La Sangiorgese U21 alle Super Finals, l’orgoglio di Mr Morese: “Il merito è dei ragazzi. Una dedica? A mio padre e a Porto San Giorgio.”
Anche quest’anno le Marche saranno presenti alle super Finals organizzate dalla Divisione Nazionale di calcio a 5.
Serie A maschile, femminile e under 21 a giocarsi le Coppe Italia di categoria in tre Final Eight. Dal 26 febbraio al 1 marzo tra Pescara e Montesilvano.
L’anno scorso fu per merito del PesaroFano nell’under 21 e del Futsal Portos nel femminile.
Due anni fa toccò alla formazione giovanile sempre del patron Giorgi.
Quest’anno a tenere alto l’onore della nostra regione ci penserà la Sangiorgese under 21.
La società nata in estate per volere del dg Fabrizio Ciuti rilevando il titolo dell’Eagles Fermo.
Valzer di allenatori e giocatori, tante polemiche, difficoltà in termini punti nel cammino sangiorgese in serie B.
Ma una certezza. Il rendimento della formazione baby, su cui è incentrato il progetto sportivo.
Prima in classifica nel girone F di categoria, quello marchigiano, e qualificata alla Final Eight di Coppa Italia. Partendo, l’unico tra le 8 elette, dal primo turno di qualificazione.
Il prossimo storico appuntamento è previsto per venerdì 27 febbraio al Pala Corrado Roma di Montesilvano. Per i quarti di finale si affronterà il Napoli calcio a cinque.
Per omaggiare questo splendido traguardo abbiamo al nostro taccuino Emanuele Morese, da un mese e passa circa alla guida della formazione under 21 sangiorgese. E, dopo li lascito di mister Bugiardini, in sella pure alla prima squadra.
Con Emanuele, interlocutore brillante ed arguto, ci si conosce dai tempi in cui il giovane coach era alla guida della formazione juniores della Mandolesi.
La conversazione è piacevole e talmente fluida tanto tanto da far fatica a prendere appunti.
Per iniziare, come e quando ci sei arrivato sulla panchina della Sangiorgese?
“Sono arrivato dopo la pausa invernale coincisa con la fine dell’anno. Non conoscevo nessuno della società e quando mi hanno chiamato non ho esitato ad accettare.
Per rimettermi in gioco dopo diverse stagioni di assenza dal futsal e per dare una mano ad una squadra della mia città. Accettando con le mie solite condizioni cioè di non ricevere alcun rimborso spese.
Onestamente non mi aspettavo di trovare tutte queste polemiche.”
Parliamo specificatamente della vostra impresa. La gara di andata degli ottavi di finale era terminata 4-3 per il Real Rieti. Al Pala Savelli bisognava vincere e con due gol di scarto.
“All’andata non ero presente per motivi di lavoro e ho seguito la gara in streaming. Sapevo che avevamo delle possibilità. Ai ragazzi avevo detto di provarci. Di non privarsi della possibilità di vivere un sogno.
Senza pensare alle polemiche che girano intorno alla squadra. Che a noi non devono minimamente interessare.”
All’ultimo è arrivata la defezione di Alessio Stipa e la rinuncia al portiere Massimo Traspedini. Che è successo?
“Alessio ha avuto purtroppo un problema di lavoro e non è potuto essere presente. Per Massimo è stata fatta una scelta legata ai fuoriquota. Ed in porta così c’è andato Giulio Gobbi, un portiere classe 1996 pescato dalla società nei tornei CSI.”
Dopo l’avvio shock (0-3 dopo metà primo tempo) e l’1-3 alla pausa sinceramente quanto ci credevi ancora? (Clicca qui per rivedere gli highlights della gara)
“Ci credevo eccome. E l’ho spiegato ai ragazzi all’intervallo. Per era come se fossimo in parità e ti spiego il perché.
Due gol sono nati da due nostre disattenzioni. Il primo subito immediatamente sotto le gambe di Giulio che ha pagato l’emozione del debutto, un altro preso per un cattivo posizionamento difensivo su un corner.
In pratica, senza quelle due sbavature, eravamo 1-1. E non avevamo ancora dato il meglio di noi. Per cui c’era ampio margine…”
Nella ripresa avviene una rimonta al sapore di epica, visto come è stata arrivata e per il fatto che hai effettuato rotazioni limitate. Qual è stata la chiave di volta?
“Certe partite le vinci solo se hai cuore. E questo gruppo ha dimostrato di averne uno grande, grandissimo. Caratteristica questa di tutte le mia squadre.
Inoltre puoi ribaltare la gara solo se i giocatori mettano in campo la ferocia agonistica. E lo hanno fatto.
Tatticamente negli spogliatoi c’eravamo detti di non insistere più al centro dove cozzavano con il loro pacchetto difensivo. Ma di provare ad allargare il gioco sugli esterni, in modo di sfondare successivamente portando palla sui lati. E l’abbiamo eseguito…
Inoltre ho indovinato la mossa giusta…”
Prego, svelaci questa mossa…
“Quando Mattia Giorgi ha preso l’ammonizione era molto nervoso e mi hanno suggerito di toglierlo. Per farlo calmare e riposare. Ma non l’ho fatto. Perché un grande giocatore sa come gestirsi, anche quando sembra al limite. E Mattia è un grande giocatore…
Così ho tolto Di Gioacchino. Con l’ingresso di Luca Angelini, che si è mosso molto bene, ho avuto modo di far riposare Giacomo. Rimettendolo nel finale…”
… e a 24 secondi dalla fine Giacomo Di Gioacchino, il capitano, ha segnato il gol del 5-3, quello che ha suggellato la storica rimonta e decretato l’accesso alle Finals…
“Direi che è stato un segno del destino. In primis per la società. Su Giacomo, un sangiorgese doc insignito per la gara della fascia di capitano, la dirigenza ci ha investito.
E poi per me che sono stato il suo creatore alla Mandolesi.”
E ora siete alla tavolo delle grandi nella grande kermesse del futsal che conta. Emozionato ed emozionati?
“Personalmente non so dirti cosa proverò a calcare quei campi che ho visto solo in televisione.
Di certo è una grande soddisfazione. Ho fatto il portiere ma ho dovuto smettere giovanissimo per via di un brutto infortunio. Ma da mio padre, un allenatore e grandissimo appassionato di sport, ho ereditato la passione per questa disciplina. Per cui è un sogno che si avvera.
Per i ragazzi è il premio per averci creduto sempre. Nonostante tante difficoltà. A fine gara eravamo ancora increduli per l’impresa compiuta. Ci chiedevamo se fosse tutto vero…”
Il merito di questa impresa?
“Il merito è assolutamente tutto dei ragazzi. Io non sono un allenatore di serie B, magari un giorno lo diventerò, ma ora sono solo un giovane alle prime armi.
Ho sempre ripetuto loro di divertirsi e di cercare di divertirmi, lasciando perdere le chiacchiere che purtroppo inevitabilmente minano il percorso di un gruppo giovane come il nostro.”
Una tua dedica personale.
“A mio padre, morto di SLA. Un grandissimo innamorato del calcio a 5 e di tutto lo sport in generale. Negli ultimi tempi della sua malattia si emozionava per i prodigi della tecnologia, potendo con un colpo di click passare da uno stadio all’altro per seguire le partite in diretta.
E alla mia città, Porto San Giorgio, una cittadina che porto sempre nel cuore, di cui sono orgoglioso di prestare servizio a livello sportivo, oltre che per lavoro.”
Prima di chiudere, uno sguardo al campionato di serie B. A mio avviso, questo inebriante traguardo potrebbe essere la spinta verso la salvezza?
“Vorresti che ti dico questo ma il dato va analizzato secondo me da un’altra prospettiva.
Se non avessimo già cambiato marcia, questo risultato non sarebbe mai arrivato. Questa vittoria è la conseguenza di un meccanismo già in atto.”
Parola di Mr Mo(u)rese.
In bocca al lupo, Sangiorgese!
Marco Bramucci
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