Claudia Catena, capitan coraggio: "Le Marche rosa potevano fare qualcosa di più. L'esperienza in Basilicata? Indimenticabile."
Mancano undici secondi alla fine della gara d’esordio. Le Marche hanno appena pareggiato. Proprio all’ultimo minuto con un potente tiro di Diletta Cremonesi, ben servita da Catena.
La Sicilia nel tentativo di riportarsi in vantaggio commette fallo in attacco. Sulla palla si avventa proprio Caludia Catena. Vuole vincere il capitano.
Il nostro numero dieci intende servire a sorpresa la Cremonesi scattata in avanti. Le siciliane non si avvedono del movimento del biondo pivot marchigiano, ancora frustrate dalla rete subita.
Ma il cucchiaio della Catena si perde a lato. Scatenando le insolite ire di un furibondo Francesco Battistini, maestro in genere di compostezza.
A fine partita interroghiamo il nostro mister. “Non dovevamo rischiare niente. Il pari ormai andava bene.” Ma sul perché del tanto inusuale urlaccio ci tranquillizza subito. “Claudia è il mio punto di riferimento in campo. A lei posso dire di tutto. E’ il capitano e la veterana della squadra. La giocatrice a cui non rinuncerei mai.”
Questo è accaduto al debutto con la Sicilia. Con le Marche uscite imbattute ed in corsa per la qualificazione, soprattutto dopo aver battuto il Piemonte ed allungato una striscia positiva perdurante dal 2010.
Nonostante un impiego massiccio, uscita per un duro colpo solo per una manciata di secondi contro il Piemonte, il Capitano non riceverà più le sgrida del mister. Anche perché non sbaglierà quasi più.
Ora che la Basilicata è alle spalle e la linea telefonica è tornata attiva (wi fi lo slogan prepartita urlato dalle ragazze in onore ad un segnale telefonico-internautico inesistente) chiamiamo Claudia Catena.
Ci risponde cordialmente. Lei, il numero dieci delle Marche, il capitano della spedizione, il leader silenzioso del gruppo, la ragazza dal sorriso solare e dalla infinita sagacia tattica.
Il percorso è stato quasi analogo alla scorso anno. Con le debite proporzioni. Fase di approccio senza sconfitte. E l’avversario più importante assolutamente da battere per qualificarsi all’ultima giornata. Missione non compiuta anche stavolta. Si poteva fare qualcosa di più?
“Si, potevamo fare di più. Il Lazio non era lo squadrone che pensavamo. Certo non come l’Umbria delle brasiliane campione d’Italia 2011, anche se molti forti in difesa. Eravamo molto affaticate nell’ultima gara decisiva. Pagata a caro prezzo la stanchezza, anche per via di un calendario assurdo che ci ha fatto giocare tre gare in tre giorni.”
Facciamo un flash sulle gare disputate. Pari all’esordio con la Sicilia.
“Non erano organizzatissime sul piano tecnico, ma molto fisiche e non disposte a cedere di una virgola. Abbiamo pagato decisamente lo scotto dell’esordio. Alla fine, per come si era messa, il pareggio è stato tanta roba.”
Vittoria di misura sul Piemonte, l’imbattibilità che si allunga e ci proietta alla sfida cruciale con il Lazio.”
“Dopo il tiro cross vincente di Diletta ho pensato alla goleada. Credevamo di aver chiuso la gara. Sbagliando. Il gol evitabile incassato ha dato loro spazio e coraggio. Il mister però nell’intervallo ci ha tirato le orecchie. E non poco. Nel secondo tempo abbiamo mostrato gli artigli, dominando la gara. Peccato, dopo la rete vincente di Luisiana Mazzacane (pregevole assist della Catena, ndr), non aver trovato per questioni di centimetri la rete della serenità.”
Nota dolente, la sconfitta con la Lazio. La fine dei sogni,.
“La partita all’inizio era bloccata. Ma l’occasione campale l’abbiamo avuta noi. Diletta, dalla stessa posizione con cui aveva castigato la Sicilia, stavolta ha calciato alto. Lì poteva cambiare il nostro destino. Poi abbiamo avuto molto possesso palla, ma senza trovare sbocchi. Nella ripresa ci hanno infilato due volte quando siamo andate a cercare fortuna in attacco.”
Qualche critica è stata mossa a mister Battistini per non aver coinvolto di più nelle rotazioni tutte le giocatrici a disposizione. Magari così avremmo avuto il quintetto più fresco nelle fasi cruciali. Che ne pensi?
“Le critiche sono normali quando non si vince. Chi allena deve operare delle scelte. Ovvio. Il mister ha puntato tutto sull’esperienza, facendo stare molto in campo le giocatrici più abituate a gare di questo tipo. Non sono certo io quella che deve dare giudizi.”
Che gruppo è stato quelle delle Marche in rosa 2012? Convieni con noi che Killerdog Mazzacane meriti una menzione?
“Siamo state un buon gruppo, formatosi lentamente anche perché non ci conoscevamo tutte dall’inizio. Questo per colpa di aver fatto pochi allenamenti insieme. Se posso fare una critica, questo è stato un problema. Elogiare la Mazzacane? Grande Killerdog! Luisiana individualmente è stata all’altezza della competizione e di un’assoluta simpatia fuori dal campo.”
Con il naturale massimo rispetto per le presenti, l’impressione esterna è che tra Nazionale di calcio, rinunce per lavoro, problemi di studio, le Marche rosa con l’inserimento di alcune top players marchigiane avrebbero potuto lottare per il titolo con buone probabilità di vittoria. Che ne pensi?
“Chi può dirlo? Io penso che le assenze siano state importanti, ma soprattutto a livello d’esperienza. E a questi livelli si paga. Non so se certo se avremmo vinto, ma almeno la semifinale…”
Tu che sei ormai una veterana di questa competizione (terza partecipazione dopo Umbria 2010, Fiuggi 2011, Basilicata 2012 più le varie gare di qualificazioni degli anni precedenti) cosa dici a chi ci rinuncia di proposito?
“Chi rinuncia volontariamente a questa esperienza non vuole crescere. Sia a livello personale per le tante conoscenze che si possono fare, sia per un discorso prettamente sportivo. La professionalità che troviamo qui non esiste da altri parti. Un allenatore come Francesco Battistini, impareggiabile insegnate di futsal, non ha emuli nel femminile. Abbiamo avuto un massaggiatore come Simone Silenzi a disposizione per un’intera settimana. In più lo staff di Futsalmarche, oramai parte integrante della famiglia, che ci ha coccolate, intervistate, fotografate, protette e fatte divertire. Una giocatrice di futsal non può chiedere di più.”
Non solo futsal. Il Torneo delle Regioni non è solo un’esperienza sportiva. Chiudi gli occhi e dimmi cosa porterai nei bagagli della memoria dalla Basilicata.
“Tante, tantissime risate. La vita del villaggio tutti insieme. E i tanti episodi simpatici che hanno fatto volare piacevolmente questa settimana. Cito su tutti La casa di Ginosa, Babbo Natale a Pasqua, la gara dei palleggi (persa dalla Catena, ndr), le partite di calcetto contro lo staff. Insomma un ricordo indimenticabile.”
Per concludere torniamo alla realtà con il proseguo della stagione. I Dolphins sono in attesa della semifinale Real Ancona-Vis Concordia, con all’orizzonte l’eventuale accoppiamento con l’Abruzzo.
“Bisogna vincerli questi play off. Vogliamo andare in serie A, per vendicare le beffe della scorsa stagione. Io ci credo.”
Così ha parlato Claudia Catena, capitano delle Marche al 51° Torneo delle Regioni.
Trasformista
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