Simone Palmieri gonfia i muscoli del capitano: “Il DLF Dinamis andrà in C1. Perché siamo un grande gruppo. La rivale? Il Pieve d’Ico.”
“Guarda i muscoli del capitano tutti di plastica e di metano. Guardalo nella notte che viene quanto sangue ha nelle vene. Il capitano non tiene mai paura dritto sul cassero fuma la pipa in questa alba fresca e scura che rassomiglia un po' alla vita.” Canta così Francesco De Gregori. In uno dei suoi mirabili affreschi sonori. Dedicato ad un capitano. Un capitano come si deve. Non certo alla Schettino, per intenderci… Simone Palmieri è il capitano per antonomasia del DLF Dinamis Falconara. Un capitano con la C maiuscola. Non ha i muscoli possenti disegnati idealmente dal celebre cantautore italiano. Ma li compensa con quel carisma necessario per guidare il vascello falconarese verso la prima storica promozione in C1 (+ 7 sulla seconda, + 11 sulla terza). Già, perché la società della famiglia Principi è una pietra miliare del girone nordico di C2. Tanti anni in questa categoria da esserne la decana. Con qualche scivolone in serie D. Da cui si è sempre sollevata. Anche quattro stagioni fa. Con il ritorno proprio di Palmieri, di nuovo di casa al Pala Badiali dopo alcune belle stagioni in gialloblu a metà della seconda decade del duemila. Un Palmieri 2.0 a 360° gradi. Non solo nelle vesti di leader in campo, ma anche consigliere di mercato. Faro in campo, guida fuori. E il Capitano non tiene mai paura. Tanto da indirizzare parole forti e decise alla vigilia di una delicata sfida contro la Futsal Ancona.
In questo girone di ferro che è il girone A di C2 l’unica certezza è il primato del DLF Dinamis. Ma una domanda che si fanno tutti... cadrà o meno questo primato? “Secondo me non cadrà. E andremo in C1. Certo, pur avendo un buon margine, è ancora tutto da giocare. Ma ci sono stati tanti segnali… Abbiamo vinto 3-4 gare all’ultimo minuto. E soprattutto siamo convinti di potercela fare. Credendo molto nelle nostre possibilità. Un aspetto su cui lavora molto mister Cecchini.”
Con la tua solita schiettezza, dammi una percentuale sulla vostra promozione? “90%.”
Ad inizio c’era grande incertezza su chi disegnare come favorita di questo torneo. Ti aspettavi un vostro rendimento di questo genere? “Ovviamente no. Fare 44 punti su 51 non era nemmeno nei sogni. Però ero convinto che potessimo fare benissimo. Ricordo una battuta fatta durante un torneo estivo a Titti Baldassari. Al mister del P’73 dissi che quest’anno nel girone A si doveva correre solo per il secondo posto. Era solo una boutade, ma in cuor mio sapevo che avevamo tutto per eccellere.”
Quale squadra delle inseguitrici consideri come la più pericolosa antagonista? “La Pieve d’Ico. A cui faccio i miei complimenti. Dopo averci giocato contro pensavo fosse destinata ad essere una mina vagante. Ed invece stanno tenendo davvero un buon passo. Tra l’altro mi pare abbia ora un calendario discreto nelle prossime settimane, per quel che conta ovviamente lo schedule in un girone dove le sorprese possono essere dietro l’angolo.”
Stasera al Pala Badiali arriva la Futsal Ancona, squadra anconetana in un momento di leggera crisi ma con un organico da far paura. Voi sarete senza bomber Pergolini. Che partita sarà? C’è un po’ di timore? “Rispetto massimo per i nostri avversari, ma paura zero. Questa è la nostra filosofia. La Futsal Ancona è l’unica squadra che finora ci ha battuto. E questo la dice lunga sul loro valore. Ed ora possono contare pure su innesti di spessore come Pieroni e Aldobrandini, due fuoriclasse. Noi dobbiamo giocare come sempre. Concentrazione massimale e ridurre al minimo le sbavature.”
Qual è il segreto del primato del DLF Dinamis Falconara? “Lo spirito di gruppo. E detto così può sembrare una banalità. Ma posso citarti alcuni esempi di situazioni che rendono questo gruppo unito e grantitico. Abbiamo due portieri che sarebbero fenomeni anche in C1, Andrea Del Cinque e Michele Manfredi. Si alternano come titolari e quello che è di volta in volta in panchina incita l’altro a perdifiato. Stesso modo di comportarsi per il giù giovane ed il più vecchio, Luca Giachetti e Luca Fiorini. Pur non godendo per ragioni opposte di grande minutaggio, non smettono mai di incitare i compagni nelle gare e di presenziare con impegno massimale agli allenamenti.”
Già con Morgan Lancioni avevate fatto dei buoni campionati di C2. Ma con Francesco Cecchini, subentrato lo scorso anno alla 20°, i risultati sono decisamente migliorati. Come te lo spieghi? “Il nostro è un ciclo iniziato 4 stagioni fa. E che continua tuttora. L’iniziatore è stato Morgan Lancioni che ha il merito assoluto di aver portato questa squadra in pianta stabile di nuovo in C2, lanciando una nuova era in casa DLF Dinamis. Morgan aveva una gestione del gruppo decisamente più conservatrice, in linea peraltro con quanto gli aveva richiesto la società. Poi la dirigenza ha deciso di provare a cambiare modalità di gestione con l’arrivo di mister Cecchini. Francesco ha una mentalità vincente. E a perdere proprio non ci sta. Nemmeno se giocasse a carte col figlio. Proprio come me... In più da quest’estate possiamo avvalerci delle prestazioni di Francesco Pergolini.”
Parliamo proprio del capocannoniere del campionato. 16 partite e 30 gol, con alcune richieste già prevenute dai piani superiori. Ti aspettavi un rendimento di questo genere da parte di Pergolini? “Sapevo che era forte, ma non me l’aspettavo così. Di lui ti colpisce il fatto che calci fortissimo sia col destro che col sinistro. Ma la sua dote migliore è il saper ascoltare e la voglia che mette in ogni allenamento per migliorarsi. Se consideriamo che gioca a futsal da due stagioni e mezzo, con un anno passato in D, aggiungerei senza timore di smentita che abbia ancora ampi margini di miglioramento.”
Domandone banale, ma concedimelo visto che stasera ne avremo la prova. Siete Pergolini dipendenti? “Assolutamente no. La nostra forza è il collettivo in cui certamente eccelle un gran bel giocatore come Francesco.”
Portaci dentro allora il collettivo gialloblu? “Dei portieri ti ho già detto, ma voglio tornare ad elogiarli perché se lo meritano. Del Cinque e Manfredi sono due formidabili estremi difensori, oltre che due splendidi ragazzi. Sul ruolo di centrale ci alterniamo io e Manuel Albonetti, arrivato in estate con serierà e umiltà. Nel ruolo di laterali titolari abbiamo due giocatori che non scambierei con quelli di nessuna altra squadra: Davide Lopez e Francesco Viola. Diversi come caratteristiche, ma letali. Poi abbiamo Giacomo Galli, talento puro dai grandi mezzi tecnici limitato da un ginocchio ballerino, Mario Zizzamia, maturato e sempre più coinvolto nelle rotazioni, e Andrea Mancini, sempre prezioso e tornato dopo alcune problematiche di lavoro. In avanti, oltre al capocannoniere del campionato, c’è Stefano Balducci, uno delle colonne della squadra che ha chiesto quest’anno un ruolo più marginale. Completano il quadro Luca Bini, purtroppo a lungo fuori per infortunio, Michele Gambella, all’occorrenza ci da una mano tra i pali, e Fabrizio Corinaldesi, dirigente-giocatore tuttofare.”
In quale partita hai capito che potevate giocare un ruolo da protagonisti? “A casa dell’Atletic Cagli. All’epoca eravamo secondi. Vincere lì è sempre un’impresa. Ci riuscimmo, anche se loro erano orfani del bomberissimo Giacomo Giommi.”
Come vive la società questo primato? “La vive con trepidazione. E’ un club a trazione completamente familiare ed il grande capo è Fabio Principi. E’ suo il merito di aver avviato questa rivoluzione nata, come ho già detto, 4 anni fa.”
Salire potrebbe significare riproporre il derby con il Città di Falconara. E’ sentita questa rivalità? “Da parte mia assolutamente no. Ho sempre avuto ottimi rapporti, come credo li abbia la società. Saremo orgogliosi eventualmente di giocare queste sfide. In cui vincerà il migliore, all’insegna di una sana competitività sportiva.”
Perché hai deciso di tornare in questa tua seconda fase al DLF Dinamis? “Quell’estate mi ero ritrovato senza squadra dopo l’improvviso fallimento dell’Atletic Osimo. Con Fabio ho sempre avuto un buon rapporto. Mi ascolta molto e ci confrontiamo sempre.”
Nel tuo curriculum futsalico c’è tanta C2, qualche anno di D e gli anni di apprendistato illustri alla Brandoni. Ci starebbe bene un finale di carriera nel massimo campionato regionale? “Direi di si (sorrisone, ndr). Nella vita per giocare ho fatto sempre dei sacrifici. Anche quando giocavo a calcio sobbarcandomi chilometri di auto durante il militare per poi fare panchine la domenica. Le stagioni fondamentali per la mia crescita sono state quelle ad Ancona, potendomi allenare con dei fenomeni e cimentarmi con dei campionati ai massimi livelli. Ho giocato pochissimo, ma ho imparato tanto.”
Oggi sei uno dei centrali più forti del campionato. Ma non hai certo fatto sempre questo ruolo… “Verissimo. Da calciatore ero un trequartista o una seconda punta, bravo a calciare con i due piedi. Trasferitomi al calcio a 5, ho giocato sempre da pivot. La svolta è arrivata all’Atletic Osimo. Grazie a mister Fabrizio Carlini, un grande allenatore ora ai box cui devo molto. Primo perché investì su di me dopo una stagione tribolata di infortuni al Castelferretti portandomi ad Osimo, quando in molti mi davano per finito. Secondo perché mi cambiò ruolo. Era un periodo che non calciavo proprio più verso la porta. Mister Carlini mi spostò dall'attacco a centrale difensivo e mi convinse che il mio futuro era lì. Aveva ragione…”
Stai ottenendo il meglio della tua carriera proprio con l’avanzare degli anni. Cosa ti senti di dire ad un giovane futsalista che sta leggendo questa intervista? “Dico che il calcio a 5 è una disciplina meravigliosa. Ma lo è lo sport in genere, specialmente quelli di squadra. Lo sport è una medicina importante. Una palestra per la vita. E uno non dovrebbe smettere di stare in questo mondo. Sia come giocatore, allenatore e dirigente.”
Parola di capitano. Con la C miauscola.
Marco Bramucci Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo. Commenti (3)
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