa, sa!”
Quando hai capito che questo gruppo ce la poteva fare?
“Sinceramente? Un pensiero ce l’ho fatto subito, dopo i primi allenamenti. Sapevo che se tutte quelle che Francesco ed io avevamo in mente fossero riuscite a venire in Sardegna, avremmo avuto una chance importante di arrivare alla vittoria. Arrivate al Torneo, la convinzione è cresciuta gara dopo gara: la prima, affrontata in maniera magistrale; il Veneto, spazzato via come fosse una squadra dell’oratorio; la sconfitta con l’Emilia che nonostante non contasse nulla ha prodotto la giusta rabbia in tutte le ragazze. Se penso alla partita con il Lazio e al gol della Nana (al secolo Martina Mencaccini) mi vengono i brividi. E poi la finale… una cavalcata perfetta! Fioretto, spada e un grande gruppo…avevamo tutto per farcela!”
Descrivici cosa ha significato per te collaborare con questo gruppo, fare sacrifici enormi per seguire queste ragazze, e se possibile le sensazioni provate dopo lo scudetto.
“Nel mondo della Rappresentativa ci sto ormai da qualche anno e ne ho vissute tante di sensazioni, belle e brutte. Per prima cosa il mio grazie va a Francesco: lavorare con lui significa imparare ad ogni allenamento qualcosa e non solo a livello tecnico o tattico. La sua capacità di gestione e il suo atteggiamento con le giocatrici è da imitare. Quest’anno poi per la prima volta abbiamo avuto anche un grande staff: Giuliana, Steven detto WiWi ed Emanuel sono stati fondamentali, sempre presenti, disponibilissimi. Delle ragazze, che vuoi che ti dica? Sarò un po’ sdolcinata ma ognuna di loro avrà sempre un posto speciale nella mia memoria perché quando condividi una gioia così grande non te le scordi quelle facce, quelle lacrime di gioia, quelle voci che cantano insieme!”
C'è qualche ragazza a cui vuoi dedicare questo trionfo?
“Sicuramente ad una ragazza che ha condiviso con noi il cammino sia l’anno scorso che quest’anno quasi fino alla fine e che poi è dovuta rimanere a casa a causa di un infortunio subito proprio in un’amichevole con la Rappresentativa: Mara Capradossi.”
Dopo di lei al mio fianco si siede Giuliana Brunetti, alla sua prima presenza da Dottoressa al Torneo delle Regioni e alla sua seconda in generale, presente in Basilicata nella scorsa edizione con le vesti di tifosa. Esordio ufficiale nel calcio a 5?
“No, il mio fidanzato è l’allenatore dell’ASKL, squadra partecipante solo ed esclusivamente al settore giovanile con sede nell’ascolano, per cui il calcio a 5 lo conosce bene. Mi ha contattato Marco Mastrostefano che ha insistito per farmi aggregare a questa spedizione e, ci tengo a sottolineare che, seppur abbia preso parte come dottoressa ad un Mondiale di Atletica e ad una Olimpiade, mi sono sentita emozionata come se fossi alla prima esperienza in ambito sportivo.”
Qual è stata la tua mansone in questa squadra e con quali ragazze hai lavorato maggiormente?
“Il mio ruolo è stato apparentemente solo di dottoressa, dove ho avuto modo di lavorare per far rendere al meglio Luisiana Mazzacane e la capitana Claudia Catena, cercando di curarle nel migliore dei modi attraverso la mesoterapia (una cura fastidiosissima di antinfiammatori locali), alle quali ho fatto sudare freddo! E poi con Aida Xhaxho che, oltre al lavoro di fisioterapista, ho offerto una preziosissima consulenza di dietologia per cercare di sistemare la sua dieta completamente errata. Vedremo, mi ha garantito che da domani incomincerà a seguire i miei dettami. Mah, conoscendola ci credo poco…”
Terminata la risposta interviene nella discussione Michela Ciccioli che mi consiglia una domanda, ovvero quale sia stata la serata più difficile passata in ritiro…
“(Sorriso generale, poi, dopo un attimo di imbarazzo, arriva la risposta, ndr)… Sicuramente la serata post vittoria nella semifinale con il Lazio. Avevo promesso alle ragazze prima della partita che, essendo astemia, se avessero battuto il Lazio con il conseguente approdo in finale un bicchierino lo avrei bevuto! Non pensate male! Era solo una scommessa tra noi e sono riuscite a fare bere anche una come me…”
Il momento di maggior difficoltà in questa trasferta?
“In campo ho sempre avvertito una forza notevole della squadra. Ero convinta potessero fare l’impresa. Devo ammettere però che il viaggio di andata in traghetto mi ha decisamente provato!”
Prima di chiederti una descrizione di tutte le componenti di questa squadra vorrei sapere se ti renderai disponibile per altre avventure come questa…
“Certamente, mi metterò a disposizione per altri eventi come questo! Anzi ti dirò di più sono già stata precettata per il Torneo delle Regioni Categorie Giovanissimi ed Allievi che si svolgerà a Fiuggi in giugno. Poi per il prossimo anno spero di dar continuità a questa esperienza riproponendomi ancora qui con queste ragazze!”
Ora sotto con un appellativo per ogni ragazza.
“Partiamo dai portieri, Giulia la definirei Fibrillazione Costante, mentre Samantha Acqua Cheta. La Mazzacane direi Grattugia per via dei segni delle mie cure sul suo piede, Martina Mencaccini è l’Istrione visto che in campo ricopre tutti i ruoli con notevole successo, Catena è il Collante del gruppo, Michela e Federica sono le Tranquillone della comitiva, Elisa il Dalmata per via dei numerosi lividi nelle gambe, Stefania è l’Esuberante, Nena il Folletto ed Aida Happy Birthday per via del continuo cantare “Tanti Auguri a te a tavola” e per ultima la Di Buò decisamente l’Anti Motricità!”
Ti sei scordata lo staff tecnico…
“Verissimo, allora Eleonora Baldi No Al Progetto Eleonora, uno striscione presente ovunque qui in Sardegna che ci ha fatto tanto ridere. Ora che arrivo a casa mi documento su cosa significhi! Batista lo Scaramantico, Marco Alessandroni l’Umile, Mastro è il Marcatore a Zona…”
Ora è la volta di Steven Petrelli, di professione osteopata e massiofisioterapista. Come per gli altri cominciamo da come ti sei avvicinato al Comitato Regionale.
“Non nascondiamoci dietro ad un dito! Ho avuto la sfortuna di conoscere quel grande uomo di Massimo Marchetti che mi ha pressato per diverso tempo convincendomi ad aggregarmi alla comitiva.”
Sappiamo che sei un giocatore di rugby…
“Esatto… e già che ci sono ne approfitto per salutare i miei compagni di squadra che domenica scorsa hanno vinto il nostro campionato di competenza proprio mentre io ero impegnato con voi a vincere questo meraviglioso trofeo!”
Hai lavorato anche con squadre di rugby femminile?
“Ho seguito la squadra del Cus Ancona Rugby ed avevo un enorme timore ad affacciarmi al futsal perché temevo il fatto che le calciatrici fossero molto lagnose. Invece ho avuto la fortuna di lavorare con un gruppo meraviglioso e soprattutto professionale. Solo Aida Xhaxho la tolgo da questo gruppo di serietà! A parte gli scherzi, è stato il giullare del gruppo, una figura davvero importante per il buonumore generale.”
Che lavoro hai svolto durante il tuo pernottamento in Sardegna?
“Ho lavorato praticamente 36 ore su 24. Visto le partite in programma alle 9 o nella migliore delle ipotesi alle 11, la sveglia suonava prestissimo per effettuare un breve risveglio muscolare, seguito dalle fasciature di tipo tapping e blocchi articolare prima di recarci al campo per la partita. Dopo la partita incominciavano i massaggi alle ragazze fino le 16 dove ci radunavamo al campo del villaggio turistico che ci ospitava per effettuare una breve seduta di allenamento defaticante per la riossigenazione muscolare e la rigenerazione dei tessuti, oltre ad un po’ di lavoro con il pallone. Finita questo allenamento della durata di circa 40 minuti, eccomi di nuovo a curare la muscolature della atlete che ancora non si erano sottoposte alle mie cure fino a tarda serata.”
Cosa hai imparato da questa esperienza?
“Prima di tutto dell’esistenza di valori e sani principi. Queste ragazze hanno effettuato un torneo da vere e proprie professioniste, dando il massimo solo ed esclusivamente per il rispetto della maglia e della Regione che rappresentavano, delle compagne e dell’onore personale.”
Da quello che leggo un’esperienza assolutamente positiva!
“Ni, c’è una cosa che vorrei sottolineare. Seppur questo risultato possa rappresentare un vero e proprio fiore all’occhiello per tutto il movimento regionale ma anche per la Federazione stessa, devo fare una piccola critica all’organizzazione ed invito alla federazione ad individuare le notevoli lacune presenti in questo e negli altri settori.”
Ora passiamo la parola a due persone che hanno fatto parte di questa squadra fino a pochi giorni prima dell’inizio del torneo, Marco Fabretti ed Emanuel Giulian, ovvero il medico ed il massaggiatore, poi in Sardegna affidati alla squadra maschile. Avevano seguito le ragazze durante tutto il cammino di avvicinamento a questo torneo delle Regioni, decidendo così di prolungare la permanenza in Sardegna per tifare dalle tribune per la finale con la Puglia, anziché rientrare anzi tempo con la rappresentativa maschile.
Partiamo da Emanuel con la solita domanda di benvenuto. Come sei venuto in contatto con il Comitato?
“Sono venuto a conoscenza di questa possibilità grazie a Marco Bramucci che mi ha consigliato per ricoprire il ruolo allora vacante. E per me è stata una cosa di cui gli dirò sempre grazie perché, oltre alla meravigliosa esperienza, ho potuto conoscere uno staff di primissimo livello, dagli allenatori Mirko Angeletti e Francesco Battistini a tutti gli altri componenti dello staff con cui si è trovato immediatamente un legame meraviglioso e tutte le atlete ed atleti che ho avuto modo di conoscere.”
Mi dicono che siete stati abbastanza impegnati…
“Esatto, nella prima partita dei maschi con la Campania abbiamo avuto a che fare con diversi infortuni, su tutti quello dello sfortunato Bartolucci, ma anche altri casi di trattamenti articolari, muscolari e di traumatologia generale.”
Visto che hai lavorato con entrambe le nostre rappresentative di futsal, dicci le differenze tra queste due squadre.
“Parto dicendo che a livello tecnico entrambe le squadre avevano a disposizione un tasso tecnico elevato. E lo dico anche per la maschile, seppur i risultati non siano stati del tutto dalla nostra parte visto che siamo usciti nel girone eliminatorio. Mi azzardo a dire grande tecnica non messa al servizio della squadra. Come si dice dalle parti nostre la testa non è un braccio! Le ragazze invece, oltre alle doti tecniche, che non sta a me commentarle visto il risultato ottenuto, le ho visto determinate e concentrate sull’obiettivo, oltre che decisamente un gruppo molto unito!”
Inizia a farsi tardi ed inizia il deflusso verso le camere di tutti, salvo qualcuno come il sottoscritto incapace di dormire in traghetto. Ecco allora Marco Fabretti, l’altro medico della spedizione. Per te non si trattava del primo Torneo delle Regioni?
“Esatto. Ho partecipato ad una breve esperienza a San Benedetto diversi anni fa con il calcio. Poi sono stato contattato da Marco Alessandroni e Franco Moglie, due persone all’interno della federazione oltre che due carissimi amici, proponendomi di aggregarmi al calcio a 5 femminile. La cosa più bella è stato scoprire che l’allenatore era Francesco Battistini, che conoscevo per via dell’esperienza nel futsal di mio figlio Francesco. Poi prima della partenza per la Sardegna sono stato inserito nello staff di Angeletti con il quale c’è subito stato un grandissimo feeling e spero di collaborare nuovamente con lui in futuro…”
Un aspetto che ti ha favorevolmente colpito di questo torneo.
“Prima di tutto la sportività. Sono rimasto piacevolmente sorpreso del comportamento dell’Emilia Romagna capaci di sconfiggere le nostre ragazze, nonostante fossero già eliminate dalla competizione, al termine di una partita durissima, ma di essere presenti al campo per assistere alla nostra semifinale con il Lazio tifando anche in maniera calorosa per la nostra squadra. Insomma una dimostrazione di sportività che mi ha lasciato senza parole.”
D’altronde le nostre ragazze si sono sapute far apprezzare…
“Si, decisamente. Basti guardare Marco Zedda assessore del Comune di San Nicolò d’Arcidano. Ci ha seguito in ogni partita tifando calorosamente nella seconda parte del torneo. Si è fatto contagiare da un ambiente meraviglioso, ovvero quello che sono state capaci di creare queste stupende ragazze. Se la sono davvero meritata questa soddisfazione. È il risultato di un anno di duro lavoro per loro.”
Andato in cabina anche il dottore non c’è più nessuno da intervistare. Sono tutti a dormire nelle rispettive camere. Però parlando con loro e vedendoli chiacchierare con le ragazze ho percepito una certezza: molti di loro terminata questa esperienza continueranno a seguire da tifosi le ragazze nelle loro rispettive squadre.
L’ascolana Giuliana si presenterà al campo del Gemina a vedere se la sua dieta per Aida ha avuto effetto (o forse è meglio dire sia mai iniziata); il dottore Marco Fabretti si recherà alle partite del Città di Falconara per fotografare il trio falconarese Mencaccini, Catena e Chiaraluce; i due fisioterapisti Steven e Emanuel andranno a trovare tutte le ragazze impegnate nel campionato.
Una cosa è certa, ovvero che chi è stato a contatto con questo ambiente magico difficilmente lo abbandonerà!
Inizia ad essere notte fonda e persino il Trasformista è andato in cabina a dormire. Ed io sono qui a terminare questa intervista, con una vocina nella testa…
Fino alla fine… Forza le Marche!
Il Ciclista
Francesco Fabretti
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