Il riposo del guerriero, Stefano Bachetti: "Il mio Eagles Pagliare? Che miracolo! Tornassi indietro non so se ne avremmo ancora la forza."

 

Era il 1999 quando il sottoscritto conobbe per la prima volta questo sport, quando iniziò a colpire di punta questo strano pallone che non rimbalza quasi per niente, indossando delle scarpe senza tacchetti, correndo su e giù per un campo lungo non più di una quarantina di metri.

Il Palazzetto era quello di Pagliare e le maglie erano biancorosse. Da quei meravigliosi giorni ne è passata di acqua sotto i ponti in terra spinetolese: dalla gioia dei play off di C1 negli anni di Di Russo, fino alla retrocessione in serie D, poi una rinascita cercata e sudata per un club che in tanti anni di attività si è sempre contraddistinto per il passato glorioso, per la serietà e per la sua insostituibile umanità.

 

Stefano Bacheti nella foto ufficiale 2012L’anno scorso la promozione in serie C2 tramite ripescaggio e quest’anno l’impresa della salvezza diretta dopo un girone di andata con appena otto punti conseguiti.

Ed il protagonista di tutto ciò, non può che essere il player trainer delle Aquile, Stefano Bachetti, al quale abbiamo rivolto alcune domande per scoprire i segreti dell’incredibile salvezza dei ragazzi di capitan Cicconi.

 

 

Ciao mister, oppure ciao Stè, o meglio ciao Baco?! Come preferisci essere chiamato?

“Ciao Rimpia. Diciamo che preferisco essere chiamato Stefano, è una questione personale, mi piace impostare i rapporti con le persone senza creare dislivelli, voglio che tutti si sentano uguali. E comunque facendo anche il giocatore, questo tono informale mi ha aiutato anche ad avere la collaborazione, in campo e fuori, dei giocatori meno giovani di me che ci sono in squadra. E’ un presupposto importante per chi si trova a gestire persone che hanno molta esperienza. “

 

Come giustamente sottolinea spesso il Trasformista: prima vengono gli uomini, poi gli sportivi. Allora, chi è Stefano Bachetti? Parlaci un po’ di te come giocatore, come allenatore e come uomo.

“Come allenatore ti dico che per me è la prima esperienza anche se seguo con molta attenzione le vicissitudini di questa squadra già da 3 anni. Ho iniziato col futsal nel Miracolo Piceno, poi mi sono trasferito in Umbria per motivi di studio e li sono rimasto 8 anni giocando nei campionati regionali umbri. Sono ritornato nelle Marche tre anni fa e ho militato nelle fila della Bocastrum di Castorano per 2 anni e mezzo, ma andando indietro non posso non menzionare l’esperienza a Magione, in serie B nel 2005, dove ho conosciuto mister Marco Zannino, (attuale allenatore della Real Divino Amore, serie C2 laziale) a lui devo la maggior parte delle mie capacità come giocatore, allenatore ed uomo di sport. La collaborazione con lui mi ha portato a scoprire il rispetto per i valori umani, per il lavoro, per l’avversario e per i compagni: caratteristiche per me fondamentali quando c’è un obiettivo importante da raggiungere.  E soprattutto ha inculcato nella mia mente il pensiero che solo attraverso il lavoro settimanale sul campo si può migliorare e di conseguenza raggiungere degli obiettivi, anche i più impensabili. Questa salvezza è sicuramente anche merito suo.”

 

La formazione degli Eagles Pagliare in una foto ufficiale

 

Appunto, arriviamo alla stagione appena finita. Hai parlato di un miracolo sportivo.

“Si è vero, ho detto che abbiamo compiuto un miracolo, anche se non sono molto credente (ride, ndr), era impensabile che ci saremmo salvati direttamente, era quasi impossibile solo pensare ai play out. Anche se eravamo partiti con la consapevolezza di avere un buon gruppo e di dover lottare, non avremmo mai creduto di cadere tanto in basso come nella partita di ritorno contro Riviera Delle Palme (7-1 il risultato). Forse quello è stato il momento più brutto dell’anno, quella sera abbiamo veramente toccato il fondo. L’inizio della stagione era stato denso di difficoltà; alla rosa numericamente ristretta (di cui 7 elementi erano esordienti nella categoria) si sono aggiunti subito diversi infortuni tra cui il mio, quello di Saggiomo (Elio Re), di Giggio (Luigino Di Girolamo) e l’indisponibilità per motivi di lavoro di Leo Maurizio. Se a ciò sommiamo il tardivo adattamento dei nuovi, una serie di episodi poco fortunati sul campo, delle letture poco attente dei Comunicati Ufficiali, qualche decisione arbitrale avversa: ecco che ci siamo ritrovati il 17 Febbraio con soli undici punti conquistati!”

 

Infatti, veniamo ai numeri: girone di andata: 8 punti, 2 vittorie e 2 pareggi. Girone di ritorno: 31 punti, 10 vittorie, 1 pareggio, 4 sconfitte. Che cosa è cambiato a partire da venerdì 17 febbraio?

(Inizia a sciogliersi, mi chiede se ho voglia di bere qualcosa, ndr) “E’ stato durante il primo allenamento durante il periodo del blocco maltempo, quando la neve stava ghiacciando anche la nostra voglia di continuare a lottare, quando c’erano diversi giocatori col morale a terra: è probabile che qualcuno quella sera avesse la seria intenzione di mollare. Così ho deciso di sfidare ancora di più la sorte mettendo in ballo tutto: ho detto che chi non credeva più in ciò che stavamo facendo doveva immediatamente lasciare il borsone ed andarsene, ricordando però che gli uomini veri non mollano mai davanti alla sfide, né nella vita né tanto meno nel futsal. Ho spiegato come solo la determinazione ed il credere in se stessi, nelle proprie capacità, ci avrebbe potuto far cambiare rotta: mi hanno seguito tutti e da lì è iniziata una nuova straordinaria stagione. Avremmo dovuto vincerle quasi tutte da lì in poi, se ci ripenso non ci credo ancora, e non so dove troverei la forza per rifarlo, è stata davvero una pazzia. Ed invece… “

 

Andrea Valianti, il golden boy!!Ed invece hai scoperto il Golden Boy! Andrea Valianti, recentemente premiato al Galà del calcio a cinque come miglior giocatore della categoria. Come sei riuscito ad inserire così bene e così velocemente un calciatore nel mondo del futsal?

“Naturalmente voglio fargli i miei complimenti per questo riconoscimento straordinario. Andrea ha dovuto lasciare il calcio per motivi di lavoro, ed era fermo da mesi, così gli domandai se aveva voglia di provare una nuova esperienza e lui accettò. In appena trenta secondi di allenamento ho capito che sarebbe potuto essere un vero protagonista. E’ un ragazzo molto intelligente, ma soprattutto molto umile, ha saputo mettere a disposizione della squadra tutte le sue qualità sin da subito, adattandosi a questo mondo con una duttilità che non ho mai visto in nessuno: il famoso stop di suola, le direttive, le tattiche. Però ci tengo a dire che Andrea è stato solo la punta dell’iceberg, lui ha concretizzato il volume di gioco creato dai suoi compagni. Considerato anche che abbiamo la quarta miglior difesa (se pensiamo che i gol subiti nella sconfitta a tavolino di Fermo sono stati 3, come è avvenuto in campo, e non 6), non posso non menzionare tutti gli altri.”

 

Tutti, tutti, non credo ce ne sia il tempo (scherzo, ndr)?

(ride, ndr) “Per comodità cito innanzitutto il capitano, Giuseppe Cicconi, giocatore, ma soprattutto, uomo dalle qualità morali eccezionali (che tra l’altro ha stabilito il record d’imbattibilità del girone non avendo subito reti per due gare consecutive). Poi Andrea e Marco Durastanti, Simone Fraschetti, fino ad arrivare a coloro che hanno giocato anche un solo minuto. E’ importante per una squadra che deve salvarsi poter fare allenamento in 12 o 13 persone e questo significa che dietro alle ottime prestazioni dei singoli si cela una grande prestazione del gruppo. Queste imprese si fanno in 20, non da soli.”

 

Verissimo, concordo pienamente. Ma qual è stato il momento in cui ci hai veramente creduto?

“Dopo la vittoria in casa contro la Futsal Silenzi ho avvertito la strana, ma piacevole sensazione che qualcosa stava cambiando. La squadra, oltre a giocare bene come sempre aveva fatto fin li, dimostrò di saper soffrire e soprattutto di credere in quello che, in quel momento della stagione, sembrava essere un sogno: la salvezza diretta! Questo è stato il primo momento in cui ho iniziato a vedere la fine del tunnel, non so perché ma è andata così. La certezza che ci saremmo salvati nella regular season l’ho avuta dopo la vittoria contro la Pol. Mandolesi, a cinque dalla fine perdevamo quella partita 4-3. In quella gara è come se la dea bendata ci avesse restituito tutto ciò che ci aveva tolto in precedenza, compresa qualche svista arbitrale. Senza polemiche, gli arbitri sbagliano come noi, è solo che fino a quel momento i loro errori ci avevano, in qualche occasione, penalizzato, invece da lì in poi ci è andata meglio. Vincemmo quel match ed il sogno iniziava a somigliare alla realtà.”

 

Hai detto spesso che su di voi sono arrivate sentenze di retrocessione affrettate e superficiali. A dire la verità anche io non avrei scommesso su di voi, anche se quando vi ho visto vincere in casa sull’Adverso C5 non riuscivo a spiegarmi come potevate occupare l’ultima posizione. Hai intenzione di toglierti qualche sassolino dalla scarpa?

“Non ce l'ho con nessuno, e ti dirò di più: quelle critiche, quelle voci, quelle sentenze approssimative ci hanno dato la forza di volontà per poterle smentire e hanno rafforzato la mia idea che il lavoro sul campo alla lunga paga sempre.  Perciò, in un certo senso, ringrazio coloro i quali ci hanno screditato. Ho sempre detto ai miei ragazzi di non ascoltare queste voci e di non guardare la classifica, ma di concentrarsi solo sugli allenamenti e sulle gare. Mi hanno dato retta ed i risultati si son visti, una grande prova di maturità per tutti.”

 

Mister Bachetti in azione!

Domanda trabocchetto: se siete riusciti a salvarvi in questo modo nel girone di ritorno, non pensi di avere qualche rimpianto per i punti persi ad inizio stagione?

“Ma certo che si! Se avessi trovato i giusti equilibri sin da subito avrei sicuramente ambito a qualcosa di più. Se i rinforzi fossero arrivati subito, come tra l’altro avevo chiesto, io penso che ci saremmo potuti togliere qualche soddisfazione anche in zona play off. Purtroppo ad inizio campionato avevamo la parola di qualche giocatore che invece ha poi preferito accasarsi altrove.  Ma i rimpianti lasciano il tempo che trovano. Sono stracontento così.”

 

Ah! Viva la sincerità! E complimenti per la schiettezza! Allora ti faccio una domanda a cui di solito si risponde in maniera sibillina: prospettive per il futuro? Resti a Pagliare con questo gruppo o pensi di cercare qualche altra sfida?

“Adesso con la società ci siamo presi un momento di riflessione per poterci godere al massimo questo favoloso momento (infatti lui ha già finito il suo Spritz, io invece ho appena sorseggiato un analcolico, ndr). A me piacerebbe restare e confido che il club sia della mia stessa opinione. Con l’inserimento mirato di 2 o 3 elementi precisi, per l’anno prossimo mi piacerebbe preparare il discorso per la conquista dei play off!”

 

La tua coerenza mi sta distruggendo, è troppo facile intervistarti! Ok Stefano è tutto, grazie della disponibilità e dell’aperitivo, un saluto ed in bocca al lupo per la prossima stagione.

“Ciao Rimpia, grazie a te e complimenti a tutta la redazione di Futsalmarche per il lavoro che svolge. Vorrei ringraziare in particolare il Futurista, preciso ed indispensabile collaboratore del sito, per i suoi tempestivi aggiornamenti sui risultati e per i suoi commenti  che ci hanno dato la possibilità di vivere questa stagione a 360°!!”

 

 

Rimpiazzista Futsalmarche

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